Quando ero bambina in curva e Favalli era… u nummaro siette

Ero una bimba ribelle dicono e mi chiamavano “maschiaccio” anche per la mia attitudine a “dialogare” con i coetanei maschi con modi non proprio femminili e a giocare con loro a braccio di ferro. Apparve quindi subito chiaro al mio supertifoso papà che fra le tre figlie femmine fossi io la prescelta da portare allo stadio e da indirizzare verso una carriera di tifosa rosanero.

Il battesimo avvenne in serie B con una partita che mi fece letteralmente innamorare di quel giocatore bello ed elegante che a detta dell’amico di mio padre era “da atta morta di Vanello” che ebbi pure occasione di conoscere personalmente durante una partita di basket alla Fiera del Mediterraneo nell’anno pure legato al mitico cestista Angelo Balducci.

Ma la partita che ricordo con più piacere fu Palermo – Ternana, entrambe le squadre lottavano per la promozione in serie A. Quella volta andai con zio Franco, residente a Rimini e in vacanza a Palermo per qualche giorno, e un altro zio chiamato Franchetto. Stavolta fui costretta ad andare nei popolari e fu certamente una delle esperienze più belle della mia vita. Allora non c’erano sedili e la partita si vedeva tutta in piedi, tra un ammuttune e un altro.

Le femmine erano pochissime e a maggior ragione se bambine come me, oserei dire che ero l’unica. Tra le urla generali e l’immancabile coro contro il Catania spiccava però la voce di una ragazza non propriamente soave. La predetta si distingueva nella folla di scapestrati tifosi e per tutto il tempo della partita non faceva altro che incoraggiare un calciatore che portava calzettoni abbassati alla caviglia gridando a squarciagola “Favalli ! U nummaru siette, vai Favalli !!! “.

Per la cronaca la partita terminò 0 a 0 ed entrambe le squadre furono poi promosse in serie A… per rimanervi solo un anno.

Sempre per la cronaca, il Palermo rimase nella serie cadetta per “soli” 32 anni e non è male ricordare che ritornò in serie A grazie a un certo friuliano…


9 thoughts on “Quando ero bambina in curva e Favalli era… u nummaro siette

  1. E pochissimo tempo dopo avrei iniziato io la mia carriera di tifosa… Come mai non ci siamo incontrate allora, Deliuzza? ❤️❤️❤️saremmo amiche da XXXXXnta anni…

  2. belli questi ricordi!io sono stata allo stadio solo una volta,per una partita con la juve,ero già universitaria ma non ho molt ..forse se fossi andata fin da bambina sarebbe stato diverso

  3. Che bei ricordi di infanzia! Un racconto poetico e divertente.. Un’esperienza unica e indimenticabile per una tifosa a vita che quel giorno allo Stadio viveva una vera e propria iniziazione. Grazie…

  4. se fossi andata allo stadio da bambina forse la mia vita sarebbe stata diversa! sono stata solo una volta allo stadio,ero universitaria con il mio ragazzo di allora..e mi sono annoiata..non ero stata educata a questo sport

  5. Grazie Delia, sempre emozionanti i tuoi ricordi calcistici. Hai risvegliato in me l’ìmmagine di mio padre Franco la sua passione per il calcio e per le sue due squadre il Palermo e il Rimini

  6. Certo, Delia, i miei ricordi partono da molto più lontano, da quando, appena 76 anni or sono, un mio zio mi portò allo stadio, E successe che allora mi infettai. Che il tifo è una malattia che quando ti prende non ti lascia più. Ma i tuoi sono molto più freschi e piacevoli a leggersi. Andrea Uno

  7. E’ sempre molto piacevole leggere i pezzi di Delia, un mix di passione e ricordi rosanero che aiutano chi si è avvicinato solo da poco al calcio a conoscere il Palermo e la sua storia. Da sottolineare alla fine del pezzo il giusto richiamo ai meriti del nostro presidente e alla gratitudine che, comunque la si pensi, gli dobbiamo.

  8. E brava il “maschiaccio” Delia. Allora sei proprio “UNO” di noi, tifosi rosanero.
    Certo è che, se i giocatori tirassero in porta con la stessa “quantità” del Tuo tifo, il Palermo vincerebbe sempre con diversi gol di scarto

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