Morte Magherini, assolti i tre carabinieri: “Il fatto non costituisce reato”

Termina con una sentenza di assoluzione per i tre carabinieri imputati il processo giudiziario relativo alla morte di Riccardo Magherini, ex promessa del calcio e figlio di Guido Magherini, ex giocatore del Palermo negli anni ’70 e fortemente legato alla città e ai suoi tifosi. Una morte diventata un caso a livello nazionale e che tuttora genera reazioni contrastanti.

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Dopo le sentenze di primo e secondo grado che condannavano i tre carabinieri Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta per omicidio colposo, la Cassazione ha deciso per l’assoluzione senza rinvio “perché il fatto non costituisce reato”: Magherini era stato fermato dai tre agenti nella notte del 3 marzo 2014 in una strada di San Frediano (a Firenze) dove era stato sentito urlare in stato di forte agitazione e sotto l’effetto di stupefacenti.

Magherini durante il fermo chiese aiuto, urlando di sentirsi morire prima di smettere di agitarsi; i carabinieri lo tennero comunque sdraiato per terra e quando arrivò l’ambulanza, ormai era in arresto cardiocircolatorio. Secondo le varie sentenze e come ribadito dal Pg in Cassazione, “se i carabinieri lo avessero messo in posizione eretta” sarebbe stato possibile soccorrerlo e con alta probabilità di evitarne la morte, ma ad essere accolta è la tesi della difesa che attribuisce la morte di Magherini ad una serie di concause e non solo alla condotta dei tre carabinieri che “non avevano le conoscenze mediche per riconoscere i segni di una crisi respiratoria… era necessario bloccarlo e i carabinieri non potevano capire che era il momento di metterlo a sedere”.

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