Padova-Palermo nel nome di Gianni Di Marzio. E Gianluca ricorda che…

Il suo smartphone in questi giorni sarebbe stato infuocato: tutti a chiedere consigli a Gianni Di Marzio sul match del momento tra Padova e Palermo valido per la finale playoff e passaggio obbligatorio del sogno Serie B. Ne sono sicuro (lo avrei fatto anch’io). Purtroppo Gianni non c’è più, ma rimane la sua enorme eredità tramandata al figlio Gianluca, noto giornalista di Sky – oggi alla telecronaca – che all’Euganeo verrà investito da una miriade di emozioni e ricordi.

Appuntamento col destino? Non potrebbe essere altrimenti, visto che Gianni ha guidato entrambe le piazze da allenatore o da direttore e Gianluca ha praticamente dato il via alla sua carriera televisiva dall’allora Stadio Appiani: piccoli passi prima di diventare il guru del calciomercato, ma momenti indelebili.

“Padova – Palermo fu la prima partita da giovanissimo giornalista quando iniziai questo mestiere”, racconta Gianluca Di Marzio. Era il 29 maggio 1994, ultima partita allo stadio Appiani poi divenuto Euganeo. “Finì 0 – 0, lavoravo per Padova Sport e feci collegamenti con Antenna Sicilia: una sorta di radio-telecronaca attraverso il telefono. Il mio debutto”.

Oggi in campo nel nome del padre che, nelle due città, ha lasciato parte di sé. Padova è diventata la sua casa per 40 anni, fino al giorno della sua morte avvenuta pochi mesi fa. Il capoluogo siciliano, invece, il luogo felice in cui ritrovarsi con gli amici dopo una beffarda retrocessione “cancellata” anni dopo con una salvezza in serie A che sembrava impossibile.

“Per papà, Palermo e Padova furono momenti segnati da due retrocessioni molto dolorose, accompagnate però dagli applausi della gente. Il tributo delle città andava ben oltre i risultati in campo. Papà aveva un bellissimo rapporto e non solo con l’ambiente sportivo, conosceva ed era amico di tutti. Infatti, la prima cosa che avrebbe fatto in questa giornata di sport sarebbe stata quella di riunire gli amici per uno Spritz in piazza. O per fare due passi. Li avrebbe addirittura ospitati per ammirare il suo museo, costringendo mia mamma a cucinare all’ultimo momento. Per lui aprire le porte di casa e delle sue reliquie era il massimo della gioia e della passione di uomo, prima che di sportivo”.

La partita di Gianni e la similitudine con Baldini

Un personaggio, Gianni, vulcanico e verace. Dal viso un po’ ruvido e il cuore buono. Gli esempi si sprecano. Una volta litigò animatamente con un noto giornalista ma la rabbia durò pochi minuti, perché quando si mise a piovere lo riparò di persona dal maltempo con una dolcezza d’altri tempi, promettendogli di partecipare alle sue nozze, cosa che puntualmente fece con la moglie Tucci, regalandogli una vacanza a Parigi come viaggio di nozze. Un’altra volta, pur di soddisfare un desiderio di un amico, fermò il pullman del Palermo con i calciatori dentro per consegnargli personalmente due… casse di champagne! Questo era Gianni Di Marzio, ma non solo: attore di teatro sì, ma tuttologo preparato e intelligente, scopritore di talenti immortali come Maradona. Un uomo totalmente innamorato del pallone e della vita che a Gianluca ha trasmesso competenza e principi sani.

“Papà, oggi, avrebbe parlato della partita con un fiume di parole, tra aneddoti e analizzando Oddo e Baldini. Inoltre, apprezzando sicuramente il gemellaggio tra le tifoserie. Il suo cuore sarebbe rimasto in bilico fra i due amori, momenti straordinari della sua carriera di allenatore e dirigente, apprezzato anche nei momenti meno luminosi. Magari si sarebbe sentito in difficoltà nel fare un pronostico. Di una cosa sono certo: questa finale sarebbe stata per lui una festa”.

