Mauri e il Palermo: “Io ci sono, chiedete a Pergolizzi. Il rigore… “

FOTO PEPE/PUGLIA

“Palermo, io ci sono”. Parola di Juan Mauri, che dopo il gol segnato al Marsala si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport edizione Sicilia tra sensazioni e propositi per il nuovo anno, un pensiero per il capitano Santana e la voglia di prendersi le proprie responsabilità e prendere per mano i rosanero. A cominciare dai rigori.

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Intervistato da Fabrizio Vitale, Mauri rivela: “Prima della partita Pergolizzi mi ha chiesto se me la fossi sentita di calciare e di parlare con Ricciardo. Quando l’arbitro ha fischiato sono andato da lui e mi ha detto: ”tiralo tu”. Avrebbe voluto tirarlo Felici, ma una volta che gioco ho detto almeno faccio un gol… Io ci sono, Pergolizzi sa quello che posso dare, il rigore l’ho voluto tirare anche per ritrovare fiducia in me stesso, visto che in sei mesi avevo fatto soltanto una partita”.

E sul fronte del poco impiego: “Spero cambi il vento, mi piacerebbe giocare di più. Dualismo con Martin? Mi piacerebbe giocare con lui, ma la regola degli under è complicata. Da mezzala ho giocato a Nola, non sarebbe un problema per me. L’allenatore continua a dire che non è una soluzione percorribile? Bisogna chiedere a lui. Io credo che tutti possano giocare insieme, basta sapersi adattare”

Poi racconta il gol: “Segnare è sempre bello, non mi riusciva da tempo, non ricordo nemmeno da quando. È più speciale perché c’era la mia famiglia allo stadio, il gol lo dedico a loro. Santana? Non sono abituato a segnare, non sapevo che fare, l’ho visto in panchina e sono corso da lui. Mario per la sua storia, per il suo carisma è un riferimento. Ci sta vicino, s’arrabbia, ci sprona. So come si sente”.

Infine i propositi per il 2020: “Ho parlato con l’allenatore e con Castagnini, voglio guadagnarmi il contratto per l’anno prossimo, stando fuori non posso fare nulla, ma per il bene del Palermo ci sto. Pensare di andare via? Sinceramente no. Castagnini mi ha detto: “Tu non ti muovi”. E se centreremo la promozione nessuno si ricorderà di come giocavamo, ma che abbiamo vinto. Tra giocare bene e vincere, io preferisco vincere”.

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