“Io c’ero, 33 anni fa. E lunedì tornerò allo stadio per gridare che…”

torno allo stadio per gridare che... vitogol

Un pomeriggio del settembre 1986. Dopo settimane di tira e molla tra assegni “cabriolet”, fideiussioni fasulle, fantomatiche cordate e ricerche affannose di pacchetti azionari di incerta proprietà, la Lega Calcio e la Figc di Matarrese e Carraro decretano: il Palermo è radiato. Il Palermo è morto.

Forse per solidarietà con il suo giovane padre, mia figlia Manuela piange nella culla. Mia moglie la prende in braccio mentre indosso la sciarpa rosanero salutandola come faccio a domeniche alterne: “Ciao. Vado allo stadio”. Lei mi guarda perplessa perché le mie lacrime le hanno già annunciato il lutto che ha colpito la nostra famiglia. Le spiego: “Ci riuniamo davanti allo stadio per farci sentire e stabilire cosa fare”.

Arrivo nel piazzale che sento come fosse la mia casa in lutto. Tante sciarpe, tante bandiere, tante lacrime, tantissima rabbia. Partono cori contro Pescara che è in festa per l’insperato ripescaggio. Nell’aria l’odore pungente del fumo dei cassonetti incendiati in una città sgomenta. Una città senza squadra e senza bandiera.

Molti chilometri più a nord, nel ritiro di Sarentino, i giocatori sciolgono le righe sistemandosi “a quel prezzo” nei nidi degli avvoltoi che si nutrono del cadavere del Palermo. Solo due Uomini veri restano fino alla fine. Uno è il povero Veneranda che pochi mesi prima aveva salvato il Palermo dalla retrocessione in C; l’altro è il portiere Franco “Paletta” Paleari. Si protesta, si fanno interrogazioni in parlamento, si ipotizza il trasferimento dalla terza squadra di Roma, di proprietà dell’impresa Lodigiani. Ma non succede niente: partono i campionati e il Palermo semplicemente non c’è.

PALERMO, UN’ALTRA GIORNATA DA FANTACALCIO

Un’azienda petrolifera lancia il referendum “La squadra del cuore” con schede di voto da ritirare nelle pompe di benzina. Palermo si mobilita. La Domenica Sportiva ripete ogni settimana il sorprendente annuncio che entro le prime otto squadre più amate d’Italia ce n’è una che non esiste.

Abituata al suo perenne status di “città senza”, Palermo sopravvive alla morte del Palermo. La maggiore squadra della città gioca in Interregionale, si chiama Palermolympia. Il Presidente Spatola trasforma i colori sociali in rosanero. E così, noi che proprio non ce la facciamo ad andare al campo dei Cantieri Navali che è troppo vicino al camposanto, la domenica sera assistiamo in TV alle epiche sfide della squadra rosanero contro il Lipari e il Carini, mentre il match decisivo per la promozione si gioca contro la “corazzata” Partinicaudace che poi vincerà il campionato.

A dicembre, la Roma di Viola organizza un’amichevole a Palermo contro una squadra russa. Mi scendono le lacrime quando vedo sbucare dal tunnel della Favorita una fila di calciatori in maglia rosanero. Il gesto è salutato dagli applausi dei pochi nostalgici come me che vanno allo stadio per dire qualcosa al calcio italiano. Se ne accorge ancora La Domenica Sportiva che continua a parlare dei tifosi della squadra che non esiste.

BELLINAZZO:” PALERMO, SITUAZIONE GRAVISSIMA”

Dopo le feste, il 7 gennaio 1987 nello studio del notaio Rocca si costituisce una nuova società calcistica: l’Unione Sportiva Città di Palermo i cui colori sociali sono il rosa e il nero. E così giungiamo all’Agosto 1987: oltre 40.000 tifosi in lacrime abbracciano allo stadio il nuovo Palermo nella storica amichevole contro l’Atletico Mineiro. Il colpo d’occhio è straordinario, la felicità al culmine. Il Palermo è risorto.

