Palermo sorride alla Nazionale, “Barbera” fortino azzurro

Palermo e la Nazionale Italian: un feeling che c’è e va avanti, senza crisi e senza cali di entusiasmi. L’Itali del calcio torna al calcare l’erba del “Renzo Barbera”, un fortino per chi indossa quella casacca azzurra. La Nazionale e Palermo risponde, sempre. E lo stadio della Favorita si tingerà a festa, pronto al tutto esaurito, come succede ad ogni visita tricolore. Un bagno di folla per spingere gli azzurri alla vittoria contro una temibile Albania, sfavorita ma pronto a fare lo sgambetto. E i ragazzi di Ventura invece non possono praticamente sbagliare, serve restare con il fiato sul collo alla Spagna.

E se vi chiedete il perché il Barbera sia una fortezza per l’Italia, basta dare pochi ma chiari numeri. Sono 13 le gare giocate dagli azzurri nel capoluogo: 11 vittorie, 1 pareggio ed 1 sconfitta. Bilancio verde come l’erba calpestata e maltrattata dai tacchetti degli scarpini, come una sentenza. Guai a parlare prima, ma i numeri non lasciano spazio ad interpretazione. L’ultimo k.o. palermitano della Nazionale risale al 1994, gara valida per la qualificazione agli Europei tenutisi in Inghilterra. La Croazia, grazie alla doppietta di Suker, rese vana la rete di Dino Baggio. Poi solo gioie.

Il primo trionfo è da cercare molto indietro, fino ad arrivare al 1952. Palcoscenico della Coppa Internazionale, la quarta edizione giocata dal 1948 al 1953 con il format di un torneo e gara di andata e ritorno. Ancora non era il “Barbera”, l’Italia stese la Svizzera con una doppietta di Pandolfini ma termino al penultimo nel girone formato da cinque compagini. Torneo che fu vinto dall’Ungheria, guidata da un marziano: Puskas. La vittoria più larga è un 6-1 ai danni di Malta nel 1991, match di qualificazioni ai mondiali.

Un rapporto granitico tra la città siciliana e la Nazionale, fortificato anche dai tanti giocatori donati dal Palermo alla causa azzurra. Veri campioni, da Toni a Barzagli, passando per Zaccardo, Barone e Grosso. Tutti poi nel 2006 diventarono Campioni nel Mondo nella notte di Berlino. Quel gol ai supplementari e quel rigore decisivo portano il nome di Grosso. E un senso di orgoglio ti assale. Doppia emozione. Do ut des: Palermo dà, la Nazionale ricambia con vittorie e reti che hanno il sapore di destino. Come nel 2004 e nel 2005, forse le gare più ricordate: Italia-Norvegia 2-1, Toni piazza la zampata e il “Barbera” esplode. Mano che ruota vicino all’orecchio, sotto la Curva. Nel 2005 tocca a Zaccardo, Slovenia stesa.

Gli ultimi precedenti hanno regalato vittorie di misura e sofferte: nel 2013 Itali-Bulgaria e rete di Gilardino (tornato qualche anno dopo con la maglia rosanero), nel 2014 Italia-Azerbaijan 2-1 con monologo di Chiellini (doppietta ed autogol) e nel 2015 ancora Bulgaria 1-0 con rigore decisivo di De Rossi. Successi e sorrisi, l’Italia a Palermo è sinonimo di festa. A prescindere dal risultato, il Barbera stracolmo è già un segnale di trionfo. Albania avvisata.


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