Juventus, quando vincere è l’unica cosa che conta

Facendo tutti gli scongiuri del caso, poiché ancora mancano alcuni punti per l’aritmetica vittoria del campionato, la Juventus si avvicina al sesto Scudetto consecutivo. Una squadra costruita alla perfezione già dal mercato estivo dove è riuscita a “scippare” alle sue concorrenti, Roma e Napoli, i loro giocatori più forti, Pjanic e Higuain, che sono andati ad accrescere una rosa già vincente. Il “Pipita” non si è fatto attendere e già alla prima giornata è stato decisivo, ma la bravura di Allegri è stata tale da non costruire una squadra attorno al suo “9”, ma a sviluppare la duttilità che la contraddistingue.

I bianconeri non solo rimangono davanti alle altre in Serie A, ma rimangono in corsa anche nelle altre due competizioni: la Coppa Italia, dove giocherà la finale contro la Lazio, e la Champions League, in semifinale contro il Monaco. Un “Triplete” che rimane il primo obiettivo stagionale e che un’italiana non conquista dai tempi dell’Inter di Mourinho, ma che la stessa Juventus, appena due anni fa, sfiorò, perdendo in finale contro il Barcellona. Proprio il Barcellona che è stata l’ultima vittima de bianconeri in Europa con un doppio (3-0; 0-0) che ha messo ancora di più i tifosi juventini davanti alla realtà di una squadra che può fare veramente la storia di questa società.

Quello che mette la squadra di Allegri davanti a tutti è, non solo la migliore difesa di Europa, ma anche la mentalità vincente, ma allo stesso tempo l’umiltà di chi ha sempre qualcosa da migliorare. Una squadra che mette sempre il massimo e che non fa turn-over neanche con le più piccole, quelle che lo scorso anno (e anche questo), hanno “pizzicato” la capolista, nonostante se lo possa permettere, vista la panchina lunga e prestigiosa a disposizione del tecnico ex Milan. La Juventus è una grande squadra, ma si comporta da piccola, da colei che si affaccia per la prima volta in determinati palcoscenici e vuole spaccare il mondo e i 6 scudetti consecutivi sono l’onorificenza giusta per tale atteggiamento.

Una squadra che, come sopra detto, non è soltanto Higuain come era il Napoli dello scorso anno e che permette di andare a marcare qualunque giocatore. Da questo punto di vista la vera scoperta di quest’anno è Mario Mandzukic che con l’arrivo dell’argentino sembrava potesse essere la ruota di scorta di un attacco a 2, ma Allegri è stato bravo ad ritagliargli un ruolo e a insegnargli a fare il tornante di centrocampo, facendolo diventare l’uomo che corre di più. Mancava, però, al croato il gol che ieri sera ha ritrovato e che corona un ultimo periodo d’alto livello. Sarà “Triplete” o meno non si sa ancora, ma la Juventus con questa mentalità e questa squadra ha tutte le carte in regola per rimanere tra le migliori in Europa a lungo, con la speranza per il campionato italiano, che questa  italiana in semifinale di Champions, non sia più una sorpresa ma un abitudine.

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