Appartengo alla schiera di coloro che da anni criticano “il più grande presidente della storia del Palermo”, ma sono il primo a dolersi di poter dire “avevo ragione”. Da tre anni, e Dio sa quanto m’è costato, diserto lo stadio per una silenziosa e civile protesta che m’accomuna a tanti “ingrati” come me. Ma, con la mente rivolta a quel “Settembre nero” del 1986, credo che sia giunto il momento di dimostrare che i tifosi del Palermo sono presenti; civili e sportivi come sempre, ma incazzati.

Gridiamolo in faccia a tutti: ai lestofanti che ci hanno sputato addosso con le loro menzogne e le loro manfrine. Agl’imbroglioni squattrinati in cerca solo di pubblicità. Ai mercenari e ai loro papponi che, come i loro predecessori di circa 30 anni fa, già pregustano lo svincolo e l’inevitabile esodo. Al calcio italiano che segue le orme di un Paese allo sfascio. A chi, in qualche parte del mondo, ha già fiutato l’affare e forse sta pensando di sbarcare a Palermo per la nuova rinascita. Togliamo dagli armadi le nostre sciarpe, issiamo le nostre bandiere, facciamo sentire a tutti chi sono i tifosi del Palermo. Lunedì sera riempiamo lo stadio.

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42 thoughts on ““Io c’ero, 33 anni fa. E lunedì tornerò allo stadio per gridare che…”

    1. Caxxate.
      La città non è affatto morta.
      Come Vitogol anch’io e tanti altri abbiamo atteso di rimettere piede allo stadio nel timore che questi “Inglesi” fossero dei “Friulani” mascherati, ma con la speranza che venissimo smentiti e con il terrore che i nostri incubi si tramutassero in realtà.
      Ma sono anch’io dell’opinione che lunedì dovremmo riempire tutto lo stadio e gridare a questi Lestofanti ed a coloro che hanno intenzione di venire che PALERMO non merita questo, che PALERMO non tollera questo, che PALERMO pretende RISPETTO !!

  1. C’ero anch’io quel maledetto settembre dell’86. Ricordo i comizi e i cassonetti bruciati per le strade.
    Ricordo però che la vera battaglia sul salvataggio del Palermo fu principalmente politica, uno scontro fra la vecchia DC e il nuovo che avanzava; Il vecchio Andreotti contro il giovane Leoluca Orlando. Il Palermo, rimase vittima di quello scontro. Alla fine Fallì per alcune centinaia di milioni, mentre per il blasonato Milan di Farina che aveva un deficit di 25 miliardi si aspetto’ fin quando non spunto’ il Cavaliere…..

  2. La storia si ripete. Questa volta in maniera più cinica. Il Palermo di allora viveva in un’altra realtà; non vi erano i soldi dei diritti televisivi, non vi era il business che oggi gira attorno al calcio e soprattutto il Palermo di allora non possedeva il blasone che faticosamente si è garantito negli ultimi anni.Quindi, lo scempio a cui stiamo assistendo è ancora peggiore di 33 anni fa.

  3. io ricordo il 1986 e ricordo la sensazione di avere perso qualcosa l’anima e di essermi ancor di più attaccato a questi colori alla maglia unica e non ho nessuna intenzione di rivivere quelle brutte sensazioni.
    Vado da sempre allo stadio, contro tutto e tutti, non mi interessa chi è la proprietà, mi interessa vedere solo correre in campo i miei colori, cosa che sembra per molti ormai sepolta da sempre. Bisogna farsi sentire allo stadio durante le partite non scrivere dietro un pc la propria delusione. Bisogna più che mai essere uniti ed al bando le divisioni pure tra tifosi. Se si tiene alla maglia, alla tradizione, ai ricordi, ai colori venite allo stadio, uscite fuori da questa indolenza che è implicita nel palermitano.

  4. Una domanda che può sembrare banale ma che voglio fare lo stesso: Mi chiedo alla fine perché tutto questo. Vorrei capire il fine di tutto cio’.
    Cioè quale è il motivo per cui un gruppo di Inglesi viene qui, si compra il Palermo e lo fa fallire. Che beneficio ne avrebbero ? Non ne riesco a vederne uno.
    Quale regia si cela dietro tutto questo.

