Eugenio Corini e il Palermo, a Brescia l’ennesimo incrocio “pericoloso”

Corini e il Palermo. I destini dei rosanero e del suo ex capitano (come in una storia infinita) sono pronti ad incrociarsi nuovamente sul campo del Rigamonti di Brescia ed è curioso che anche stavolta il “Genio” vesta i panni dell’allenatore subentrato. Fu il Palermo, a fine settembre del 2012, a “propiziare” con un 4-1 al Chievo l’esonero di Mimmo Di Carlo (altro ex rosa) e l’arrivo di Corini sulla panchina clivense, con salvezza raggiunta nel finale. Nel 2016, invece, Corini sfidò proprio il Chievo pochi giorni dopo essere arrivato in Sicilia al posto dell’esonerato De Zerbi: Corini arrivò il 30 novembre, mentre lo scontro diretto al Barbera (vinto 0-2 dai veneti) si giocò l’11 dicembre.

CORINI STORY: IL “GENIO” E IL PALERMO

Ora il dejà vu si ripropone, con Corini catapultato sulla panchina del Brescia al posto di Suazo per scuotere una formazione rinforzata ma che non ha ancora vinto una partita in campionato, appena in tempo per sfidare la squadra che lo ha ammirato da giocatore e consacrato da allenatore. Una sfida che sarà ancor più speciale, visto che il Genio è tornato (stavolta professionalmente) nella “sua” Brescia, città dove ha messo radici a livello familiare e calcistico.

Cresciuto nelle giovanili del Fionda a Bagnolo Mella (la sua città natale nel bresciano), Corini è passato dalla Voluntas prima di entrare a metà anni ’80 nelle giovanili del Brescia, che poi lo avrebbe fatto esordire tra i professionisti nel 1987. Dopo tre stagioni in Serie B con le rondinelle, due anni alla Juve e una parentesi con Samp e Napoli, Corini è tornato un’altra volta a Brescia (24 presenze nella stagione 1994/95) prima di iniziare il viaggio che lo avrebbe portato a Verona (sponda Hellas e Chievo) e Palermo, prima del finale di carriera a Torino, a cui seguì l’inizio della sua “seconda vita” da allenatore.

PONTE: “PALERMO GROSSA OPERAZIONE, SARO’ PRUDENTE”

Con il ritorno a Brescia (a distanza di 23 anni dalla sua ultima partita con le rondinelle) Corini di fatto chiude un personale tris, avendo allenato le tre squadre simbolo della sua carriera da calciatore (Chievo, Palermo e Brescia). Un dato curioso ma che in fondo non sorprende, viste le qualità da leader indiscusso, che hanno poi spinto le sue ex squadre a chiamarlo in panchina nel tentativo di dare una scossa all’ambiente e ai giocatori, anche a costo di andare controcorrente: a Palermo, ad esempio, andò così in occasione di quella clamorosa conferenza stampa del gennaio 2017, che lo portò a sfogarsi duramente per il clima che si era creato intorno al Palermo, sfogo che sancì la frattura definitiva con Zamparini, ma allo stesso tempo sigillò definitivamente il legame con il tifo rosanero.

Adesso per Corini una nuova missione, quella di rivitalizzare il Brescia e (dopo l’1-1 a Carpi) superare l’esame Palermo: l’anno scorso alla guida del Novara riuscì nello sgambetto con un netto e meritato 0-2 che però fu l’unico vero sussulto di un’avventura che terminò con l’esonero. Stavolta come finirà?

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