Palermo, la pazienza è stata premiata: i rosa hanno un’identità

Ora il Palermo è una squadra. La vittoria col Parma, la seconda di fila dopo quella di Modena, dà fiducia per il prosieguo del campionato ed è il giusto premio per il percorso intrapreso dai rosa in queste ultime settimane. È stata premiata anche la linea della società che ha dato a Corini tutta la tranquillità e il supporto necessario in un momento estremamente delicato, quando dopo il pari con il Cittadella la squadra è entrata in piena zona retrocessione.

La ‘virata’ decisiva si verifica dopo Terni. Corini capisce di dover cambiare qualcosa dal punto di vista tattico ma soprattutto mentale e di approccio alle partite. Si vede man mano un Palermo sempre più battagliero e sicuro dei propri punti di forza, trascinato da ‘veterani’ come Brunori, Valente e Marconi ma anche più pronto dal punto di vista atletico. Ora in campo non ci sono più undici giocatori che corrono dietro al pallone ma una squadra unita che sa cosa fare e si esalta nelle difficoltà. Per migliorare la qualità e la continuità del gioco ci vorrà ancora tempo ma il peggio sembra essere alle spalle.

La svolta arriva a centrocampo. L’innesto tra i titolari di Gomes e Broh – a discapito di Saric e Stulac che avrebbero dovuto essere i titolari – garantisce maggiore filtro alla difesa, più dinamismo e corsa, un pressing aggressivo nella propria metà campo. La squadra trova l’equilibrio giusto e già nella gara col Cittadella soffre pochissimo in fase difensiva, senza subire gol, poi con Modena e Parma arrivano altri due “clean sheet”. Gli aggiustamenti tattici di Corini permettono poi di garantire solidità quando la palla è degli avversari; il Palermo abbassa il baricentro e prima dell’infortunio di Elia si schierava col 3-5-2 mentre con Valente opta per il 4-4-2 (Broh si allarga leggermente a sinistra e Di Mariano va vicino a Brunori).

La vittoria col Parma è la perfetta sintesi del percorso intrapreso. Il Palermo ha fatto la partita che doveva fare, non si poteva pretendere il 70% di possesso palla o 27 tiri in porta contro la squadra di Pecchia, molto forte nonostante le tante assenze (l’organico è veramente profondo e ben assortito). I rosa hanno lottato su tutti i palloni in un ambiente che invogliava alla battaglia, tra la pioggia incessante e il tifo del “Barbera”, nel primo tempo ha sfruttato il palleggio più per difendersi e si sono viste buone combinazioni sulla catena di destra.

Dopo il gol segnato a inizio ripresa, col possesso palla a completo appannaggio di Vazquez e compagni, la concentrazione e la voglia di vincere hanno fatto la differenza. Il Palermo ha trovato la sua identità, con caratteristiche chiare ma sempre in evoluzione, come hanno dimostrato questi quattro risultati utili consecutivi in partite molto diverse tra loro.

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11 thoughts on “Palermo, la pazienza è stata premiata: i rosa hanno un’identità

  1. Una cosa è sicura: Corini si è sempre dimostrato persona saggia e calcisticamente intelligente. Per questo non ne ho mai chiesto l’allontanamento. Troppo poco il tempo trascorso dal duo arrivò e troppe le difficoltà incontrate. Non saprei ancora giudicarlo come allenatore, troppo poco il tempo trascorso dal suo arrivo. Di sicuro, ama il Palermo e questo per ora mi basta .

  2. Noto purtroppo invece da parte di alcuni quasi un odio nei suoi confronti. Lo stesso mostrato da altri nei confronti di Mirri. Ma a questo ormai mi sono abituato. Fa parte del modo di tanto forcaioli di approcciare la vita in genere . Giustizieri inflessibili, senza anima , che invadono siti e luoghi comuni di confronto. Basta ignorarli e si vive più tranquilli.

  3. Io non credo che ci fosse odio nei confronti di Corini che è stata una bandiera del Palermo dei momenti d’oro ed è sempre stato amato dal pubblico rosanero. C’erano delle critiche, talvolta esccessivamente feroci, nei confronti dell’allenatore, critiche peraltro non del tutto infondate. Adesso sono arrivati i risultati e Corini non viene più criticato! L’odio non c’entra nulla!

