GdS – La Finanza al “Barbera”, indagato anche il figlio di Zamparini

Ieri nuovo blitz della Guardia di Finanza nella sede del Palermo, dopo quella avventuta lo scorso 7 luglio. La nuova perquisizione è stata decisa dopo una riunone in Procura tra i pm, una decina di ufficiali e sottoufficiali, racconta Il Giornale di Sicilia di oggi. “Nell’indagine sono coinvolti anche cittadini lussemburghesi, ma i nomi non vengono ancora fuori. Trapela solo il nome del figlio di Zamparini, Paolo Diego, indagato assieme al padre e a un commercialista del Nord”, si legge.

“Operazioni illecite effettuate anche all’estero, trasferimenti di capitali, riutilizzo di denaro frutto di altri reati sono i principali oggetti delle verifiche”, spiega il quotidiani in merito ai reati ipotizzati a carico degli indagati. L’indagini però è rivolta anche ala verifica della reale consistenza dei debiti della società guidata da Zamparini, che ha più volte detto di dover fare i conti con un passivo di 40 milioni. Gli scenari? “La Procura è chiamata a verificare la tenuta e la solvibilità delle aziende private e può pure avanzare l’istanza di fallimento”, spiega il GdS. Uno scenario al momento lontano ma che non si può escludere.

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“L’eventuale sentenza di fallimento potrebbe investire infatti la tenuta della società e aprire lo scenario a un reato molto più grave, la bancarotta fraudolenta”, precisa. Nei casi dei fallimenti di Parma e Latina è stata proprio la Procura ad avanzare l’istanza di fallimento. L’indagine si concentra anche sulla cessione di Mepal (società che detiene la titolarità del marchio della squadra) ad Alyssa, società del Lussemburgo e che ha portato nuova linfa al club. “La cessione fu fatta dall’Us Città di Palermo di Zamparini a un’azienda che farebbe capo sempre al patron friulano del club rosa. Dopodiché la Mepal fu «caricata» di elementi che ne avrebbero moltiplicato il valore, ma che sarebbero virtuali: ad esempio la costruzione e gestione del nuovo stadio e degli impianti collegati, eventi futuri”, spiega il quotidiano.

Presenti ancora anche dei contenziosi con l’erario. Il dato che emerge è che sotto indagine non ci sia la società rosanero ma Zamparini e le sue operazioni. Non c’entra il mancato closing. “Sono fiducioso, sono anzi contento che si siano presentati nuovamente. Saranno la Guardia di Finanza e i pm a fare chiarezza su tutta questa situazione”, afferma il patron. “Non c’entra la questione societaria o la trattativa con Baccaglini. I contratti di acquisizione delle quote sono finiti nelle loro mani solamente perché nelle carte della perquisizione dell’altra volta c’erano anche quelli”, spiega in conclusione Zamparini.

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