Il “brasiliano” Montesano: “A Palermo anni indimenticabili”

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“Per la sua categoria, facendo le giuste proporzioni, Montesano è stato il giocatore più forte che abbia affrontato e guardi che io Maradona l’ho marcato più di una volta. Ma uno come Montesano non l’ho più incontrato”. A parlare così di Giampaolo Montesano non è uno qualsiasi, ma Pietro Vierchowod ex difensore della nazionale e della Roma campione d’Italia 1982.

Montesano era il brasiliano, ricordato come un giocatore talentuoso e dalle ottime abilita tecniche. Eccelleva in particolar modo nel dribbling tanto che un fuoriclasse quale Zico, suo compagno di squadra a Udine, si spingerà a dire che “non ho mai visto al mondo uno dribblare come lui”. Nato a Aulla il 6 agosto del 1958, Montesano ha vestito la maglia rosanero tra il 1979 ed il 1984 collezionando 170 presenze e 21 gol.

Arrivò a Palermo dal Varese a luglio del 1979 ed esordì subito alla prima giornata di Coppa Italia, il 19 agosto contro il Torino subentrando a Bergossi. La gara fu vinta dai granata ma i tifosi notarono subito quella ala talentuosa, destinata a diventare “croce e delizia“ anche dei tecnici quali Giancarlo Cadè, Gustavo Giagnoni e Mimmo Renna. E proprio con questo ultimo visse la sua migliore stagione a Palermo, nel campionato cadetto del 1981-1982: giocando in tandem con Gianni De Rosa, Montesano portò la squadra siciliana a sfiorare il ritorno in massima categoria.

“Ho indossato 2 maglie, la numero 7 e la numero 11: quella a cui sono più affezionato è la 7 perché preferivo giocare sulla fascia destra e ciò mi permetteva di convergere al centro e provare il tiro – racconta Montesano -. Col tempo fui “costretto” da Gasperini a prendere la maglia numero 11 e giocare a sinistra ma spesso nel corso delle gare mi ritrovavo a giocare a destra, c’erano delle belle discussioni in campo ma niente di grave, ci volevamo un gran bene”.

Montesano racconta la sua esperienza a Palermo ed il suo particolare soprannome, “Bugia”: “Vengo ricordato a Palermo con il soprannome di “Bugia” grazie al grande Erminio Favalli perchè secondo lui le “sparavo grosse”. Tantissimi sono i ricordi in maglia rosanero di “bugia”: il gol salvezza con il Taranto con una Favorita stracolma, la vittoria per 3-0 a Roma con la Lazio, ma un altro è ancor più impresso nella sua mente.

“Era il 22 maggio 1983, si giocava la 35esima giornata, affrontavamo la Pistoiese – racconta Montesano -: feci un errore a centrocampo tentando di dare palla a Gasperini e la Pistoiese ne approfittò segnando il 2 a 2. A quel punto calò il gelo in tutto lo stadio, si materializzò lo spettro della Serie C. Ma qualche minuto dopo, quasi con rabbia, segnai il 3 a 2 della vittoria che fu decisiva per la salvezza”.

Tra Montesano e Palermo il legame è ormai indissolubile: “Gli anni vissuti a Palermo rimarranno indimenticabili: non finirò mai di ringraziare la città e i tifosi che mi hanno fatto sentire un loro beniamino. Grazie alla maglia rosanero, da perfetto sconosciuto sono sono stato proiettato nel grande calcio avendo avuto la possibilità di giocare con grandi campioni come Zico, Edinho, Causio… e confrontarmi con grandi difensori.”

Se ancora oggi questi avversari ricordano Montesano come un incubo vuol dire che Palermo ha avuto davvero tra le sue fila un giocatore che nel calcio di oggi avrebbe fatto la fortuna della società d’appartenenza, fenomeno nel dribbling, assist-man ed esempio di attaccamento alla maglia.