Palermo, la “lezione” del Bari: tre milioni per la D e ottomila abbonati

Il Palermo riparte da zero, dalla serie D. Riparte da un bando che detta le regole di avvio, riparte dai tempi strettissimi che serviranno per costruire prima la società e poi la squadra, il vivaio e tutto il resto. Un percorso che, nei modi e nelle tempistiche, ricorda quello compiuto appena un anno fa dal Bari, altra piazza importante e costretta a ripartire dai dilettanti. Più o meno di questi tempi (per la precisione, con 11 giorni di ritardo rispetto a Palermo) il sindaco di Bari Antonio Decaro, presentò un bando analogo come punto di partenza della nuova vita calcistica barese.

Come andò ai pugliesi? La procedura esplorativa del Comune, per acquisire le manifestazioni di interesse da parte di soggetti candidabili, fu presentata il 23 luglio con il termine del bando fissato al mezzogiorno del 31 luglio. Molti, ovviamente, i punti di contatto tra le richieste espressamente previste. In primis, l’impegno da parte dei candidati ad allegare una dichiarazione  di versamento del contributo di iscrizione (pari a 150mila euro) alla FIGC e ad indicare con chiarezza la capacità di investimenti e la programmazione sul calcio giovanile e femminile oltre alle modalità di gestione dell’impianto sportivo comunale (piuttosto onerosa, a Bari come a Palermo) e fornire ogni informazione ritenuta utile ai fini della valutazione della “solidità finanziaria e della comprovata esperienza nel campo sportivo”

Il 31 luglio furono undici le società che si presentarono per l’aggiudicazione del bando, fra volti noti della città fino ai più blasonati presidenti di serie A come Lotito, Cairo, Preziosi e Aurelio De Laurentiis che con la sua Società Sportiva Città di Bari sbaragliò la concorrenza grazie ad un progetto più che ambizioso e che infiammò immediatamente una tifoseria delusa dal recente fallimento per questioni finanziarie. A Palermo, almeno nelle previsioni, i candidati al titolo non mancheranno: oltre ai nomi noti (Mirri, Ferrero, Di Piazza) se ne aggiungeranno altri. Il Bari si iscrisse prima del 6 agosto e nelle settimane successive partì il progetto di costruzione della rosa che, poco prima dell’inizio del raduno (avvenuto il 23 agosto in una struttura alberghiera di Roma), venne affidato al tecnico Cornacchini, già vincitore di un campionato di Serie D con l’Ancona.

Il budget messo a disposizione da De Laurentiis (ben tre milioni di euro) consentì in breve tempo al Bari di costruire una squadra in grado di vincere il campionato con un certo margine di vantaggio: 78 punti (24 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte) contro i 67 della Turris seconda. L’eccezionale risposta dei tifosi baresi (quasi 8mila gli abbonamenti sottoscritti) e la campagna acquisti culminata con gli arrivi degli svincolati di lusso come Valerio Di Cesare, Francesco Bolzoni, Roberto Floriano e dell’ex rosanero Franco Brienza, furono un ulteriore prova di forza della nuova proprietà. La possibilità poi di poter attingere dalla ‘scugnizzeria’ del Napoli, con ben quattro giovani under 22 girati ai pugliesi come il portiere Davide Marfella o l’attaccante Luigi Liguori, agevolarono il compito del tecnico dei pugliesi che, complice anche lo slittamento dell’inizio del campionato di Serie D dal 2 al 16 settembre per i ripescaggi, si presentò con la sua squadra più che pronta ai nastri di partenza.

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9 thoughts on “Palermo, la “lezione” del Bari: tre milioni per la D e ottomila abbonati

  1. Utilizzando le debite proporzioni a Palermo dovrebbero esserci almeno 10 mila abbonati- Cosi andremo a misurare quanto odio per Zamparini e quanto amore per il Palermo-

    1. Il numero dei tifosi dipende sopratutto dalla politica adottata dalla futura proprietà. La tifoseria ha bisogno di essere coinvolta e sentirsi parte integrante e importante del progetto

  2. C’è qualcosa di strano e di perverso che ci vuole opprimere e soggiogare : la serie D è bella . Ma per chi ? Per Palermo ? Ma stiamo scherzando. Fanno morire il Palermo prima in modo da favorire l’ego mostruoso dei singoli personaggi che in questi anni se ne sono letteralmente fregati delle sorti della squadra . Tutto è in loro , tutto è dentro loro . Finalmente non c’è più la squadra che li oscurava . La gente amava la squadra e non loro. Adesso prima delle definitive sentenze sanno già la conclusione. Hanno forse dentro gli organi giudicanti delle talpe? Sono stati loro a guidare all’eutanasia il Palermo : quando gli imprenditori si presentavano per acquistare il Palermo nessuno gridava Attenzione! Li hanno fatti avvicinare e li hanno perfino appoggiati! Anche Arkus è stata osannata ex appoggiata dai silenzi clamoroso degli uomini che adesso si sono defilati e auspicano la D ! Il calcio è morto a Palermo grazie a questo interessi piccoli e gretti che alla fine hanno prevalso. Sono Vicè u pazzu qualcuno mi ricorderà in curva sud ma poi sono ritornato al mittente volevo resuscitare per dare una mano al Palermo, ma è meglio ritornare nell’oltretomba per non vedere la mia amata squadra giocare in una categoria indegna a causa di personaggetti piccoli e senza ambizioni per la città. Solo la loro immagine deve prevalere non la squadra. Infatti in Italia non li vogliono, non sono visibili ma a Palermo gli basta questo teatrino per essere solo nelle prime pagine dei siti locali . ADDIO ! Ritorno a riposare in eterno . Forse un giorno tornerò!

  3. Infatti ci vogliono i soldi, non la nostalgia e le belle parole, per fare una squadra competitiva.
    E ci vuole pure una società in grado di garantire la A.
    Ed a Palermo non vedo imprenditori così forti

  4. Non parlerei di lezione, sono di fatto la squadra B del Napoli. Andranno in serie B e ci resteranno per far crescere i giovani del Napoli o parcheggiare i giocatori in esubero. Mi sembra una fine ingloriosa per una città così importante e spero che non si faccia lo stesso errore a Palermo

  5. E se vanno in serie A che succede??? La squadra di fatto è il Napoli B e questo non è permesso… quindi come esempio è da scartare subbbito!!!

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