Palermo, Di Piazza lascia la società. Comunicazione ufficiale in CdA

La frattura societaria è ormai ufficiale: da una parte la famiglia Mirri, dall’altra l’ex vicepresidente Tony Di Piazza (poi semplice consigliere) che ha comunicato ufficialmente la volontà di lasciare la società.

Una storia ormai vecchia di dissapori mai realmente ricuciti e che è sfociata in un atto ufficiale dell’italoamericano, che prima ha espresso parere negativo al bilancio nel corso dell’ultimo Consiglio d’Amministrazione della società, e poi ha comunicato di voler lasciare la compagine societaria facendo riferimento al diritto di recesso previsto dal codice civile (articolo 2.473) che con molta probabilità diventerà oggetto di un contenzioso legale. È comunque una svolta significativa per la nuova società che potrebbe anche portare all’ingresso di un nuovo socio nella compagine azionaria o – ipotesi della quale si era già parlato mesi fa – a un totale controllo della famiglia Mirri.

Le due parti hanno battibeccato più o meno pesantemente negli ultimi mesi. Di Piazza ha sempre lamentato il fatto di essere stato tenuto all’oscuro delle decisioni più importanti, accusa rilanciata al mittente dal presidente Mirri. Equivoci e incomprensioni che hanno riguardato anche l’amministratore delegato Sagramola. Le frizioni, fino a quel momento sotterranee, sono esplose a stagione ormai conclusa (Di Piazza non ha gradito nemmeno “l’emarginazione” di Gianluca Paparesta) ed erano sembrate irrisolvibili già allora anche se poi i toni – almeno in pubblico – erano stati smorzati. Di Piazza aveva anche “onorato” l’aumento di capitale ma non era mai riuscito a dissimulare il disappunto per non essere stato tenuto nella giusta considerazione. Avrebbe voluto dare di più al Palermo – questa in sintesi la sua posizione – ma non è stato messo nelle condizioni di farlo.

È comunque una storia che, per quanto prevedibile (e conosciuta dai protagonisti da almeno qualche giorno), non potrà non lasciare traccia, specie in un momento in cui l’obiettivo sportivo della promozione sembra irraggiungibile e si fanno sentire pesantemente i contraccolpi della crisi economica. Quest’anno i ricavi sono ridotti al minimo e i costi di gestione rispetto all’ultima stagione sono lievitati a oltre 6 milioni. Se il bilancio della passata stagione è stato appena approvato con perdite significative ma accettabili per una società che è ripartita da zero il prossimo bilancio si preannuncia ben più “duro”.

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29 thoughts on “Palermo, Di Piazza lascia la società. Comunicazione ufficiale in CdA

  1. Un nuovo socio? No no andassero avanti da soli questi signori, hanno ampiamente dimostrato di avere capitali e competenze per un “progetto vincente”. Il tempo è sempre galantuomo. In questo caso ci sono voluti appena 11 mesi per svelare il bluff.

  2. L’arroganza dei parsimoniosi mirri nascosta da questo velo di perbenismo di buonismo di facciata fa paura!ricordo di avere avuto un titolare esattamente uguale preciso la faccia da brava persona impeccabile agli occhi esterni poi ……oltre che sempre a nascondersi sempre a provare a fare capire la loro finta umiltà se non addirittura povertà nascondendosi dietro vecchie utilitarie!più una realtà differente fatta di atteggiamenti arroganti oltre che di prese in giro a città e tifosi con un solo interesse il business guadagnare e basta!!

  3. L’inizio di una nuova fine……………..gli incompetenti ancora al timone da soli robba da matti.Ringraziamo il sig. sindaco che ha dato le chiavi di una società in mano a presuntuosi e incapaci che non aspettano altro che riprendersi solo quello che hanno investito senza dare nulla in cambio.Per cortesia andate via ….

  4. Questa società è stata mollata da una parte di tifosi considerando la posizione in classifica, adesso anche da chi doveva avete un ruolo importante.

