Palermo, il Bari è un ostacolo… Grosso: quando Fabio sognava in rosa

Il suo nome è legato ai momenti più alti della storia del Palermo e della nazionale degli ultimi 30 anni. Stiamo parlando di Fabio Grosso, ex calciatore, adesso allenatore del Bari capolista che domenica alle 17,30 sfiderà il Palermo al San Nicola nel big match della 18esima giornata.

Fabio Grosso nasce a Roma, il 28 novembre 1977. La sua carriera comincia nel 1994, campionato di Eccellenza: con la maglia del Renato Curi, la seconda squadra di Pescara, fece intravedere le doti che poi lo avrebbero reso famoso: terzino duttile, bravo nelle due fasi di gioco, formidabile nei calci piazzati in quanto dotato di un tiro potente. Il debutto tra i professionisti avviene l’anno successivo, con il Chieti in C2 (17 reti in tre stagioni) con cui ha conquistato una  promozione. La sua classe non passa inosservata e difatti lo ingaggia il Perugia dove Serse Cosmi lo impiegò in diversi ruoli per poi trovargli una collocazione definitiva di terzino sinistro. Anche la nazionale allenata da Giovanni Trapattoni, nel frattempo, si accorse di lui facendolo esordire in azzurro il 30 aprile 2003, nella partita amichevole Svizzera-Italia (1-2).

PALERMO, BARI ED IL FALLIMENTO: ANALOGIE E DIFFERENZE

La svolta “rosa” avviene il 30 gennaio del 2004. Grosso riceve la proposta di Rino Foschi, allora d.s. del Palermo, che lo vuole in rosanero su richiesta dell’allenatore Guidolin. Il buon Fabio accetta senza tentennamenti, la squadra del neo presidente Zamparini è in forte ascesa, nei primissimi posti della classifica, con gente del calibro di Toni, Corini, Zauli e Berti. Un progetto a largo raggio che prevedeva, oltre alla promozione in serie A che sarebbe arrivata il 29 maggio, grosse ambizioni nella massima serie. E proprio in A, col Palermo, avviene la sua definitiva consacrazione con prestazioni in crescendo che ne fanno uno dei giocatori più forti nel suo ruolo. Al nuovo CT della nazionale, Marcello Lippi, sempre attento e competente, gli venne naturale convocarlo: bastarono poche partite e Grosso fu promosso a terzino sinistro titolare, spostando Zambrotta sulla fascia destra. Grosso segna il suo primo gol in Nazionale il 3 settembre 2005 a Glasgow, contro la Scozia (1-1).

ZAMPARINI IN GRAN SEGRETO A PALERMO. MERCATO E TRATTATIVA CON CASCIO

Con il Palermo gioca per tre anni consecutivi l’Europa League, sfiorando anche una storica qualificazione in Champions League. Il 2006 è l’anno più importante per il Fabio nazionale, ci sono i Mondiali in Germania e nel frattempo scoppia lo scandalo di Calciopoli e la Juventus viene condannata in serie B. L’Inter compra Grosso dal Palermo per una cifra di circa 6,5 milioni di euro. Ma la soddisfazione, per i tifosi rosa, è che Grosso è ufficialmente ancora un giocatore del Palermo quando partecipa al mondiale tedesco insieme ad altri 4 compagni di squadra: Toni, Barzagli, Zaccardo e Barone che saranno decisivi per lo straordinario risultato finale.

REPUBBLICA – FALLIMENTO PALERMO: IL TRUCCO DEL FACTORING

Un Mondiale, quello del 2006, in cui Grosso mette la firma su tutti gli episodi decisivi per la squadra italiana. Partito come riserva, gioca la terza vittoriosa partita contro la Repubblica Ceca. Negli ottavi gli azzurri superano l’Australia solo grazie al gol di Totti al 93esimo su calcio di rigore per un fallo proprio su Grosso. Nella semifinale contro la Germania al 119esimo minuto è suo il gol a spianare la strada dell’Italia verso la finale di Berlino. Nella finale del Mondiale Grosso mette a segno il quinto e ultimo rigore che consente all’Italia la conquista del titolo mondiale dopo 24 anni e di colorare d’azzurro il cielo di Berlino. L’esultanza dopo il gol alla Germania e il rigore in finale rimangono la fotografia di quel Mondiale ed entrano di diritto nella storia del calcio italiano.

Quel 2006, dicevamo, rappresenta il momento più alto della carriera di Fabio Grosso, infatti gli anni che seguono fanno parte della parabola discendente della sua strepitosa carriera. Con l’Inter fa in tempo a vincere il secondo scudetto dell’era Mourinho. L’anno dopo passa al Lione in Francia dove rimane due anni, vincendo una Supercoppa. Il 31 agosto 2009, con un accordo raggiunto nell’ultimo giorno di calciomercato, Grosso torna in Italia trasferendosi alla Juventus, dove rimane sino a giugno 2012 partecipando alla conquista del primo scudetto dell’era Conte in bianconero.

PALERMO, ECCO TUTTA LA VERITA’ SUI BILANCI ROSANERO

Quando Grosso decide di ritirarsi dal calcio giocato la Juve gli offre il ruolo di vice allenatore della formazione Primavera, affiancando in panchina Andrea Zanchetta. Poco dopo diventa l’allenatore della primavera bianconera e a marzo del 2016 vince il Torneo di Viareggio, superando in finale i pari età del Palermo al termine di una finale piena di polemiche per un discutibile arbitraggio. E’ il primo faccia a faccia con il suo bel passato rosanero che non ha mai dimenticato. Domani sarà di nuovo sfida al suo Palermo e la posta in palio è ancora più alta. Sicuramente Grosso, il nostro Fabione Grosso, sarà assalito dall’emozione nel rivedere quella maglia che ha segnato in maniera indelebile la sua vita professionale… Poi spazio al campo e vinca il migliore.

LEGGI ANCHE

GUZZETTA: “FALLIMENTO? SENTENZA IN TEMPI BREVI. IL CALCIOMERCATO”


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *