Palermo – Cesena, un brivido lungo 23 anni. Berti racconta quel gol leggendario

palermo cesena 1 a 1 del 1995 gianluca berti

Se non credete agli effetti che può provocare uno stadio pieno di tifosi e soprattutto traboccante di entusiasmo, riavvolgete il nastro di 23 anni, Palermo – Cesena, 3 settembre 1995, seconda giornata di campionato (prima in casa) per il Palermo dei “picciotti” guidato da Ignazio Arcoleo. La squadra rosanero è reduce da un pareggio (0 a 0) a Reggio Emilia contro la Reggiana del debuttante Carletto Ancelotti (fino ad allora ombra di Arrigo Sacchi in Nazionale).

Ma è anche la domenica successiva al meraviglioso, storico e indimenticabile 3 a 0 rifilato in coppa Italia al Parma (corsi e ricorsi storici che solo il calcio può regalare), un Parma che però allora era la seconda o terza forza del campionato di serie A, trascinato da campioni di valore internazionale e guidato da Nevio Scala. E il Palermo di serie B, poco accreditato in estate, era già finito in copertina per la bellezza del suo gioco e per la “sicilianità” del suo organico.

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Alla Favorita arriva il Cesena e lo stadio è pieno. Dopo la “depressione” estiva è esploso un contagioso entusiasmo e il popolo rosanero, incantato dall’impresa in coppa, torna a gremire gli spalti. Quella partita, terminata con un anonimo 1 a 1, diventa una partita “leggendaria” nella memoria dei rosanero più anziani. E uno dei protagonisti di quella partita è il portiere del Palermo, Gianluca Berti, ancora capellone, appena approdato a Palermo da Ancona e destinato a diventare uno dei beniamini più amati della Favorita, il quale – come lui stesso ha più volte ammesso – riconduce a questa partita l’esplosione di un legame indissolubile anche a tanti anni di distanza.

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Il Palermo è sotto 1 a 0 per colpa di uno sfortunato autogol di Biffi, già da almeno mezz’ora la squadra attacca costantemente per cercare il pareggio che non arriva e la partita è agli sgoccioli. “Chiesi alla panchina quanto mancava – racconta Berti -, mi risposero che era finita. Allora andai anch’io in area avversaria per saltare sull’ultimo calcio d’angolo. Batteva Caterino, sotto la curva sud, gli gridai di mettere la palla alta. Lui invece batté rasoterra, un difensore del Cesena rinviò e io corsi a recuperare la palla a trequarti di campo, sul filo del fallo laterale e la stoppai di tacco, dribblando due volte un avversario. Passai la palla a Biffi e lui che fa? Me la ridà, costringendomi a un altro recupero disperato sulla linea del fallo laterale. Gliela passai nuovamente, lui la diede a Di Già che lanciò centralmente, la palla arrivò a Vasari sulla destra e Tanino inventò un dribbling sulla destra riuscendo a crossare sul secondo palo: il giovanissimo Giancarlo Ferrara, che era entrato al posto di Giovanni Di Somma, segnò di testa. Al pareggio esplose lo stadio. Da quella volta penso sbocciò “l’amore” tra il pubblico e il sottoscritto”.

Ecco il tabellino di quella partita:

PALERMO: Berti; Galeoto (dal 29′ s.t. Lucenti), Ciro Ferrara, Biffi, Pisciotta (dal 19′ s.t. Campofranco); Tedesco, lachini, Di Già, Caterino; Di Somma (dal 7′ s.t. Giancarlo Ferrara), Vasari.

CESENA: Micillo; Medri, Farabegoli (dal 19′ s.t. Rivalta), Aloisi, Ponzo; Binotto, Piangerelli, Favi (dal 36′ s.t. Teodorani), Piraccini; Bizzarri (dal 45′ s.t. Maenza), Hubner.

Arbitro: Cinciripini di Ascoli Piceno.

Marcatori: 32′ p.t. autogol di Biffi (C), 49′ s.t. Giancarlo Ferrara (P)

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