“In ospedale, la notte prima che morisse, mi chiese se il Padova sarebbe arrivato alla promozione diretta. Gli dissi che il Sudtirol andava forte anche perché aveva comprato gente come Galuppini. Lui rispose secco: “Secondo me ce la fa“. Non immaginava ovviamente che sarebbe andata a finire così, con uno scontro “in famiglia” col Palermo di Baldini, tecnico che Gianni apprezzava e che vedeva vincente. “Silvio non ha paura: se è contro il Milan, si batte senza soggezione – disse la settimana prima di lasciarci con l’impeto delle migliori giornate -. Forse il suo predecessore non aveva la mentalità da leadership per tentare il tutto per tutto. Baldini no, non si ferma davanti a nulla”.

“Ti dico la verità: Palermo per lui è stata l’ultima meravigliosa soddisfazione. Il periodo con Ballardini e quella complicata salvezza sono rimasti scolpiti nella sua memoria. Fino a ieri ci siamo scritti con Maresca, Sorrentino e Gilardino, commentando le foto che tutti ancora abbiamo nei telefonini. Immagini e ricordi di una impresa, la firma sulla sua carriera, l’ultima volta in cui un risultato ha influito sul suo stato d’animo. Era felice, papà. Quel Palermo – Verona 4 – 2 è stato il suo saluto da protagonista, anche se non in panchina. In ricordo di quella gioia, forse, il suo tifo, stasera, penderebbe, per il 51%, a favore del Palermo, anche perché a Padova nonostante l’impegno non è riuscito a ottenere un risultato importante. In rosanero invece ha chiuso un cerchio, che si era aperto con la retrocessione dei rosa in C1. Un percorso alla Baldini”.

Brunori, Chiricò e Ronaldo per un match da Serie A

Il clima è quello delle grandi occasioni. “Seguiremo la partita con Sky: io alla telecronaca e Nando Orsi al commento tecnico, interventi da bordocampo e altro: come se fosse Serie A. Sarà fantastico vivere questa voglia di rinascita che hanno palermitani e padovani con i tifosi che, via via, si sono riappropriati della squadra grazie a un cammino molto simile. Non vedo l’ora di poter commentare quello che spero sia uno spettacolo bellissimo”.

Il Palermo può contare su Brunori, in gol 28 volte contro 18 squadre diverse. “La forza del Padova è in Ronaldo e Chiricò che in questa categoria non c’entrano niente e possono risolvere la partita in qualsiasi momento. Il Palermo ha bisogno di arrivare al gol e a Brunori attraverso il gioco. Serve che tutto funzioni alla perfezione, perché i rosa hanno bisogno di un meccanismo che supporti la manovra offensiva. Il Padova invece può permettersi – a volte – di sonnecchiare grazie al valore dei singoli interpreti. Credo però che il Palermo sia più forte del Catanzaro ma concede un po’ di più in difesa. È la sua filosofia”.

Infine, un messaggio proprio all’italo-brasiliano, l’uomo dei record. “Devo ringraziarlo, perché mi ha già mandato via Instagram la foto della maglia numero 9 che ha fatto preparare per mio figlio Giovanni. Il piccolo aveva ricevuto quella di Chiricò, e Matteo ha detto: “No, deve avere anche quella del Palermo”. Ed io sono contento che le abbia entrambe, in onore di due squadre per sempre nel cuore del nonno. Per chiunque vinca, ci saranno solo applausi da lassù”.

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3 thoughts on “Padova-Palermo nel nome di Gianni Di Marzio. E Gianluca ricorda che…

  1. Palermo Verona 3 a 2. (”Santa Madonna! manco le basi der mestiere te ricordi, ma che cxxxo, Arfio !!!”-Un sacco bello-). Quanto ai gemellaggi, infranti sia con il Lecce sia con il Padova, quando entrambe le squadre si schierarono in prima fila con chi pretendeva la retrocessione del Palermo in Serie C. Anno Domini 2019. Non so, è passato del tempo, forse tutto è cambiato, di nuovo. Certe canzoni d’amore, d’estate tornano improvvisamente in voga. Come ‘Il peperone’ di Edoardo Vianello

  2. Lascia perdere le società fondate sul business, il gemellaggio vero è quello sancito dei tifosi. Quello è stato sempre mantenuto e non si è mai infranto sino ad oggi. Questa sarà una dura prova e vediamo se sopraviverà. Forza Palermo, forza Padova ma Palermo in B.

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