Jajalo: Mato, “matto e maledetto”. É cominciata la sua riscossa?

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Che strano e bellissimo “mestiere”, quello del tifoso. In cinque giorni può capitare di passare dalla depressione di una disfatta casalinga al trionfo di Avellino. E può capitare che un giocatore, spesso deriso e criticato come Mato Jajalo, faccia la sua partita migliore di sempre con la maglia rosanero e si guadagni, da parte di critici e tifosi, la palma del migliore in campo: Mato “matto” o erano matti quelli che non perdevano occasione per parlarne male e farne addirittura un simbolo di mediocrità della squadra peggiore di sempre voluta da Zamparini?

Pippa o buon giocatore? Onesto lavoratore del pallone o raccomandato di ferro della proprietà? Jajalo, come del resto Posavec e Chochev, sono stati spesso associati nel giudizio dei tifosi come i principali responsabili della sconfortante retrocessione dello scorso anno. E quando parti con il piede sbagliato, si sa, è difficile recuperare popolarità e credibilità. Ma diciamolo chiaramente, la serie A tecnicamente è molto distante da questa serie B che è assolutamente alla portata del Palermo: un giocatore come Jajalo, coriaceo, esperto e coraggioso può essere di grande aiuto, specie nelle partite di contenimento e di combattimento.

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Come spesso accade la verità sta in mezzo, nel calcio come nella vita, solo che quando c’è di mezzo il tifo ragionare con equilibrio è sempre un po’ difficile. Mato Jajalo è un giocatore croato, naturalizzato bosniaco giunto a Palermo nel mese di gennaio del 2015 dopo una breve esperienza a Siena, quattro campionati in Germania, nel Colonia e un anno in Croazia. 

Il suo ruolo è quello di centrocampista, non è sempre preciso nei passaggi ma ha fisico e visione di gioco, corre tantissimo anche se gli manca il cambio di passo, recupera e smista decine di palloni a partita e di conseguenza ne sbaglia anche un buon numero. I tifosi non gli perdonano niente, eppure gli allenatori che si sono succeduti in questi 2 anni e mezzo hanno sempre creduto in lui, tanto che in maglia rosanero Jajalo ha collezionato ben 85 presenze e pertanto una ragione ci deve essere. Senza contare la sua convocazione praticamente fissa nella nazionale bosniaca.

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Mato Jajalo ha il vantaggio di avere un bellissimo carattere, non si deprime e non si offende più di tanto. Fra l’altro ha una bellissima famiglia composta da moglie cantante e ben quattro pargoletti che lo sostengono nei momenti più difficili della sua carriera di calciatore. Si è sempre assunto le sue responsabilità, non ha mai cercato alibi ed è stato l’unico calciatore ad avere risposto alle accuse che l’anno scorso (al termine di una partita casalinga penosa) alcune tifose rosanero rivolgevano ai calciatori all’uscita dallo stadio. 

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Io penso che “un giocatore si vede dal coraggio”, come canta De Gregori e non soltanto dalle sue qualità e dalla sua bravura. E’ vero, Mato non ha particolari e spiccate doti dal punto di vista tecnico ma dal punto di vista umano ne ha da vendere ed è per questo che contro l’Avellino ha fatto la differenza, mostrando grande esperienza e trascinando la squadra verso il successo.

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8 thoughts on “Jajalo: Mato, “matto e maledetto”. É cominciata la sua riscossa?

  1. Bell’articolo. Jajalo come Chochev è un giocatore che, messo nelle migliori condizioni, può dare di più di quello che si è visto fino ad ora. Adesso a chi tocca la prossima “resurrezione”? Trajkovski? Sarebbe ora.

  2. Per Trajkovski la vedo dura … a tutto c’è un limite. Comunque che su Jajalo ci fosse un po’ di prevenzione l’ho sempre detto (chi mi conosce lo sa). E’ un giocatore scarso ma intelligente (che spesso è meglio di uno bravo ma scemo …).
    Sicuramente ha un grande senso tattico

  3. Che dire? Quasi quasi mi ricredo. Jajalo è il paradigma di un pugno di soldati di ventura improvvisamente divenuti capitani coraggiosi. Certo, in parte si deve al diverso livello tecnico del torneo, ma, a mio avviso, anche e soprattutto al tocco magico del pragmatico Tedino. Ad maiora

  4. penso che siano molto discontinui molti giocatori li abbiamo aspettati e contro aspettati a lungo e i risultati si sn visti..certo ce li dobbiamo far piacere e sperare perche’ il presidente non ha attrezzato la squadra come si deve gia’ da tempo è vari esempi ci sn alla portata di tutti a cominciare dal portiere abbiamo in panchina un ottimo portiere d’esperienza perche nn farlo giocare..?..aspettare si in qc caso si e
    bene ma nn sn i tempi di vazquez che era in tribuna…. diventato il giocatore che è adesso…….quanti punti dobbiamo ancora perdere per renderci conto..?…..senza contare le grane societarie…..speriamo bene che S. ROSALIA CI AIUTI……….forza palermo

  5. Speriamo, per il bene del Palermo, che continuino queste resurrezioni. Ne abbiamo tanto bisogno per tornare in serie A.

  6. Mi spiace io non mi ripreso. Un giocatore non può fare una partita buona in tre anni e chi nasce tondo non muore quadrato. Qualcuno vuol fare credere che è diventato di botto un fenomeno. Ma finiamola.

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