  4. Sono assolutamente d’accordo con entrambi i post di Solo rosanero. Corini ha sicuramente un’eccezionale cultura del lavoro che è una sua incrollabile certezza. E questa da sola conferisce spessore alla gran persona per bene e onesta che è in base alla quale i veri sostenitori del Palermo devono onorarsi di averlo avuto sia da giocatore (alla fine, contratto non rinnovato da Zamparini, lasciando Palermo in lacrime in una storica conferenza stampa, ricordiamolo) che da allenatore. Ciò non toglie ovviamente che qualche critica su come ha gestito il suo lavoro, la vecchia rosa disponibile, la richiesta dei nuovi giocatori – alla fine ottenuti – e la scelta dei moduli gli si deve fare: si è passati dalla ricerca di un’identità importante con il possesso palla e la qualità con un 4-3-3 assolutamente atipico, alla ricerca di un’identità “operaia” fatta di corsa, sacrificio e di “non gioco” nel senso di cercare anche palle sporche, lanci lunghi e brevi contrattacchi. Una bella e brusca virata che induce a pensare che forse lui non ha una filosofia di gioco predefinita, un modulo di elezione, ma che si adatta a quello che ha. Ha fatto così anche a Lecce, Verona, Novara. Peccato, perchè si è perso del tempo. Bastava una via di mezzo tra le due situazioni. Continuo a ritenere che Damiani in mezzo al campo al posto di Gomes, da inserire con più parsimonia, almeno in questa fase del campionato, avrebbe dato più sicurezza a tutti reparti. E che l’ossessivo ricorso a Mateju come esterno basso a sinistra abbia un pò zavorrato il gioco in quella fascia. Penso anche che Pierozzi sia uscito troppo presto di scena e ritengo infine che la formazione schierata a Bari, con 7 undicesimi di giocatori vecchi, ha prodotto la migliore espressione di gioco vista quest’anno, anche in termini di mentalità. Bisognava continuare su quella strada centellinando i nuovi acquisti anche se sono costati molto. I risultati in fondo dicono che alcuni dei vecchi baldiniani sono in grado di figurare benissimo anche in serie B. E bisogna aggiungere che la campagna acquisti del Palermo non è stata “vergognosa” come continuano a dire i laureati a Coverciano (non pochi) che continuano a scrivere in questo sito (solo quando si perde peraltro). Credo che Stulac, Saric, Vido sono ottimi profili che saranno utilissimi più avanti. Ecco, Corini avrebbe dovuto fare ammenda su questo. Si è fatto ingolosire dal farli giocare tutti insieme (a parte Vido) con un modulo mai provato prima. Ma era evidente che non poteva andare bene tutto questo a campionato in corso. Doveva avere l’umiltà di proseguire il lavoro di Baldini (di migliorarlo, non di abolirlo). Per quanto concerne le critiche a Corini, a Mirri e al CG, non me ne curo anche se volentieri polemizzo: ritengo che siano divulgate da persone che capiscono poco o nulla di calcio, da un punto di vista tecnico. (tipo Pigliacelli è scarso, Nedelcearu e Sala sono retrocessi e altre amenità). Mentre da un punto di vista societario (Mirri che si è “arricchito” e CG “incompetenti”) sono critiche “ideologiche” che sono ancora più gravi di quelle tecniche perchè fondate sul pregiudizio e sulla certezza di un’impostura che ovviamente non esiste. Cosa abbastanza sorprendente se messa a confronto con la storia di impostori veri che in tempi recenti e meno recenti hanno scritto pagine nere della storia del Palermo.

  5. Si parla di odio sportivo naturalmente. Di un modo fastidioso di chiederne immediato esonero dopo poche giornate come si trattasse dell’ultimo degli allenatori. E attenzione, questo non significa che il sottoscritto sua stato sempre d’accordo con le sue decisioni tecniche. Ma i modi, i toni secondo me fanno la differenza.

  6. Queste 2 risultati positivi sicuramente sono una boccata d’ossigeno per la classifica e per l’autostima della squadra ma parlare di svolta mi sembra esagerato anche perchè pur avendo ottenuto il bottino pieno contro il Modena e il Parma la squadra rosanero si è praticamente solo difesa senza mai costruire azioni pericolose , comunque bisogna dare merito a Corini di essere riuscito a dare un’equilibrio alla squadra anche se secondo me i cambi nell’undici titolari sono stati dettati solo dall’emergenza e non per sua volontà

  7. Io che tifo sempre nel bene e nel male, continuo ad essere senza imbarazzo uno di quelli che “dovevano esonerarlo…” spero di sbagliarmi ma con Corini non vedremo sole.

  8. Prima di cantare vittoria sulla presunta ritrovata identità io aspetterei ancora qualche partita, personalmente non ho visto un grande spettacolo ma solo un miglioramento nell’atteggiamento di pressione dell’avversario ed un poco di fortuna in più che sicuramente non guasta, ma trame di gioco ben delineate ancora non se ne sono viste!!

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