Ponte & Vespertino: “Il Palermo? Lo vogliamo in A, tutto il resto è… rascatura”

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Provateci voi a fare una intervista seria a Ernesto Maria Ponte e Sergio Vespertino, nel loro camerino, pochi minuti prima che cominci l’ennesima replica del loro spettacolo “Rascatura”, in scena al teatro Agricantus diretto da Vito Meccio. Ti guardano come se fossi un alieno, ridono e scherzano come per prenderti in giro, non sai mai se dicono qualcosa di serio. E difatti Vespertino esordisce così. “Dal 5 al 15 ottobre sarò ambasciatore della cultura siciliana in Cambogia e Thailandia”. E sorride. Pensi che non sia vero e invece è vero. Una cosa seria, organizzata dalla Farnesina. E Vespertino si lascia andare a un moto d’orgoglio. “Farò delle conferenze a ragazzi universitari thailandesi che studiano l’italiano. Spiegherò il mio lavoro, parlerò della storia del teatro siciliano e farò ascoltare pezzi dei miei spettacoli. Ovviamente in siciliano. Farò ascoltare anche i “cunti”, magari non capiranno un tubo ma sono certo che apprezzeranno”. Ponte replica all’altezza. “Io invece ho in programma di esportare munnizza da Carini a Palermo, nel senso che a Carini – dove abito – non c’è più dove buttarla. Invece a Palermo…”

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Beh, l’intervista – in teoria – era dedicata al Palermo calcio. Vespertino e Ponte sono due tifosi e non potrebbe essere diversamente per due che Palermo ce l’hanno nel sangue. Ma anche qui è difficile capire quando parlano seriamente. Ponte la butta sul ridere. “Zamparini ha venduto? No? Allora è un “cuinnuto”. Baccaglini ha comprato? No? Allora è più “cuinnutu” di lui…” E Vespertino, sibillinamente, aggiunge: “Il Palermo ha giocatori da serie B”. Nel senso che sono scarsi per vincere il campionato o sono adatti alla categoria? Una domanda troppo diretta, Vespertino la fa evaporare con un sorriso.

Diciamola tutta, mi hanno messo in mezzo. Non mi sembrano molto convinti e nemmeno convincenti: ma poi in coro dicono: “Il Palermo lo vogliamo in serie A, non ci interessa sapere come ma vogliamo che ritorni subito in serie A. Tutto il resto è… rascatura”. Già, rascatura. Come il titolo del loro ultimo lavoro (scritto insieme a Salvo Rinaudo) che come sempre sbanca il botteghino. Ci sono altre repliche, le ultime, il 23, 24, 29, e 30 settembre e l’1 ottobre, Teatro Agricantus, la loro seconda casa: ma trovare il biglietto non sarà facile, già fioccano le prenotazioni. Più o meno come al Barbera per le partite del Palermo…

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Ponte, da artista, si sofferma su Coronado, il giocatore che più di tutti ha stuzzicato il palato dei tifosi. “E’ il giocatore perfetto per la piazza di Palermo, sa dribblare, ha giocate di categoria superiore, può trascinare il Palermo”. Vespertino punta sull’effetto stadio. “Mi piacerebbe vedere lo stadio sempre più pieno, sarebbe il valore aggiunto per puntare alla serie A”. Sono passati più di vent’anni da quando i due debuttarono in coppia con “Il cortile degli Aragonesi”: a quei tempi il Palermo navigava prevalentemente in C-1, la serie B era un “lusso”. Ora loro sono sicuramente in serie A mentre il Palermo è in serie B che non è più un lusso ma una punizione.

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Il teatro è di nuovo pieno, mancano pochissimi minuti allo spettacolo e vengo espulso dal loro camerino con gentilezza. “Scrivi quello che vuoi, basta ca’ tinni vai…” E che devo scrivere? Che sono bravi, Ponte e Vespertino. Che il loro spettacolo parla dei massimi sistemi della vita con leggerezza e profondità, come solo il teatro popolare ti può consentire. Che loro sono in serie A e il Palermo no. Che loro si sono fatti un mazzo così per fare ridere la gente mentre il Palermo, negli ultimi anni, ha fatto ridere e basta. Ma il concetto di fondo è lo stesso: “Il Palermo lo vogliamo in serie A”. E tutto il resto è rascatura.

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