Il Palermo dà tempo a Corini, la metamorfosi comincia dal basso

FOTO PEPE / PUGLIA

Gli ultimi due pareggi dicono tanto su come Corini vuole far uscire il Palermo da questa difficile situazione. La società concede ancora tempo al tecnico che sta operando una metamorfosi concettuale, tattica e soprattutto di approccio mentale alle partite.

La brutta sconfitta con la Ternana è stata lo spartiacque. Corini ha capito che la squadra non era pronta a sostenere una proposta di calcio che si fondava sulla costruzione dal basso (con la partecipazione attiva del portiere), un fraseggio di qualità e un gioco comunque propositivo. Si commettevano troppi errori, causati anche dalla precaria condizione psicofisica di alcune pedine ritenute importanti come Stulac, Saric, Di Mariano… Già dalla successiva gara col Pisa si sono visti massicci cambiamenti di atteggiamento e idee, a prescindere dal modulo utilizzato.

Il tecnico, per la gara col Pisa, ha deciso di insistere col 4-3-3 ma con interpretazioni nettamente diverse rispetto alle settimane precedenti. Corini ha scelto di abbassare il baricentro della squadra, ha inserito a centrocampo due giocatori bravi a ‘distruggere’ il gioco avversario e a trasformare l’azione da difensiva a offensiva come Gomes e Broh. Il Palermo ha inoltre rinunciato al palleggio e alla costruzione dal basso per prediligere la ricerca diretta di Brunori e poi andare a lottare sulle seconde palle.

I rosa hanno lasciato il possesso del pallone ai nerazzurri (60% contro 40%) per poi puntare sulle ripartenze veloci. I nuovi concetti hanno funzionato per buona parte della partita ma poi comunque è arrivata la rimonta degli uomini di D’Angelo e tre gol subiti in totale. Per questi motivi Corini ha optato per un nuovo cambiamento, questa volta dal punto di vista tattico.

Col Cittadella, infatti, il Palermo si è schierato per gran parte della partita con una difesa a tre composta da Buttaro come ‘braccetto’ destro, Nedelcearu al centro e Marconi a sinistra; un centrocampo a cinque con Elia a destra, Segre, Gomes, Broh e Mateju (poi Devetak); Brunori è stato il punto di riferimento con Di Mariano più vicino ma con libertà di allargarsi a sinistra, sulla sua zona abituale. I concetti sono rimasti gli stessi della gara col Pisa ma con una nuova veste tattica, più prudente ed equilibrata.

I rosa hanno sofferto poco in fase difensiva contro un Cittadella comunque rimaneggiato e con evidentissimi problemi su più livelli ma non sono riusciti a essere efficaci nella metà campo avversaria, tanto che Corini nel finale ha deciso di schierare il 4-2-3-1, con l’ingresso di Vido, per cercare il gol.

Nel momento di massima difficoltà, dopo Terni, Corini ha quindi scelto di dare priorità alla fase difensiva, di compattare il gruppo, rinunciando a dei principi con i quali aveva iniziato la sua avventura in rosanero. Lo ‘switch’ su cui il tecnico sta lavorando è mentale: i rosa devono capire di essere una squadra in lotta per retrocedere, bisogna andare in campo col coltello tra i denti, in questo momento c’è poco spazio per il bel gioco.

Il Palermo sta vivendo un nuovo periodo di transizione dopo che per settimane, e anche durante il ritiro a Manchester, stava lavorando sul 4-3-3 e su principi ben definiti. Bisognerà capire se la difesa a tre è un’idea che potrà essere riproposta anche a Modena visto che in trasferta questo tipo di gioco (sintetizziamolo con ‘difesa e contropiede’) potrebbe essere più remunerativo e portare benefici, soprattutto in ottica del risultato, l’assoluta priorità per il momento.

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19 thoughts on “Il Palermo dà tempo a Corini, la metamorfosi comincia dal basso

  1. Allora Mirri e sodisfatto corini e incredulo i giocatori anno perso il senso e noi Palermotani perdiamo la dignita e il fegato

  2. Io francamente ho solo visto palla lunga e pedalare con lanci ad minchiam del portiere . Per essere chiari: anche Rossi rilanciava con il portiere ma a centrocampo Migliaccio era pronto a ricevere e smistare ai compagni. Veramente è sconfortante leggere certe valutazioni che spero non siano quelle dell’allenatore. Sarebbe un guaio se Corini pensasse sul serio di risolvere i gravi problemi di gioco tirando s muzzo nel mucchio.