    1. Ritengo che questi siano avventurieri squattrinati in cerca di “scecchi morti pi’ livarici i’ chiovi”. Ci hanno tentato, con la complicità dell’innominabile, ma i piani sono saltati, sia per loro che per l’innominabile. Forse speravano di vivacchiare fino a giugno con promozione ottenuta, ed incassare i “dividendi”.
      Vorrei vederli tutti in galera e non ai domiciliari sti FARABUTTI.

    2. E’ una regia friulana.
      Lo svuotare le casse societarie negli ultimi cinque anni compresi i soldi del paracadute.
      Ancora dai tempi di Dybala ci siamo sentiti dire che il bilancio era in fallimento……..

  5. mio caro signore prenda atto che lei fa parte dei criticoni “ingrati” che dovevano essere consapevoli che andando via Zamparini il rischio sarebbe stato sparire….da parte di molti e’ stato detto meglio la serie D che Zamparini beh se accadrà saranno accontentati…..se invece i tifosi avessero fatto i tifosi senza pretendere senza sputi e calci contro l’auto di Zamparini senza i vari cori Zamparini pezzo di m….”accontentandosi” di un periodo di serie A giocata per non retrocedere e qualche campionato di B utile anche per un risanamento economico, magari oggi la situazione sarebbe diversa..di certo ci sarebbe stato meno accanimento delle procure e meno fretta di Zamparini di cedere….sicuramente Zamparini starebbe continuando a gestire i debiti e a recuperare parte degli esborsi, probabilmente ci sarebbe stata qualche operazione di mercato non generalmente condivisa, qualche altro avvicendamento di ds o di allenatore … ma almeno lei oggi avrebbe la possibilità di parlare di calcio con auspici per il futuro anziché vivere il terrore di sparire…..chi e’ causa del proprio male pianga se stesso

    1. Ma che sta dicendo? Sono ormai anni che non si parla più di calcio, nè di progetti sportivi ma soltanto di finte vendite farlocche, debiti e procuratori slavi…..e non certo per colpa dei criticoni ingrati. Semmai la colpa è anche vostra, zampafan ….accondiscendenti……

    2. Ah però: ha ragione. Non ci avevo pensato. Chiedo umilmente scusa a Lei e a Zamparini. Quello del “bilancio migliore della maggioranza delle squadre di serie A”. Quello degli allenatori e dei DS presi e mollati dopo poche settimane. Quello degli Arteaga, dei Balogh, dei Labrin, dei Matusiak e dei Mehmeti. Quello dei contratti mai rinnovati a chi aveva sudato la maglia con onore, specie se apprezzato da noi tifosi. Quello che solo pochi giorni fa pretendeva l’ennesimo suo “grazie” per aver fatto il suo “ultimo regalo alla città di Palermo”.

    3. Ti sfugge un particolare: questa uscita ammuinata è organizzata da circa 5 anni con l’intento scientifico di spolpare tutto quanto e lasciare solo le ossa…

    4. Mic non hai capito niente!!!! Zamparini ha venduto e Zamparini ha comprato!! Gli inglesi quattro attori di infimo ordine!!!

  6. Vitogol sei un grande! Mi hai evocato ricordi amarissimi e bellissimi vissuti in un’età, l’adolescenza, in cui queste esperienze ti rimangono impresse dentro per sempre, come una marchiatura sul cuore. Sono ricordi che appartengono ad un PATRIMONIO COLLETTIVO, perchè quello è il Palermo per noi, un patrimonio collettivo di proprietà della comunità dei tifosi rosanero, ma anche dell’intera città e, per esteso, anche della nostra martoriata isola di Sicilia.
    Questa è la vera essenza del calcio sport e fenomeno di passione popolare collettiva. Per questo siamo noi i veri proprietari del Palermo e dobbiamo urlarlo con forza proprio in questo momento, altro che disertare lo stadio! Come fummo quei quasi 60.000 alla Favorita con l’Atletico Mineiro, come quelle centinaia di migliaia che votammo la scheda della squadra del cuore alle pompe di benzina posizionando il Palermo tra le prime 1 squadre più tifate d’Italia. Oggi assurdamente, nonostante i ricordi recenti di 12 campionati di serie A, presenza in coppe europee, finale di coppa italia, non credo riusciremmo ad ottenere un tale risultato. Con amarezza devo dire che quella tifoseria di allora, delle nostre generazioni, era molto più matura e vera di quella di oggi, ma credo sia un fenomeno che riguarda tutto il calcio, non solo Palermo. Il calcio andrebbe cambiato da tutti noi, collettivamente, per riappropriarcene e toglierlo dalle mani di speculatori senza scrupoli, finanzieri e imprenditori esibizionisti, procuratori mafiosi, dirigenti corrotti e via dicendo.

