Lecce – Palermo, lo spumante restò in frigo per un anno

La mattina del 7 giugno 2003 mia madre mette una bottiglia di spumante in frigorifero nonostante il pessimismo cronico di mio padre, che in realtà faceva così per non provare delusioni in caso di sconfitta. Per le strade della città si vede qualche ambulante che cerca di vendere bandiere e sciarpe rosanero. Non si dice ma si spera: se il Palermo vince a Lecce si va in serie A, dopo una vita di umiliazioni e di delusioni….

Sono passati 15 anni ma sembra un secolo. Ci ripenso con nostalgia. Finalmente un campionato di vertice, una squadra forte da farci sperare fino all’ultimo. Zamparini era arrivato da poco alla presidenza, la curva sempre piena gridava “Zamparini uno di noi”. Il friulano diceva di non credere all’agognata promozione ma in realtà sperava nel miracolo, voleva fare un regalo a se stesso e alla città che lo aveva accolto come un re. Nel giro di pochi mesi cambiarono tre allenatori: Glerean, Arrigoni e infine Sonetti.

La squadra era buona. Molti giocatori furono “travasati” dal Venezia ma non solo: Pippo Maniero, attaccante incostante, che (si dice) piangeva pensando al figlioletto lasciato al Nord; Stefano Morrone instancabile corridore con i calzettoni sempre abbassati; re Artù Di Napoli, adorato dalle donne tifose per il suo bell’aspetto ma anche per la sua classe, purtroppo non sempre espressa in campo; Daniele Di Donato, centrocampista dal cuore grande che è ancora oggi nel cuore dei tifosi; nelle ultime partite c’era pure Lamberto Zauli, uno dei giocatori più eleganti e di classe che il Palermo abbia mai avuto, reduce da un grave infortunio rimediato all’inizio del campionato. L’allenatore era Nedo Sonetti, bravo allenatore, buon padre di famiglia, serio, talmente serio da non scomporsi dinanzi a chi diceva che sarebbe stato licenziato a fine campionato, in ogni caso. Cosa che peraltro avvenne.

PALERMO 2003, QUANDO IL LECCE ANDÒ IN SERIE A AL POSTO DEL PALERMO

Che strano il calcio. Lecce – Palermo, proprio all’ultima giornata fu una sfida fratricida, solo uno dei due sarebbe andato in serie A, una beffa per due tifoserie che hanno cementato nel tempo un rapporto incredibilmente intenso che si è creato nel 1986, quando il presidente leccese Jurlano difese il Palermo che stava per essere radiato.

Lo spumante, dunque, era in frigo. Palermo per una settimana non ha parlato d’altro, solo del sogno della serie A. Lo stadio “Via del Mare” era stracolmo con 40.000 tifosi leccesi che mai nel corso della partita hanno intonato cori contro il Palermo. Al Foro Italico di Palermo, dove venne allestito un maxischermo, mezza Palermo tifava rosanero ma non ha mai insultato la squadra avversaria.

Alla fine il Lecce vinse 3 a 0 e andò in serie A (GUARDA QUI LE IMMAGINI), il Palermo dovette aspettare soltanto un altro anno. La grande delusione fu mitigata dal grande affetto dei tifosi del Lecce. Allo stadio ci furono applausi reciproci e si videro sventolare bandiere di colore diverso. I tifosi delle due squadre si abbracciarono per le strade di Lecce intonando cori festosi, convinti di condividere un’unica passione: quella per il calcio e per uno stesso ideale. Così piace pensare al calcio.

P.S.: Lo spumante restò in frigo per un anno, fu stappato nella notte del 29 maggio 2004. Una notte indimenticabile.

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6 thoughts on “Lecce – Palermo, lo spumante restò in frigo per un anno

  1. Grazie, Delia, per questo bel ricordo. Come sai, io non vengo più allo stadio e mi domando solo chi abbia preso il mio posto in Gradinata alle tue spalle. Non che soffra di meno dal divano di casa, anzi. Ma anch’io, come la curva, non canto più “Zamparini uno di noi”. Piuttosto, mi domando quando potrò tornare credendo ancora nei valori dello sport che non ritrovo più nel calcio e che, per quanto ci riguarda, non prevedono per forza la Serie A, i Cavani, i Pastore, gli Zauli ma il conseguimento del miglior risultato sportivo in funzione delle risorse disponibili. Programmi anche modesti, ma seri e gente che indossi la mia maglia con le doti morali di un Morrone o di un Di Donato. Per tornare a quella notte, l’euforia “dei primi tempi” ci fece ignorare qualcosa che mi colpì e che avrebbe dovuto farci riflettere. In quella partita Tonino Asta, uno che aveva giocato nel Napoli, nel Torino e anche in Nazionale e che era stato presentato come uno dei “colpi” del mercato, si fratturò un piede ma rimase in campo a soffrire per non lasciare in 10 i compagni. Zamparini (e Foschi) rescissero il contratto in anticipo e Asta dovette ritirarsi dopo aver vinto il contenzioso legale che intentò contro il Palermo. Questo non è quello che vorrei vedere più nella mia squadra. La categoria non conta, contano i valori. Saluti e Forza Palermo sempre.

  2. Complimenti a Delia Romano per l’articolo, Sintetizza alla perfezione quella strana sera. Da giornalista vera.

  3. Complimenti sia per l’articolo sia per la straordinaria memoria che ti ha permesso un racconto così dettagliato a distanza di più di 15 anni! Non ricordavo questo episodio, ma la vivacità della tua ricostruzione mi ha coinvolto; e poi bella l’idea di fare ruotare i ricordi attorno alla bottiglia di spumante rimasta in frigo per un anno…

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