Glik e Raggi, dall’oblìo rosanero alla gloria in Champions

Il Principato di Monaco come una terra di riscatto, di rivalsa personale, per toccare e vivere in prima persona dei palcoscenici che fino ad allora si ammiravano in televisione. Kamil Glik e Andrea Raggi si godono il passaggio nelle semifinali di Champions League. Due punti cardine della squadra monegasca, che Jardim ha fatto rinascere e che ha portato nell’élite del calcio europeo. Top 4, Cardiff che fa capolino dall’orizzonte e giovani terribili: il Monaco può fare affidamento anche su una difesa che, in passato, ha vestito la maglia del Palermo. Glik e Raggi infatti possono ritenersi, senza che nessuno si offenda, due rimpianti per la società di Viale del Fante, soprattutto alla luce dei risultati che i due stanno conquistando.

Per il difensore polacco una vera e propria strada in crescendo. Arrivato a Palermo nel luglio 2010 dal Piast Gliwice per circa un milione di euro, Glik in maglia rosanero non ha quasi mai trovato spazio. Per lui solamente 4 partite di Europa League (ai tempi ancora Coppa Uefa), per un misero totale di 325’ minuti giocati. Mai preso in considerazione per il campionato, in maglia rosanero infatti non è mai sceso in campo nella massima serie. Dopo un prestito a Bari, Glik trova la consacrazione definitiva al Torino, che nel 2011 lo riscatta per 2,35 milioni di euro. In granata colleziona 171 presenze, condite da ben 13 gol. Del Torino diventa capitano e bandiera, un centrale inamovibile per Ventura e formidabile bomber su palle inattive. L’ulteriore salto di qualità questa estate: il Monaco sborsa 11 milioni per strapparlo al Toro. Anche in Francia trova spazio e titolarità. E adesso in campo le semifinali di Champions.

Stessa sorte per Andrea Raggi, snobbato in Serie A dal Palermo e non solo. La carta d’identità dice 32 anni, per questo certi risultati hanno un gusto ancora più particolare. Raggi transita da Palermo nel 2009, ma la sua avventura in maglia rosanero , se confrontata con quella del compagno Glik, è ancora peggiore. Il centrale e terzino ligure infatti, in terra palermitana, ha collezionato solamente tre presente. 270’ minuti in totale, una miseria. Poi una serie infinita di prestiti, dalla Sampdoria al Bari fino Bologna. In Emilia trova spazio e fiducia, 64 presenze e 2 reti all’attivo. Nel 2012 la svolta: fine della storia con i felsinei, tuffo nel mondo del Monaco in Serie B francese. Mai scelta fu più giusta, Raggi diventa simbolo e beniamino dei tifosi monegaschi, le sue magliette sono richiestissime. Una seconda giovanizza, alla faccia di tutti.

Per Glik e Raggi è arrivato il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. E mastica amaro chi, come il Palermo, in passato su di loro non ci ha visto lungo. Le cantonate, nel mondo del calcio, sono dietro l’angolo. Un pericolo costante. E il Palermo può mangiarsi le unghia, le mani, un po’ tutti. Dare maggiore fiducia a questi due forse non sarebbe stata una cattiva idea. Ma, forse, la cattiva esperienza in rosanero è stata una spinta in più verso i traguardi attuali. Dall’oblio palermitano alla gloria delle semifinali di Champions League, che salto!


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