Se Zamparini ci ruba anche i sogni e le emozioni

E’ possibile disamorarsi a tal punto da non voler andare più allo stadio? Sì, evidentemente è possibile. In molti lo hanno già fatto e non soltanto per i cattivi risultati del Palermo ma per tutto il contesto, irreale e irrazionale come mai. E ho riflettuto nuovamente su questo fenomeno dopo aver visto su Facebook un’accorata dichiarazione di un noto scrittore, avvocato, giornalista, storico tifoso rosanero, più che altro, che mi ha lasciato letteralmente senza fiato.

In questa struggente lettera, rivolta soprattutto a se stesso, il tifoso-poeta (perché di questo a mio parere si tratta) afferma di avere preso una decisione irrevocabile: non andare più allo stadio a vedere il Palermo. E attribuisce questa sua sofferta decisione, che definisce in maniera molto efficace “strappo”, a colui che non vuole neanche nominare e che ha ridotto così il Palermo, spegnendo l’ultima stilla di desiderio, ancora più preziosa a una certa, non più giovane, età. Mi ha commosso il suo addio allo “Stadio delle sue brame” che lo ha visto sempre partecipe, come tifoso in primis e come cronista poi, dato che è risaputo che è stato sempre attento a descrivere l’entusiasmo del pubblico palermitano, del quale si è sempre sentito partecipe e non estraneo. Allo stesso modo sono rimasta quasi stupita dagli innumerevoli messaggi di solidarietà che riflettevano lo stesso stato d’animo.

La cosa più triste è per me constatare come si sia materializzata in tanti la voglia del distacco dalla squadra e dai colori rosanero. E così c’è chi non soltanto non va più allo stadio ma non segue il Palermo neppure in TV, e molti addirittura non seguono più il calcio in generale a causa del progressivo disamoramento causato da decisioni irrazionali della società, fra le quali l’indebolimento della squadra nel mercato di gennaio. Si sta verificando, con le dovute proporzioni, quello che succede al malato terminale che sapendo di dovere concludere a breve la sua vita comincia a distaccarsi dagli affetti terreni per soffrire di meno.

Ci si allontana dal mondo del calcio per non provare sofferenza, perché per un vero tifoso subire l’umiliazione delle continue sconfitte, aspettare un destino annunciato che, settimana dopo settimana, fa precipitare la propria squadra sempre più verso il baratro, significa vivere senza speranza. Una situazione psicologica insopportabile! E tuttavia io voglio credere ancora in un risvolto positivo di questo folle campionato del nostro Palermo. Finché la matematica non ci condanna tutto è ancora possibile e il calcio è bello perché è imprevedibile. E se sarà serie B spero, con tutto il cuore, che si realizzi veramente il rinnovamento societario e che questo riporti quella gioia e quell’entusiasmo in noi tifosi che costituisce il vero patrimonio calcistico di ogni club.

P.S. Il “poeta rosanero” in questione è Benvenuto Caminiti, che ha raccontato per tanti anni il Palermo e lo ha fatto spesso con l’uso – direi provvidenziale – del “dialetto siciliano”, la lingua ufficiale dello stadio Barbera. E’ stato interprete del pensiero di tanti e, da uomo divorato dalla passione, forse ha saputo scriverlo meglio di altri.


7 thoughts on “Se Zamparini ci ruba anche i sogni e le emozioni

  1. Riflessione amara ma giusta. Io invece, siccome il Palermo sarà messo male, ma il calcio in generale è messo peggio, ormai seguo quasi solo il Palermo.

  2. CONCORDO SU TUTTO, SONO CINQUE ANNI CHE SOSTENGO CHE QUESTO UOMO CATTIVO D’ANIMO STA CERCANDO DI PORTAREIL PALERMO IN LEGA PRO E POI I LIBRI IN TRIBUNALE. SONO STATO ANCHE ACCUSATO DI PAZZIA DA TALUNI GIORNALISTI PALERMITANI.
    LA COSA PIU’ GRAVE E’ AVERE TOLTO LA SPERANZA…………DI TUTTO. OPERAZIONE SCIENTIFICA NEL MOMENTO CHE NON CI SONO ALTRI GIOCATORI DA SCHIERARE SE NON I SUOI PUPILLI. QUALCUNO PARLA DI VINCERE…………..E COME ?? SENZA GIOCATORI ?? L’UNICO DI ESPERIENZA E SUPERIORE AGLI ALTRI E’ DIAMANTI CHE NON VEDE IL CAMPO PERCHE’ SAREBBE GRAVE CHE ACCADESSE COME LO SCORSO ANNO IL MIRACOLO DEI VECCHIETTI. CHE SCHIFO. ANDAVO A TUTTE LE TRASFERTE ABITANDO AL NORD MA SONO QUATTRO ANNI CHE NON VADO PIU’ ALLO STADIO, NON MI VA DI ESSERE DERISO.

  3. La delusione e il disamore sono l’inevitabile risvolto della medaglia quando si provano passioni; l’importante è proprio questo, continuare ad essere capaci di passioni, e non solo nell’ambito del calcio o dello sport in generale… Comunque i momenti di riflessione, anche se di amara e perfino impietosa riflessione, sono necessari: anche nella passione è necessaria la consapevolezza…

  4. Una riflessione che riesce a farsi portavoce dei sentimenti non solo di tutti i tifosi, ma di chiunque crede ancora in stili di vita liberi dalla corruzione e dall’idolatria del denaro. Un invito, scritto con un linguaggio che ancora una volta tocca il cuore, a non arrendersi e a sperare in un futuro migliore.

  5. Quando l’anima di imprenditore prevale su qualla di presidente di una squadra di calcio, i risultati non possono essere che questi.
    Il vero tifoso però spera sempre o, quantomeno, non perde l’amore verso la sua squadra.
    Delia, tu sei una vera tifosa!

  6. Mi pare che stiamo drammatizzando esageratamente. Se andiamo in serie B, non è che ci cada il mondo addosso. Certo, se dovesse succedere, ma spero di no, mi dispiacerà. Ma il gioco è questo. E’ successo a tante società, e poi ne sono venute fuori. Andiamo sempre allo stadio e sempre “FORZA PALERMO”. Comunque vada.

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