Palermo, la “rivoluzione” di Filippi: difesa a 3, sacrificio e addio al “bel calcio”

FOTO PEPE / PUGLIA

Roberto Boscaglia, sin dai primi giorni di ritiro, aveva scelto una specifica strada per il “suo” Palermo. Giacomo Filippi, che fino a quindici giorni fa aveva camminato al fianco del tecnico gelese, una volta rimasto solo, ha deciso di “svoltare”.

Il più grosso cambiamento da quando Filippi è il capo allenatore del Palermo è stato tattico. I rosa, con Boscaglia, si erano sempre schierati con il 4-2-3-1 o 4-3-3. Il nuovo tecnico, alla prima occasione, nel derby contro il Catania, ha schierato il 3-4-3. “Giochiamo a tre in difesa perché voglio avere una doppia marcatura centrale e rischiare meno. Questo sistema di gioco si sposa meglio con le caratteristiche dei nostri giocatori”, ha detto Filippi nella conferenza stampa pre-Paganese.

Con questo modulo, in fase difensiva, i tre centrali riescono a proteggersi l’uno con l’altro, i due esterni a tutta fascia si abbassano e formano una linea a cinque mentre i due centrocampisti fanno da schermo nella zona centrale; gli esterni offensivi, quindi, si abbassano e aiutano la squadra, così come la prima punta, così la squadra è raccolta e molto corta nella propria metà campo.

“L’equilibrio lo dà l’interpretazione del modulo. Dobbiamo capire che c’è da soffrire. Non è il bel gioco o la tattica sopraffina a fare la differenza in questo campionato”. Filippi, con queste parole, ha sintetizzato il suo pensiero: il secondo grande cambiamento riguarda l’atteggiamento della squadra. I rosa, sotto la gestione Boscaglia, avevano dimostrato di essere troppo “molli” e alle volte supponenti. Il nuovo allenatore, invece, ha lavorato dal primo giorno su questi aspetti mentali e la partita di Catania è stata l’emblema di un gruppo che ora ha più voglia di “sporcarsi le mani” per portare a casa il risultato. Lo stesso atteggiamento si è visto a Pagani, anche se l’avversario era modesto, mentre contro la Juve Stabia sono tornati i fantasmi del passato, con troppi errori di concentrazione non solo individuali.

Filippi, insomma, ha chiarito subito a quale partito appartiene tra quello dei “catenacciari” e degli “esteti del pallone”. I rosa, nonostante la difesa a tre, hanno abbandonato la costruzione dal basso. Ora le trame di gioco puntano ad arrivare il prima possibile alle due mezze punte, che entrano dentro al campo e vanno a posizionarsi vicino alla prima punta; la soluzione alternativa porta direttamente all’attaccante di riferimento con il lancio lungo. L’azione poi si sviluppa sulle fasce, dove Almici e Valente, ritrovando condizione fisica e fiducia, potrebbero diventare devastanti; Luperini, poi, va a riempire l’area di rigore per finalizzare l’azione, essendo più libero da compiti di costruzione.

Nella gara contro la Juve Stabia, inoltre, si è visto un ottimo pressing offensivo, chiave vincente per i primi 25 minuti, mentre la linea difensiva alta non ha prodotto i vantaggi sperati, e già con la Paganese si è vista una squadra col baricentro molto più basso. Il Palermo, per sintetizzare, gioca meno in orizzontale e più in verticale; niente “bel calcio” ma più pragmatismo.

Filippi, quindi, sta proponendo una vera e propria rivoluzione. I risultati, soprattutto in trasferta, danno ragione all’ex capitano del Trapani, ma anche con la Juve Stabia si sono visti alcuni segnali positivi. La squadra sembra aver aderito con maggiore convinzione al nuovo progetto tecnico-tattico ma saranno le prossime partite – in particolare il trittico Monopoli, Foggia e Casertana – a confermare o smentire questo trend in vista dei playoff.

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11 thoughts on “Palermo, la “rivoluzione” di Filippi: difesa a 3, sacrificio e addio al “bel calcio”

  1. Mi sembra un modulo più equilibrato, anche se non mi piacciono i lanci lunghi (a “palla faitu”).
    Comunque, meglio non essere spregiudicati con le 4 punte (spuntate)

  2. 3/5/2 sia!
    Pelagotti (o sagoma di cartone)
    Marconi-Accardi-Crivello
    Almici-Odjer-Luperini-Martin-Valente
    Rauti-Lucca

    p.s. da non proporre in campo nemmeno sotto tortura broh, kanoute e somma perchè sono improponibili

    1. Magari messi così sarebbe un tantino meglio
      Pelagotti / (Fallani)
      Accardi-Marconi-Crivello
      Almici-Odjer-Martin-Luperini–Valente
      Rauti-Lucca

  3. I moduli contano poco se hai una rosa formata da giocatori mediocri, e mi dispiace dirlo ma il 70% della rosa rosanero è modesta persino per la C.

  4. Oserei dire che Filippi ha capito quali sono le capacità e le qualità di questi giocatori. Bel gioco ? Costruzione dal basso ? Nulla di tutto questo , palla avanti e pedalare e, secondo me, imparare a tirare in porto più spesso e più convinti perchè in serie c molti gol vengono da rimpalli, respinte dei portieri , errori difensivi. Se avessimo giocato così fin dall’inizio, probabilmente avremmo 4/5 punti in più in classifica , cosa che rispecchierebbe le potenzialità di questo organico.

  5. Cari commentatori abituatevi a vedere questo genere di calcio.
    Questo può questo Palermo FC nel presente e negli anni futuri, tranne se cambieranno i finanziatori, se cambierà la proprietà.
    Fortissimo chi ha scritto sagoma di cartone per Pelagotti(Biffigol)
    E la partita col Monopoli è rischiosa: non è scarsa questa squadra.

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