    1. C’ero anch’io ma su una cosa non sono d’accordo: non sono cambiati i tifosi ma il modo di seguire il calcio e lo sport in generale.
      Prima non c’erano le televisioni ma 90 minuto e i risultati li potevi ascoltare solo sulla radiolina. Adesso basta uno smartphone e puoi fare tutto.
      Probabilmente manca la fame di calcio che c’era una volta. Adesso dopo essersi abituati alla serie A, all’Europa League e alla finale di coppa Italia è dfficile spiegare a giovani tifosi che c’è la concreta possibilità di ripartire dalla D.
      Chi ci tiene per davvero ci sarà ma altri useranno lo smartphone ma non per questo mi erigo a dire che noi siamo migliori dei tifosi di oggi.
      Era un’altra era, facciamocene una ragione

      1. Caro Pino, ti do in parte ragione, ma il nucleo del mio ragionamento non era riferito alle tecnologie che permettono di fruire il calcio quanto piuttosto alla degenerazione del calcio sempre di piu’ verso le logiche del business e della finanza che inevitabilmente uccidono la passione sportiva e, peggio ancora, acuiscono i divari economici tra i territori. E’ su questo che tutti dobbiamo riflettere e non e’ detto che deve essere un destino inevitabile. Le cose si possono cambiare se si vuole, tutti insieme, non devono per forza essere subite.

  7. Caro Vito, per una volta non sono d’accordo con te. Per spiegarmi meglio devo fare una premessa però.
    Voglio essere benpensante(…) di questa nuova proprietà, mi sembra di capire che abbiano fiutato il potenziale e “acquistato” pensando di poter fare business a Palermo, dovremmo esserne felici perché è una cosa che smentisce ancora una volta i cretini che non perdono mai l’occasione di dare dell’ingrato all’appassionato rosanero medio, riconoscendo il giusto valore al bacino del capoluogo siciliano.
    Se però il calcio diventa uno spettacolo costoso che tende alle grandi masse e non a quei bestia che parlano sempre di mentalità, c’è bisogno di un andazzo ben preciso, che sappia conquistare lo spettatore casual, che ispiri simpatia insomma, come detto in altre occasioni.
    Andare allo stadio, ma anche e soprattutto pagare la pay tv diventa il risultato di un lavoro ben fatto, l’approvazione della tua “clientela”, come accade per il cinema, il teatro e tutto ciò che è intrattenimento.
    Se lo spettacolo è bello, ben interpretato, portato avanti con passione, chiarezza, logica, il pubblico si lascerà coinvolgere e saprà ripagare gli sforzi, poco per volta finirà per interessare anche a chi non ha mai visto una partita in vita sua, portandolo anche ad avere legami più profondi e duraturi nel tempo(il famoso zoccolo duro che tanti dicono non esista ma senza mai fermarsi a capire il motivo, ovvero semplicemente che una gestione di cacca non ha saputo conquistare il tifoso casual e trasformarlo in appassionato non sporadico, fatevi due cazzo di domande invece di parlare sempre e solo di Catania & Juventus…).
    Dare però fiducia(i nostri soldi…) ad una proprietà già più confusa che persuasa, potrebbe avere un effetto negativo a mio avviso, fare passare il messaggio che a Palermo si può fare ciò che si vuole, compresi centri commerciali e annessi e connessi, perché tanto il palermitano è una capra e si possono anche fare soldi non mi pare proprio una cosa carina, che poi se ci pensate bene è esattamente quello che è successo dal luglio 2002 ad oggi, dove la gestione alla membro di segugio veniva mascherata dall’entusiasmo iniziale e risultati, nei primi anni, indiscutibili.
    Peccato però che a fare notare le porcate, sin dai tempi della cessione di Toni, erano in due o tre forse, prontamente bollati come attassatori seriali, e mai nessuna di queste cose veniva riportata da chi avrebbe,quantomeno, il dovere morale di spiegare i fatti, così che le masse disattente potessero farsi un’idea che non fosse la solita “eh ma se non c’era lui…” o “io ho visto la Whitaker Challenge Cup” e tu chi minchia sei?
    Bene, se forse avessimo smesso un po’ prima di dare fiducia, “a prescindere”, come la famosa mentalità (da ghetto di sottosviluppati) vorrebbe imporre, forse non saremmo nella melma come oggi, forse non romperemmo i coglioni a chi fa domande, non metteremmo in discussione qualunque articolo riguardi la cronaca degli ultimi, non dico 17 ma 8 anni, dove a leggere certuni la colpa, nonchè la causa dello scempio, è di chi ha cambiato canale, invece di chiedersi come mai la gente sia stufa(eufemismo gentile…) e viale Del Fante sia diventato luogo di vergogne che si fa pure fatica a trovare gli aggettivi adeguati.

