Martinelli, un anno dopo: “Il cuore è ancora a Palermo, tornerò al Barbera”

Un anno per rimettere a posto i pezzi. E la vita. Giorni durissimi, passati tra tanti bassi e pochi alti in cerca del proprio futuro che, per necessità, deve essere lontano dal terreno di gioco. Alessandro Martinelli, l’ex capitano del Palermo che per un problema cardiaco ha dovuto dire addio alla squadra una volta trascinata in Serie C, ricostruisce il suo mondo. Erano i primi giorni di settembre del 2020, un incubo difficile da rimuovere.

Con il rammarico di un sogno spezzato nel momento più bello: quando una promozione e la fascia di capitano gli davano la possibilità di calciare un pallone in un’avventura, forse leggendaria, tutta rosa e nero. “Sono costretto a rinunciare. Purtroppo il mio problema non migliora: può solo rimanere stabile o peggiorare – spiega Martinelli -. Per questo motivo mi è vietata l’attività agonistica. Ho avuto anche un piccolo crollo psicologico che cerco di superare. Adesso sto in famiglia e mi diverto con allenamenti, qualche corsetta e partitelle. Sicuramente non potevo restare fermo. Ho recuperato: la risposta di un controllo generale è positiva”.

Difficile, per chi è abituato agli spalti e alle gare e alla competizione pura. Ma bisogna rassegnarsi. Inoltre Martinelli era un capitano vero, senza togliere nulla a Santana che del club di viale del Fante rimarrà per sempre simbolo e personaggio epico. Ma il centrocampista c’era, e in ogni partita col Palermo della rinascita ha dato il suo contributo. Sia dentro che fuori dal campo. Mettendo la faccia in conferenza con una personalità perfetta per il ruolo: serio e di poche parole. Un po’ come il neo leader, De Rose, che è riuscito a colmare il vuoto dello svizzero ex Brescia dopo l’esperimento fallito di Boscaglia che diede la fascia a Somma. Ora in esubero.

Capitano rosanero

“Non conosco personalmente De Rose ma ho giocato contro di lui e ne apprezzo le qualità: è perfetto per il ruolo“. La benedizione di Martinelli che del Palermo cerca di seguire tutte le peripezie, nonostante in Svizzera sia difficile andare dietro al campionato italiano di C, se non con gli highlights. Problemi di tv e Ip, roba da smanettoni insomma. Poi ci sono però gli informatori, gli esperti, amici di sempre ancora in rosa, con cui Alessandro si tiene in contatto. “Parlo spesso con Lancini e Pelagotti, sono contento stiano facendo bene”.

“Ho visto anche la prima gara col Picerno in tv – prosegue – ma dalla Svizzera è un casino, non aspetto altro che tornare a Palermo nei prossimi mesi per vedere un match dal vivo sugli spalti del Barbera”. Una promessa quella dell’ex centrocampista che il campionato di C lo conosce bene. Lo ha già affrontato con Portogruaro e Venezia, da qui i consigli a Filippi e compagni. “Per la C devi partire subito bene e cercare più risultati utili consecutivi. Perché se perdi il treno è difficile recuperare. Si gioca in piazze che masticano calcio e che hanno voglia di emergere. La lotta è dura. Ma la rosa del Palermo può sicuramente riuscire nell’intento perché la base c’è”.

Una nuova vita

Martinelli si è riscoperto più forte delle avversità. Ha riallacciato i rapporti col sogno chiamato pallone e ha anche trovato squadra. Da luglio gioca in una formazione dilettantistica Svizzera, il Castello: per lui 2 presenze e un gol di testa nel derby. “In verità si tratta di una attività tranquilla. Vietati gli sforzi di prima. Il campo e la squadra praticamente sono sotto casa. E’ come tornare indietro alla mia infanzia”. Emozioni a cui è difficile rinunciare. Che diventano più preziose quando si scopre che nello stesso spogliatoio c’è il fratello minore. “‘Sì, lui fa il militare ma quando possiamo giochiamo insieme”.

Nel futuro, nonostante le avversità, c’è sempre il pallone. “Collaboro con il mio procuratore e ho lavorato col Chiasso – squadra in cui milita Morganella, altro amico ed ex rosanero -, seguo le partite e analizzo le prestazioni dei calciatori”. La nuova passione si chiama “scouting”. E poi un giorno, chissà, magari Martinelli sarà direttore sportivo. “Devo studiare e imparare. A settembre iniziano i corsi, mi piacerebbe fare l’osservatore e girare dappertutto. Sento che questa strada mi può dare tanto”.

Il messaggio di Martinelli

Palermo e Martinelli hanno in comune una cosa: entrambi non dimenticano. Il centrocampista che con la maglia rosa ha dato tutto sarà sempre fan della città che gli ha mostrato affetto, e i tifosi che ne hanno seguito la storia lo accoglieranno ogni volta a braccia aperte. Per le qualità umane, perché ha sudato la classica maglia e ha lasciato un ricordo indelebile. “Ringrazio i tifosi, proprio tutti. Ho fatto il mio lavoro con impegno e serietà. Presto sarò con voi. Il Palermo tornerà dove merita”.

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