Cessione Palermo, fondo o società? Ecco cosa potrebbe succedere
“Ancora un po’ di pazienza, per cortesia”. Questo l’incipit dell’articolo dedicato dal Corriere dello Sport alle vicende del Palermo, con l’annuncio nella giornata di ieri dell’intesa raggiunta per la cessione del pacchetto azionario, ma anche i primi dettagli e possibili scenari dell’operazione che iniziano ad emergere.
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A riportare i dettagli di una giornata intensa sono Salvatore Geraci e Paolo Vannini, che scrivono: “Dopo tante scottature non si può ancora dire, anche se la svolta sembra davvero vicina. Ma la complessità dell’operazione, con Zamparini consulente, merita un approfondimento perché il nodo della vicenda consiste nella qualità e nelle caratteristiche dell’interlocutore, dati che a oggi non sono emersi”.
Mentre il Palermo di Stellone si prepara alla trasferta di Verona (e sarà un undici d’assalto), proseguono le voci sul futuro societario: secondo il quotidiano non è dato sapere ancora se gli investitori siano riconducibili a un fondo quotato (come detto più volte da Zamparini) oppure una società non quotata formata da imprenditori impegnati in vari settori, tra cui quello immobiliare.
Se si trattasse di un fondo di investimento, l’acquisto di capitale sociale non punterebbe ad una partecipazione durevole nel tempo, ma alla detenzione di una quota da cui trarre uno specifico profitto. Se invece si trattasse davvero di una società, cambierebbero le prospettive e la tipologia di investimento, che sarebbe a titolo definitivo: si potrebbe prospettare un impegno duraturo, per consolidare i propri asset e la struttura patrimoniale, dopo essersi accollata i debiti esistenti e aver fornito un eventuale bonus per la promozione. La composizione del CdA? La presenza di soggetti a garanzia dell’operazione, indicati da Zamparini, potrebbe essere legata ad una eventuale clausola di riacquisto della società entro tempi contrattualmente prestabiliti.
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