In un mondo normale, Palermo-Chievo sarebbe terminata 0-0. Fischi dagli spalti per un attacco abulico e sorrisi finti in sala stampa per festeggiare il primo punto ottenuto tra le mura amiche, uno stimolo a fare meglio e un mattoncino da cui ripartire verso una salvezza distante sempre quattro punti. Sì, ci sarebbe quel problema dei palloni da fare arrivare a Nestorovski e quella gestione un po’ confusa di Diamanti, ma intanto la finiamo con questa storia delle sconfitte consecutive e si volta pagina definitivamente.

Vi sarebbe piaciuto, eh? Invece no, perché il Palermo ha deciso di far vincere il Chievo. Due gol regalati, uno da Andelkovic e l’altro da Goldaniga, per due azioni che di fatto sono state le uniche degne di nota da parte di una squadra palesemente venuta in Sicilia per portare a casa un bel pareggio, senza patemi. Difesa e contropiede per mettere in cascina un punto in trasferta (che male non fa) ed evitare danni contro una squadra caricata dai ventimila tifosi, dalla prima casalinga del nuovo allenatore e da una striscia negativa da interrompere a tutti i costi.

Certo: una squadra di calcio abituata alla lotta salvezza pensa che questo sia l’atteggiamento del Palermo. Mica s’aspetta che il centrale di maggiore esperienza stoppi palla a centro area per Birsa. Oppure che il difensore di maggior prospettiva si trasformi in rifinitore perfetto per Pellissier, che gli applausi del “Barbera” se li è meritati tutti, almeno lui. Per non parlare di un centrocampo senz’anima, tra un Hiljemark evidentemente demotivato, uno Jajalo messo a fare il regista senza esserlo e un Chochev a dir poco spaesato. E alla fine della fiera è con due regali che il Chievo s’è preso tre punti senza rubare nulla, lasciando il Palermo solo et pen(s)oso in fondo alla classifica.

Scarsi sì, ma non così. Perché le lacune di questa squadra le conosciamo tutti sin da agosto e non ci aspettiamo che i tre centrali diventino di botto Costacurta, Baresi e Maldini. Però l’atteggiamento non va bene, non può andare bene davanti ad un pubblico accorso in massa a dispetto di uno scetticismo che definire giusto è riduttivo. E non va bene nemmeno che si parli ancora di cinesi, per quanto la trattativa esista e stia procedendo con rallentamenti più che prevedibili. A meno che i cinesi non siano due centrali di livello, un regista vero e una punta da far giocare insieme a Nestorovski (che per non soffrire di solitudine s’è messo a fare il mediano), cambiamo argomento. Perché, qualora non si fosse capito, gennaio è l’unica ancora di salvezza. La mentalità, però, no: quella non si compra.


4 thoughts on “Scarsi sì, ma non così

  1. Purtroppo tutti fanno finta di capire…………. ma quello che sta facendo piu’ male di tutto è la continua “connivenza” di personaggi e non nei confronti di questo pseudo signore. Non è che proseguendo a fare i tappetini che si aiuta il “Palermo”

  2. … il commento Non fa una piega! Il friulano se vuol salvarsi a gennaio deve comprare 4-5 giocatori di livello per difesa, centrocampo e attacco…o sarà serie B! Mi spiace per Corini che la grinta ce la mette tutta!
    I cinesi per me non esistono, l’unico che ci può salvare il C… è Cascio, che il padrone a scacciato mesi fa! Ma se Zamparini ha deciso di retrocedere per intascare il paracadute e rovinare il Palermo e i palermitani …allora non ci sono speranze!!!

  3. cin ciu là …. la situazione è questa quà… non capisco quale sia la verità , tutto fa rima, tranne per il fatto che le cose vanno male per chi spera in una salvezza o magari di veder qualche vittoria alla favorita …. eppure se è vero o no se il presidente di fosse veramente stancato e se ci fosse stato un vero interesse americano a quest’ora chi se ne frega cedo tutto e vado via.. e invece siamo ancora punto e a capo solite mala fiure……. sarebbe bastato veramente poco visto i nomi che son passati da queste parti e invece siamo costretti a respirare aria di sconfitte e delusioni ….e allora ….cin ciu là ..ma il cinese dove stà ….

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