  5. Realtà L’unico che può acquistare queste quote Mirri. Nessuno spenderebbe un euro per acquistare le quote e non contare nulla.
    Anche lo stesso progetto di Mirri, andare in B fare il centro avere uno stadio di proprietà e pensare che venga uno a dargli 100 milioni per il Palermo è utopia

  6. Quanta cattiveria leggo nei vostri commenti; che uno dei due soci prima o poi mollasse era evidente e ampiamente prevedibile (la distanza evidentemente ha amplificato questo malessere) ma che Mirri non sia in grado di gestire da solo una società di serie C è solo da dimostrare. E’ evidente che per progetti più ampi bisogna che prima tutto il mondo, non solo quello del calcio, si normalizzi. Ad oggi credo che nessuno, con questi chiari di luna, sia disposto ad investire in un progetto come il Palermo ma non solo. Gli introiti delle società sportive sono ridotti al lumicino e non coprono nemmeno le spese, quindi con quale coraggio si chiedono ulteriori sacrifici ad una proprietà che già fatica ad andare avanti. Credo che per qualche anno, riuscire a sopravvivere sia già una grande cosa, non solo per questo Palermo ma anche per società di ben altro spessore e solidità. Se poi qualcuno di tutti coloro che continuano a criticare e basta ha il potenziale economico per comprare e investire (in perdita) in questa società, si faccia avanti. Basta ipocrisia e manager da tastiera, tifiamo Palermo e lasciamo ad altri “cecchini” la contestazione inutile e disfattista.

  7. Impossibile , come per le poltrone del governo, schioda re questa gente dalla sedia, chissà per quanti anni ancora dovremo soffrire. Non bastava avere sopportato il friulano.

  8. In pratica Di Piazzza è servito più che altro a far sembrare solido e affidabile il progetto palermitano che si è aggiudicato il bando. Ora, con il solo Mirri, si consolida la dimensioone del Palermo: una società con modestissime risorse, che avrà difficoltà enormi anche soltanto a raggiungere la serie B…

  9. Con questo fintobuonista raccomandato al potere insieme al suo compare arrogante come dg il Palermo calcio non rivedrà il calcio professionistico per molto molto molto tempo.
    MIRRI OUT

  10. Riciclaggio, autoriciclaggio, bancarotta semplice e fraudolenta, il fallimento e la responsabilità degli amministratori, le scritture private, il recesso e la liquidazione nelle società a responsabilità limitata. Tifosirosanero, poco calcio negli ultimi anni, ma di sicuro ora in grado di affrontare e superare brillantemente l’esame di diritto privato, tra i più tosti per gli studenti di giurisprudenza. Hera Hora, ‘Era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core’. Ps Tra le pellicole della commedia all’italiana (dove c’è quasi sempre di mezzo un funerale), l’imbarazzo della scelta: dal ”M’hanno rimasto solo sti quattro corxxxx’ (Audace colpo dei soliti ignoti) al grottesco ma dominante senso dell’onore siciliano, di ‘Sedotta e abbandonata’.    

  11. Non riesco a comprendere come possano sopravvivere società come per esempio Vibonese, Paganese o Potenza e non può farlo il Palermo (società da poco costituita e senza gravami di passività pregresse come la totalità di società fra serie A, B e C)….eppure tutte continuano a fare acquisti e potenziamenti dei propri organici!….Se non ci sono incassi , non ci sono per tutti.

  12. Di Piazza ha le sue ragioni ma con il 40% non poteva comandare, voleva Paparesta in società ma sinceramente stu Paparesta che competenze ha?

    1. mi pare sia chiaro: Di Piazza, pur in minoranza, voleva Paparesta quale suo uomo di fiducia all’interno della società. Ma Mirri l’ha cacciato e così Di Piazza è rimasto senza il suo alfiere

  13. Al di là dell’accusa di Di Piazza rivolta a Mirri in merito al fatto di non aver voluto rinforzare la squadra, un’altra cosa non quadra e sembra essere una prova schiacciante a favore di Di Piazza: la società, per risparmiare, fa affrontare alla squadra lunghe trasferte in pullman ma poi prevede l’aumento dello stipendio a Sagramola. Mi chiedo se alla luce di tutto questo uno come Di Piazza sia veramente da biasimare. Io fino a oggi ho sempre mantenuto una visione equilibrata, tenendo conto soprattutto l’alibi che ha un imprenditore che, in assenza di introiti e in uno scenario folle da covid come questo, non può e non deve fare spese folli. Però a questo punto qualche dubbio comincio ad averlo. La squadra va in bus e all’AD si fanno i regali? Com’è sta storia???

  14. Ma di cosa mi devo meravigliare era solo questione di tempo ed adesso Mirri acquisterà il 40% di Di Piazza cosa cambia ?
    La mia unica preoccupazione è che rischiamo di farci parecchia lega pro e questo non l’accetto anche perchè il presidente Mirri sapeva a che cosa andava incontro e ha preso una società a zero euro.
    Non preoccupatevi se stanno bluffando ne piangeranno le conseguenze i tifosi non si tengono per le palle!

  15. Su fanno sentire i contraccolpi della crisi economica……….proprio per questo non è assolutamente etico aumentarsi gli emolumenti….

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