Cremonese-Palermo: la partita di Favalli, il “gentiluomo” tuttofare

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(g.m.) Cremonese – Palermo, in programma sabato prossimo, sarebbe stata la “sua” partita. Come non pensare a Erminio Favalli, giocatore simbolo del Palermo anni ’70 (poi anche dirigente) e anima della Cremonese di Luzzara, giocatore che ha “annusato” l’Inter e la Juve ma che è esploso in “periferia” dove ha sempre conquistato il pubblico per la sua generosità. Dario Romano, amministratore della pagina Football History, mette mano ai ricordi e ricostruisce con qualche pennellata la sua storia. 

Erminio nasce a Cremona nel 1944 e cresce con i grigiorossi: ha un altro passo per i tempi, corre sulla fascia destra in entrambe le fasi. Un’ala che gioca da terzino e viceversa quando occorre. Viene prelevato dall’Inter ma Jair e Corso valli a scalzare: nel ’64 – ’65 per la grande Inter di Helenio Herrera è Triplete, per il giovane Erminio zero presenze.

Il satanasso va bene per i “satanelli”: a Foggia diviene ‘Farfallino’ e si merita la Juve. È il suo ambiente ideale, dove il poco che è rimasto grezzo viene plasmato a dovere: un po’ guascone, ma professionalità allo stato puro dopo l’esperienza bianconera. In mischia, proprio contro i nerazzurri, realizza la rete dello scudetto. Sessanta presenze in bianconero ma con Heriberto Herrera il rapporto scricchiola: era così per tutti. Herrera II e quel “movimiento” che faceva girare anche le scatole.

PALERMO, FORMALIZZATO L’AUMENTO DI CAPITALE

A Mantova, stagione 1970-71, è promozione in Serie A: sembra un talismano. Quando arriva al Palermo di De Grandi è un vero gioiello e si conferma portafortuna. Stagione 1971-1972: l’ultima promozione in Serie A per i rosanero, prima dell’era Zamparini. Fino al 1978, 213 presenze e 6 reti.

Favalli è un tuttofare: chiusa la carriera da capitano, lo vediamo anche nelle vesti di allenatore: per un giorno, e che giorno. 29 marzo 1981. Quando lo sciagurato Egidio (Calloni) porta ancora più sciagura al Milan con quella tripletta che asfalta i rossoneri alla ‘Favorita’ in panchina siede proprio Erminio Favalli. Era stato appena esonerato Veneranda, sarebbe arrivato don Carmelo Di Bella ma lui andò in panchina con Vincenzo Urbani che era stato il vice di Veneranda.

Giocatore, capitano, allenatore, poi direttore sportivo: il calcio vissuto a 360°. A Palermo come a Cremona, dove torna formando con Luzzara un tandem dei gentiluomini che ci fanno preferire ancora una volta lo sport come era una volta. Quando la Farfalla prende prematuramente il volo, 18 aprile del 2008, le sue alette hanno i colori grigiorossi. Ma si vede – e bene – anche il rosanero.

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