Luperini, “l’enfant prodige” dello Zambra pronto al decollo con il Palermo

Prima del Palermo, del Trapani e addirittura della Sampdoria, c’era lo Zambra: squadra locale di Pisa dove Gregorio Luperini (classe 1994, nato appunto a Pisa) ha mosso i primi passi. Capello lungo e sorriso che colpisce, già ai tempi tratti distintivi insieme alla capacità di inserimento e la fame di vittorie.

Aveva solo una decina d’anni Gregorio, ma il talento era sotto gli occhi di tutti, soprattutto dell’allenatore Maurizio Grassini: “Nella stagione 2004 – 2005 era già più forte rispetto ad altri. Da sempre duttile. Lo schieravo ovunque… ma dalla “cintola” in su. Aveva attitudini offensive ed era bravo anche in fase di interdizione e palleggio. Già si vedeva cosa sarebbe potuto diventare”.

La maglia che arrivava fino alle ginocchia e un futuro evidente, scritto su un campo di calcio. Talento reso ancor più cristallino dal suo essere precoce: nessun coetaneo riusciva a togliergli il pallone. E quel “genietto” che ama la musica italiana cominciava a costruire la strada per il futuro. “Giocava a calcio tutto il giorno. Poi a quell’età, a quelli bravi, il pallone non glielo stacchi”. E lui, insieme al compagno Tommaso Biasci ora al Carpi, erano quelli bravi. “Avevo 18 ragazzi, tutti allo stesso livello. Ma loro due erano destinati al professionismo”aggiunge Grassini.

Il mister ne ha visti e allenati tanti di bambini, ma quel giovane “Lupo” con il capello al vento suscitò qualcosa di particolare: “Durante un torneo di fine anno chiesi a Gregorio di farci una foto insieme, “chissà mai che diventi un campione” aggiunsi. Feci questa foto proprio come una predizione”. E Gregorio l’anno dopo era già partito per altre mete in cerca della sua dimensione. “Aveva già la testa al calcio, se non ce l’hai non puoi arrivare. Era motivato. Un ragazzo solare, sempre disponibile, ascoltava l’allenatore e aiutava i compagni. Alleno ancora i giovani e sta a noi dargli un bagaglio di esperienze. Devi spronarli a provare vari ruoli, perché abbiano visione di tante parti del campo”.

Insegnamento che Luperini ha recepito alla perfezione: il 26enne si muove, infatti, in tutte le zone del centrocampo e nella sua carriera è stato schierato a destra, al centro e a sinistra. Una carriera che non ha ancora avuto un vero e proprio “decollo” con i sogni fermi al terminal dell’aeroporto. L’occasione poteva essere quella bianconera: tanto attesa e desiderata. Concretizzatasi nel 2015 con una firma a Torino. Però il destino ha detto no e quella fu l’ultima volta che Luperini vide la città piemontese.

Alla Juve c’era Paratici che lo voleva dai tempi della Samp – tra i blucerchiati il giovane Gregorio ha giocato 4 anni: due di Allievi Nazionali e due di Primavera -. Lui fu mandato in prestito alla Pro Vercelli e al Pontedera. Anni indimenticabili che lo hanno formato. E il treno Juventus passò. Arrivò la cessione alla Cremonese. Nessuna partita in bianconero, nessun incontro con Dybala e compagni. “Paratici – ha raccontato Luperini a Itasportpress – mi conosce perché quando lavorava alla Sampdoria io giocavo nel settore giovanile e poi quando è andato alla Juventus ha voluto portarmi lì. Ora pensa a Ronaldo”. E Luperini al Palermo. Il volo per la A è sempre in partenza.

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