    1. Benissimo, e’ proprio questo modello di calcio business che oggi ha il sopravvento assoluto, ed e’ questo modello che uccide lo sport e la passione popolare, anziche’ favorirla come pensi tu, trasformando il calcio in un bene di consumo individuale come tutto il resto. E inoltre questo sistema emargina automaticamente tutti i territori economicamente piu’ depressi come la Sicilia e i fatti oggettivi sono li’ a dimostrarlo. Tutto il resto sono le illusioni che il quotidiano lavaggio del cervello dei mass media vi propinano.

      1. Amico caro, la realtà è questa e non si torna indietro. Se vuoi guardare calcio di serie A ti adegui, sennò rimani nella tua idea romantica di calcio di quarta serie, dove gli spettatori sono i parenti di chi scende in campo e i presidenti invitano ancora quattro scappati di casa per mettere paura alla squadra avversaria. Non mettete in mezzo le famiglie a queste condizioni però, il medico non glielo ha ancora prescritto di andare allo stadio.

  8. Vitogol ha ragione! La risposta a tutta questa vergognosa buffonata dovrebbe essere la piena dimostrazione d’affetto dei tifosi verso i propri colori, verso la squadra ancora prima in classifica… Riempire lo stadio lunedì. Vuol dire noi ci siamo e non vogliamo fallire!!!

  9. …mi chiedo cosa scriverete quando il Palermo calcio non esisterà più. Mi chiedo cosa direte agli amici del Nord che siete tifosi del Milan oppure della Juve perché è più facile stare con i vincitori? Avete ancora la possibilità di riempiere lo Stadio a maggior ragione LUNEDI gridando a tutti che i tifosi ci sono e sono copiosi coloriamo lo Stadio di Rosa Nero

  10. Si può andare allo stadio e contestare fortemente la proprietà. Ma nello stesso tempo dare sostegno e affetto alla squadra del cuore. Niente scuse! La contestazione si fa dentro lo stadio pieno non solo sui social. E sarebbe più efficace e d’effetto!

  11. C’ero anche io quel giorno.Ero ragazzino,ci furono degli arresti in piazza della vergogna.Io mi ricordo che lottavo con tutte le mie forze per quei colori.33anni dopo credo che a tifare Palermo siamo rimasti in pochi…

  12. Il primo lestofante ed imbroglione è quello che tu definisci il più grande presidente della storia del Palermo. Un uomo che viene solo il vomito a nominarlo.

  13. La passione non è morta, e stata uccisa da Zamparini, ed è la sua colpa più grande, insieme alle palle propinate per anni ad una intera città…

  14. La cosa incredibile che Palermo non è riuscita mai ad organizzare una squadra di livello cioè di serie A, (Esclusa la parentesi Barbera) Zamparini venne ad investire a Palermo proprio perchè la piazza era vuota, la gente aveva fame di serie A. Adesso sembra che rischiamo un nuovo fallimento con l’imprenditoria locale ancora una volta inadeguata,assente.

