Nestorovski, bomber e trascinatore: una bandiera dal cuore palermitano

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Bomber, talismano e trascinatore. Ilija Nestorovski si è (finalmente) ripreso il Palermo a suon di gol. L’ha fatto da leader vero, da capitano, conducendo per mano la sua squadra verso la vetta della classifica. Un’ascesa, quella del bomber macedone, legata a doppio filo con quella dei rosanero. Se Nestorovski segna, infatti, il Palermo vince. E se da un lato le sue 8 reti in 9 partite certificano solo in parte l’irrinunciabilità di “Nestogol”, dall’altro i numeri ci danno la misura di quanto questa squadra dipenda tatticamente dalla condizione del suo uomo migliore.

PALERMO – ENTELLA, I GOL DI NESTOROVSKI (VIDEO)

Con il 3-5-2 Tedino sembra avere trovato la quadra. Lo dicono i risultati e le prestazioni. La veste tattica disegnata addosso a questa squadra prevede una punta di movimento, forte fisicamente e in grado di sfruttare le palle alte. Tolti l’incognita Monachello (di cui si sa pochissimo), l’acerbo La Gumina e il lungo-degente Balogh, Nestorovski appare l’unico in grado di ricoprire questo ruolo in attacco. E non solo per caratteristiche tecnico-fisiche, ma anche per le sue attitudini caratteriali.

In molti scommettevano ad inizio stagione su una stagione “monstre” del numero 30 rosanero. Si dava per scontato che una punta capace di siglare 11 reti alla prima esperienza in Serie A dovesse necessariamente segnare a valanga in Serie B. Ma le insidie e le “bruttezze” della cadetteria hanno dimostrato che senza la fame e il sacrificio nessuno, nemmeno uno come Nestorovski, potrebbe far bene. E infatti all’attaccante macedone è servito un po di ambientamento prima di ingranare e di ritornare lo sciacallo d’area di rigore che tutti, anche i suoi detrattori, avevano imparato ad ammirare.

PALERMO – ENTELLA, LA PAGELLA DI NESTOROVSKI 

Adesso Ilija gioca e si diverte alimentato dalla sua insaziabile fame di gol. Quando segna gli si legge in faccia un piacere che potremmo quasi definire “orgasmico”. Alla Pippo Inzaghi, per intenderci. Quando invece fallisce occasioni da gol più o meno ghiotte, ecco che si manifesta il Nestorovski “tragediatore”: mani in testa, occhi al cielo e braccia larghe quasi a volere implorare il dio del calcio. Insomma, vive la partita con una tale intensità che è quasi impossibile tenerlo fuori il sabato. Al di là dei suoi meriti prettamente tecnico-tattici.

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A 27 anni l’ex punta dell’Inter Zaprešić ha dimostrato di essere un calciatore maturo dentro e fuori dal campo. L’immagine che Nesto ama dare di sé è quella di un padre amorevole, di un compagno presente e di un professionista stregato dal fascino della maglia che indossa. Sul suo profilo Instagram dominano infatti gli scatti familiari che ritraggono lui, la moglie Martina e i piccoli Matias e Irina negli scorci più belli di Palermo. E poi c’è la sua vita professionale a tinte rosanero. Si va dai messaggi di incoraggiamento alle dediche ai tifosi. Sincere ruffianerie se vogliamo, ma comunque segni tangibili di una devozione alla causa rosanero che ha pochi precedenti nel recente passato del Palermo.

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Lo stesso Zamparini, storicamente poco avvezzo ad incensare giocatori che non siano giovanissime scommesse, ha ammesso a proposito del “magic moment” di Nestorovski: “Non per niente abbiamo rifiutato 15 milioni dalle italiane negli ultimi giorni di mercato. Noi vogliamo andare in Serie A e sappiamo quanto sia importante il nostro capitano, giocatore ed uomo”.

Che stia preparando una cessione estiva? Possibile, anzi…probabile. Di certo, però, il Palermo ha tra le mani un enorme patrimonio umano. E sottolineiamo ancora una volta il termine “umano”. Perché se è vero, come ha detto Zamparini negli ultimi anni, che nel calcio moderno non esistono più le bandiere ma solo “mercenari”, Nestorovski può rappresentare un’eccezione. Sempre che nel calcio moderno esistano ancora i presidenti disposti a tenerle, le bandiere…Intanto Palermo si gode il suo capitano, un macedone dal cuore palermitanissimo.

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1 thought on “Nestorovski, bomber e trascinatore: una bandiera dal cuore palermitano

  1. Il problema non è che non ci sono più bandiere nel calcio. Il grande bugiardo ci ha dimostrato negli ultimi cinque anni che non appena si accorge che qualcuno, a Palermo, viene amato più di lui, grande permaloso e narcisista, provvede immediatamente a mandarlo via.
    L’elenco sarebbe interminabile da Simplicio a Barreto per passare da Rigoni a Belotti etc.

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