  3. Quindi secondo questa tesi avrebbe gettato a mare Stulac, giocatore dal quale potrebbe invece passare il gioco con fosforo e piedi buoni, lo stesso Saric avrebbe finito di giocare e Brunori dovrebbe rassegnarsi ad inseguire palloni nel deserto. Ma di cosa stiamo parlando?

    1. Non condivido quasi nulla dell’articolo confermo che secondo me la squadra è scarsa che l’allenatore ci mette del suo per non migliorare le cose e che se non si procederà ad acquisti davvero di categoria a gennaio si rischia molto!!!

  4. Per chiudere. Io la penso esattamente al contrario. Andrebbe recuperato subito Stulac , magari con due cursori ai fianchi, andrebbe risolto il problema ormai atavico dei due terzini , andrebbe trovata una spalla per Brunori in modo da toglierlo dalle attenzioni dei marcantoni centrali avversari . Il tutto anche con inserimenti mirati a gennaio.

  5. Corini, nominato sei volte, sette considerando anche ‘tecnico’. Come se tutto fosse Corini (anche l’ultima invenzione, tal Gomes, il ‘Favo nero’, da Manchester, a miracol mostrare). Corini ovunque, qui e altrove e poi, talvolta, un po’ di sfuggita, la Società. Ma la Società ha un nome ed un cognome, Dario Mirri. Il Presidente, il responsabile, ‘u Principale’. Cos’è, innominabile, innominato o altri simili nomignoli in voga anni fa e tutti a ridere? Dario Mirri, ha fatto tutto lui, da oltre tre anni ad oggi, dallo sciagurato giorno delle ‘buste paga’ e sino a Lazard e ai mercati internazionali (ri Settecannoli). Ora, le poche volte che si fa sentire, se ne va per rose e per viole, concetti filosofici elementari, il futuro, l’eternità, l’immortalità, e non manca mai però qualche frecciatina, terra terra, a fuggitivi e a precedenti nefasti forestieri.

  6. Il City Group non ha fretta, tutti sereni e tranquilli, gli abbonamenti si sono decuplicati il futuro è roseo e Mirri è fiducioso, felice e contento.
    Senonché il prossimo anno saremo in serie C, senza tifosi allo stadio e con un parco giocatori svalutato completamente.
    Complimenti a tutti!!!

  7. E’ giusto dare tempo a Corini. I proprietari fanno bene. Mi ricordo il friulano che ne cambiava 2 al mese…per favore…
    Il tempo è galantuomo.

  8. L’ho scritto e lo riscrivo appena saremo ultimi, e il passo è breve , cambieranno l’allenatore secondo me non è una questione di tempo o schemi la squadra non gioca!

  9. Visto che la difesa fa schifo, perché non si provano i vari Doda, Peretti e Accardi? Tanto chiu scuru i menzannuotti un po’ fari. Devetak mi è sembrato volenteroso, vediamo il resto.

  10. Nessuno prova a discutere, smontare o anche integrare o rilanciare a sua volta i concetti tattici raccontati dal Sig. Roberto Parisi. Nessuno. Eppure la chiave di volta è lì. Il Calcio, questo sconosciuto. Il Calcio secondo voi si riduce a “era miegghiu quannu c’era zamparino” oppure la colpa è di “penna bianca” ha fatto tutto lui (ma cosa???) compreso Banca Lazard (e sticazzi!) che per altri ovviamente era inavvicinabile per via di certi numeri in rosso… Mi ricordo quando c’era lui (caro lei) e c’era aria di contestazione (i soliti 200 dei social, così diceva lui) invece poi furono decine e decine di migliaia e u cani muriu (l’US Città di Palermo s’intende). Beh, auguratevi lo stesso con “penna bianca”. Solo 200 sui social e 50.000 a disertare lo stadio. Fate la Storia del Palermo che diamine, non solo “ammaccare” i tasti del compiuter (si scrive così, no?!) Vendicatevi, moltiplicatevi, clonatevi! E trovate delle ragioni plausibili. Basta bilanci senza debiti, basta iscrizioni regolari! Niscemu i picciula!

  11. Nuovo allenatore e rinforzi a gennaio non c’è altra strada per uscire dal fondo classifica…al contrario la C ci aspetta.

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