  15. Anche io ricordo bene quel maledetto giorno di 33 anni fa che uccise il mio sogno di calciatore dato che facevo parte degli allievi regionali di mister Gianni Napoli. Mentre gli eventi attuali uccideranno la mia passione di tifoso.

  16. Leggo di gente che si permette di dare del cretino a chi come me sostiene che chi nega che con Zamparini si e’ visto il calcio a Palermo e’ ingrato.
    A questo “egregio” signore confermo che egli rimarra’ un numero della popolazione mentre Zamparini rimarra’ in ogni caso un imprenditore che, prima di lasciare la nave che rischia di affondare, l’ha fatta navigare per 17 anni dando lavoro alla gente anche dell’indotto dando blasone nazionale e internazionale al Palermo dando opportunità ai giornalisti locali di operare a livello nazionale e internazionale (anziché fare i commenti sulla gara con la Battipagliese) ecc.. e soprattutto facendo in modo che il Palermo fino a due campionati fa era in serie A e negli ultimi due ha fatto la B da protagonista…..roba che ante 2003 era nei sogni di chi (se era nato) oggi da del cretino agli altri senza dirlo a se stesso.
    Questi sono fatti inconfutabili e non c’entra niente essere pro Zamparini o contro perché la persona Zamparini e’ cosa diversa dai fatti e in ogni caso un ignorante in materia che da del cretino senza neanche sapere di cosa parla e’ il classico atteggiamento del parassitismo meridionale.
    Portare avanti un’azienda oggi e’ da eroi con tutti i cavilli burocratici e i rischi legali e fiscali che si corrono a volte anche soltanto per questioni di interpretazione, ma soprattutto dovendo essere capaci di ottenere fatturati che ti fanno stare sul mercato. Poi nel caso del calcio e’ da eroi dover mantenere un equilibrio finanziario dovendo pagare una miriade di servizi, le spese, gli stipendi, gli ingaggi e farti bastare i soldi per poter anche comprare i giocatori anche quelli per fare contenti gli ingrati altrimenti se retrocedi ti sputano e ti danno calci all’auto. E naturalmente in tutto questo guai a far trapelare che da imprenditore provi a guadagnare qualcosa come se anziché avere comprato una società nel 2003 fosti eletto dal popolo come presidente di una cooperativa sociale ….
    E’ sufficiente leggere per capire, Zamparini si e’ semplicemente scocciato di certa gente palermitana come si sarebbe scocciato chiunque ed e’ voluto uscire senza tirare più fuori un euro e curando i propri interessi e della sua famiglia…
    Rivolgendomi all'”egregio” signore che da del cretino al prossimo le dico vorrei tanto vedere lei e i suoi colleghi ingrati cosa avreste fatto nella stessa situazione ma ancora di più vorrei vedere tanto cosa sareste capaci di fare in 17 anni in termini di risultati economici e soprattutto sportivi.
    Negli ultimi tempi tanti ingrati social supportati da giornalisti e avvoltoi vari hanno solo insultato e denigrato, pretendendo cessione a qualcuno che ci porti non si sa dove, come se nella sua storia il Palermo sia sempre stato in mano a facoltosi palermitani generosi e capaci….la città dovrebbe un po’ guardarsi allo specchio ogni tanto e rendersi conto di quanto arretrata e povera e’ ….
    Ormai ci sono anche le prove che se l’atteggiamento del pretenzioso pubblico palermitano (che da anni sostiene poco e niente una squadra che non e’ in C come il Catania ma sta tra A e B e qui prima in classifica) fosse stato diverso, volto a sostenere piuttosto che ad abbandonare, volto a pensare al campo piuttosto che a impicciarsi di cose di cui non si ha nessuna cognizione e competenza, oggi la situazione sarebbe diversa.
    Stara’ difficile ma semmai dovessero riuscire a mettere in piedi ciò a cui hanno pensato ci sarà l’opportunità per tutti di sostenere la società comprando azioni in borsa…..sono davvero curioso di vedere quanti ingrati saranno pronti a mettere la mano in tasca e tirare fuori i soldi per la squadra di calcio…..staremo a vedere.

