Sassuolo, Cannavaro: “Gioco altri due anni, Berardi ricorda Cavani”

Un’etichetta pesante appiccicata addosso e non poche difficoltà per toglierla. Paolo Cannavaro ha dovuto faticare e sudare per non essere ricordato come il “fratello di”, la grandezza di Fabio a volte lo ha oscurato. “Ci ho convissuto per anni con questa etichetta. Fabio è stato uno stimolo da bambino, un macigno e poi la più grande vittoria della mia carriera”, ammette Paolo in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. “Quando mi sono affermato a casa, tornando in A, vincendo la Coppa Italia contro la Juve, la più bella soddisfazione – racconta – , l’etichetta è sparita”. Una vittoria per affermarsi ancora di più.

E il Napoli sempre nel cuore. Napoletano fino al midollo, tifoso e anche difensore per tantissimi della squadra della sua città. Un amore viscerale, tanto che il suo addio al colori azzurri è stato doloroso. Complice anche il rapporto non buono con l’allora tecnico partenopeo Rafa Benitez: “E’ l’unico allenatore che non sono riuscito a convincere, mi ha dato poche possibilità”. Tanta panchina a quei tempi, allora le strade si sono divise. Ma solo formalmente. Il cuore è sempre lì. E recenemente le strade si sono nuovamente incrociate, Sassuolo-Napoli e un episodio del finale che ha fatto discutere. Un presunto fallo di mano ( mai avvenuto), e il chiarimento dello stesso difensore tramite un video su instagram dopo qualche offesa ricevuta.

Ma ciò non basta a cancellare l’amore per quei colori: “E’ casa mia, tutto mi riporta a Napoli. Sono un tifoso e i miei figli di più”. Un tifo che, quindi, si trasmesse dal padre ai figli. E il futuro di Paolo Cannavaro? Il difensore della squadra emiliana non ha nessuna intenzione, nell’immediato, di appendere le scarpe al chiodo: “Voglio giocare altri due anni – annuncia – , sto bene e non ho mai detto ‘che noia l’allenamento’ “. Continuare a calcare quel campo anche per levarsi qualche soddisfazione in più, superare il fratello come presenze in A, fissata a 421 partite giocate: “Posso superarlo – assicura Paolo – , sarebbe un bel traguardo. In qualche cosa devo pur superarlo. Ma il nostro rapporto è splendido”, chiarisce. Una sottolineatura doverosa, ma auspicabile.

Paolo Cannavaro non ha dubbi sul giocatore più forte con il quale abbia mai giocato: “Buffon, spero non smetta mai”. Un elisir di giovinezza per Buffon. Giovani promettenti che, a Sassuolo, di certo non mancano: “Pellegrini mi ricorda il primo Hamsik. Berardi è il futuro del calcio italiano. I grandi li ascolta ed è sempre disposto a migliorare. Mi ricorda Cavani: vuole far gol anche nell’11 contro 0. Se il Sassuolo vuole crescere può tenerlo , m a quest’estate temo che sarà più dura. Ma cito anche Acerbi, il più forte difensore dopo i tre della Juventus, non sbaglia una partita da due anni”. E Paolo Cannavaro cosa vuole fare da grande? : “Farò l’allenatore, dei grandi”, assicura.

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