Palermo, troppo… equilibrio: può diventare un problema?

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Il Palermo di Tedino conosce “solo” mezze misure. Ed è proprio questo, paradossalmente, il limite più evidente di una squadra prima in classifica ma incapace di spiccare il volo. Anche a Frosinone i rosanero hanno mostrato il bello e il brutto del proprio repertorio: grande compattezza, buone individualità ma scarsa propensione al rischio negli ultimi 15 metri. Con un solo gol all’attivo (Foggia-Palermo 1-1), infatti, il Palermo è la squadra che ha segnato meno gol in trasferta (il Cesena, ultimo in classifica, ne ha segnati 3). E se leghiamo questo primato negativo con quello positivo della miglior difesa “esterna” (una sola rete subita), ecco che arriviamo al nocciolo della questione. L’eccesso di equilibrio.

In passato abbiamo già sottolineato le ottime potenzialità realizzative di questa squadra. Nestorovski, Coronado, Trajkovski, La Gumina, Embalo e i convalescenti Monachello e Balogh, sono sette potenziali titolari. Eppure la sensazione che si ha dall’esterno è che questa squadra sia stata tarata per rischiare il meno possibile. La ricerca spasmodica di equilibrio, mai nascosta da Tedino, è diventata per l’appunto un limite. Per carità, nessun allarmismo: la squadra c’è, è prima in classifica e dà mille rassicurazioni per il futuro. Ma questo campionato può essere aggredito. Rischiando, s’intende.

“Se continueremo a giocare così vinceremo”, ha assicurato il tecnico rosanero nel post partita di Frosinone. Ma è davvero così? A naso servirebbe un cambio di passo, sperimentare nuove soluzioni e, perché no, nuovi interpreti. In fondo, sin qui nessuno ha dimostrato di essere irrinunciabile a priori. Nemmeno Coronado, continuamente incensato come uomo della provvidenza, ma apparso fisicamente in grossa difficoltà. Lo stesso Nestorovski, bomber corteggiato da mezza Serie A, è stato meno decisivo di quanto ci si aspettasse.

Insomma, per Tedino, adesso che la rosa è quasi interamente abile e arruolabile, è giunto il momento delle grandi scelte. In attacco ma specialmente a centrocampo, dove il problema del sovraffollamento si fa più sentire. Mischiare le carte può essere una soluzione, gli interpreti per ruolo non mancano. Dobbiamo però riconoscere a Tedino che le alternative sono più di “quantità” che di “qualità”. Per dirla in soldoni, ci sono troppi doppioni. E laddove un doppione servirebbe, come nel caso di Coronado, è naturalmente difficile trovarne uno. Insomma, ancora una volta è il tema dell’equilibrio che torna d’attualità.

Altrimenti si può insistere sull’undici “standard” e lavorare su un nuovo approccio offensivo. Anche perché è evidente a tutti come in B tutti gli avversari studino il Palermo nei minimi dettagli per ingabbiarlo, domarlo e spegnerlo. Si rischia quindi di divenire tremendamente prevedibili. Chiunque affronta il Palermo sa che avversario si trova davanti. Perché non provare a disorientarli?


4 thoughts on “Palermo, troppo… equilibrio: può diventare un problema?

  1. attaccare di più? per me servono + tifosi che vanno a sostenere la squadra a partire dalle partire casalinghe – manca solo questo !!!!

  2. Mai più allo stadio.
    E tra poco non guarderò più neanche le partite in televisione……..viene solo da piangere. Che schifo.

  3. COme si fà a chiedere alla gente di venire allo stadio quando quello che si offre è uno spettacolo indecente fatto solo di difesa oltranza senza gioco ne coraggio.

  4. Chi parla di equilibrio non sa di cosa parla. Io penso solo ad uno squilibrio visto che non esiste una fase d attacco ma solo una di non possesso palla.

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