    1. Egregio signore, fa molto ridere e riflettere il termine impicciarsi. Io purtroppo sono ignorante e sicuramente non sono titolare di cattedra a Boston per fare considerazioni così profonde come le sue, noto però una certa irritazione che sembra quasi come quando un certo Giovanni Falcone veniva insultato e invitato ad occuparsi dei fatti suoi, perché metteva in risalto cose che davano fastidio a molti, forse lei è uno di quelli che da un lato sostiene, dall’altro monetizza con qualche biglietto qua e là, o forse è il gestore del bar a cui gli affari vanno male, data la poca affluenza a quel bellissimo spettacolo quale da anni è diventata la commedia del grottesco, vestita di rosa e di nero. La realtà però è che quando uno spettacolo fa pena non si può obbligare le persone a seguirlo, forse bisognerebbe migliorare il prodotto invece di meravigliarsi del fatto che non siamo tutti frequentatori di curve in topless, in perenne ubriachezza molesta e con le spalle girate al campo.
      D’altra parte, e concludo, non capisco nemmeno questa polemica sul seguito, se uno come lei è soltanto interessato alla maglia e al campo in qualunque serie e\o posizione di classifica, non dovrebbe che attenersi a quegli argomenti, quando invece le uniche considerazioni che leggo sono sul pubblico, sarà mica che a forza di stare con le bandiere in faccia neanche si è accorto di Mehmeti o Artega o Cassini o qualche altro campionissimo, che in tanti abbiamo potuto ammirare, ma da ingrati che siamo abbiamo smesso di seguire.

  17. Mic hai ragione, concordo con te con quello che hai scritto. Ed io qualora posso acquistare azioni del Palermo lo farò per sostenere la mia squadra e cosi dovrebbero fare tutti. Se veramente amano la squadra e sono veri tifosi.

  18. Mic e Sergio pensatela come volete ma non potete negare che dal 2011 il detenuto ha scientemente sottratto fraudolentemente le casse sociali destinando a probabili paradisi fiscali le plusvalenze realizzate, oltre ad avere scientemente programmato l’ultima retrocessione in b. Considerando che ha fatto la vendita (ovviamente fittizia) per evitare i domiciliari e considerando che siamo avviati verso la radiazione di cosa dovremmo ringraziare il detenuto?

  19. Sig. CDP le fa onore riconoscere la sua ignoranza ma noto che cio’ non la dissuade dallo scrivere commenti senza contenuto e che appaiono essere un maldestro tentativo di ironia che la rendono un po patetico… non ho un bar ma le posso assicurare che I gestori di bar sono dignitosissimi piccoli imprenditori che contribuiscono all’economia della citta’ piu’ di tanti beneficiari dell’assistenzialismo, talmente tali che quando vanno al bar il caffe se lo fanno pagare cosi come quando vanno allo stadio entrano gratis … vede egregio ignorante (come lei si e’ appellato) l’ingratitudine non e’ quella verso l’uomo Zamparini ma verso la storia che lui ha scritto e che lei, stando alla poverta delle sue argomentazioni, evidentemente non conosce….ecco per ridurre un po l’ignoranza studi la storia e lasci perdere la business administration le garantisco che la vita vera non e’ il gioco del monopoli.

  20. Mi dispiace, ma temo che il mio appello di tifoso anziano che ne ha viste tante sia caduto nel vuoto. Ancora una volta si scontrano le fazioni in lotta da molti anni: quella dei “grati in eterno” e quella, cui appartengo, dei “fuori il mercante dal Tempio”. Zamparini, con i suoi innegabili meriti ma anche con errori le cui conseguenze temo sconteremo ancora per anni, è il passato. Forse. E sottolineo “forse”. Io intendevo richiamare tutti alla mobilitazione in difesa dei nostri colori, che restano a prescindere dagli imprenditori, più o meno solidi, di giornata. E’ il momento di difendere il Palermo. Mentre noi, che ne siamo i proprietari morali e i veri finanziatori, continuiamo a litigare. Davvero un bell’esempio di tifoseria matura, responsabile e degna di rispetto. Mi dispiace. Chiedo scusa a tutti. Ho sbagliato.

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