Palermo, tutto da rifare. Non è crisi ma cominciano a mancare le certezze

Quando una squadra di calcio sbaglia 2 rigori 2 e non vince, non può prendersela con la sfortuna, ma solo con se stessa. Sta tutto in questa frase, che ho scritto a caldo su feisbuc piuttosto infastidito, il sucu sucu del pareggio casalingo dell’SSD Palermo con il Troina  che rende amaro il Natale dei tifosi rosanero e fa certamente addensare parecchie nubi sul futuro di una squadra in evidente calo di rendimento – non parliamo chiaramente di crisi, aspettiamo la ripresa il 5 gennaio –, dopo il trionfale cammino che aveva illuso l’ambiente su una possibile passeggiata in vetta alla classifica.

Sì, amici miei, dobbiamo guardare in faccia la realtà: parlare di sfortuna o di prestazione lunare o marziana del certamente bravissimo portiere palermitano del Troina Antonino Calandra, significa volere edulcorare, dico ammugghiare in efficace e comprensibile dialetto, le responsabilità unicamente degli uomini di Pergolizzi sulla mancata vittoria nell’importantissima partita di domenica scorsa.

Giovanni Ricciardo prima e Nando Sforzini, poi – appena subentrato, ancora freddo, dunque non del tutto indicato per andare a tirare un calcio di rigore così delicato e decisivo – hanno sbagliato l’esecuzione dagli undici metri in modo davvero penoso, sparando due tiracci inguardabili. Calandra non è né Zamora e manco Yascin, però è un portierino bravo, attento ed era particolarmente motivato e ispirato; così ha parato senza troppe difficoltà i rigoracci dei due rosanero, considerati attaccanti di peso e per giunta uomini di grande esperienza, dunque decisamente imperdonabili per questi gravi errori che potrebbero rivelarsi determinanti in senso negativo per il cammino delle squadra.

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L’SSD Palermo deve prendersela solo con se stessa, è proprio così. Senza la indispensabile vittoria, conta poco la prova generosa della squadra, comunque apparsa molto spesso confusa e incapace di concretizzare almeno una delle numerose azioni offensive. Contro l’ottimo e ammirevole Troina è ancora una volta mancata, così come nelle altre due partite con Savoia e Acireale, la necessaria autorevolezza della capolista, da tirare fuori proprio nelle sfide che contano con le rivali più forti.

Basta guardare la classifica e la situazione è davanti agli occhi di tutti: Martin e compagni hanno ahimè dilapidato il grande vantaggio accumulato nella prima fase del campionato – arrivato fino alla bellezza di 12 punti sulle immediate inseguitrici, con l’idea maturata in molti di noi, me compreso, che fosse praticamente già irraggiungibile – e adesso sentono più che mai sul collo il fiato del Savoia, forte, lanciatissimo, determinato, che tra l’altro ospiterà i siciliani a Torre Annunziata in una sfida di ritorno che si prevede caldissima.

Il che significa, senza girarci troppo intorno, che il campionato per i rosanero ricomincia praticamente daccapo il 5 gennaio allo stadio Barbera contro il Marsala e che gli uomini di Pergolizzi, sempre per guardare in faccia la realtà senza giri di parole e senza inutile ottimismo, rischiano di perderlo dopo avere dato la sensazione di stradominarlo a se stessi, al proprio pubblico, alle avversarie.

Quello che lascia perplessi, al di là della classifica nettamente accorciata e della qualità del gioco che mai è stata eccelsa, è l’atteggiamento non più autorevole e sicuro, a tratti nervoso, della squadra in campo e di molti dei suoi uomini chiave. Se è un problema di preparazione non adeguata, di difficoltà a reggere la forte pressione di un ambiente che giustamente vuole l’immediata risalita, di rapporti non più eccellenti tra giocatori e allenatore o forse tutte queste cose messe assieme, dovrà a questo punto essere la società a comprenderlo, assumendo le decisioni più opportune – innanzitutto acquistando i necessari rinforzi – e facendo sentire la propria voce, cosa che in realtà non è accaduto molto fino ad oggi. I giocatori, da parte loro, dovranno rimboccarsi le maniche e tornare a dare il meglio di se stessi, che per la categoria è tanto. L’allenatore? Ha commesso vari errori e non sembra più lucidissimo, ma il problema fondamentale è capire se la squadra sta ancora con lui oppure no. Tocca alla società valutarlo.

Vedremo, speriamo bene. Intanto buon Natale di vero cuore a tutti gli amici che seguono Stadionews24 e un enorme grazie al direttore Guido Monastra che ha voluto ospitare il Vulcanico rosanero e a chi mi onora di leggermi. (gm) Auguri e ringraziamenti ovviamente ricambiati.

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4 thoughts on “Palermo, tutto da rifare. Non è crisi ma cominciano a mancare le certezze

  1. Analisi lucidissima. D’accordo al 100 per cento. Aggiungo che avere perso o pareggiato con seconda terza e quarta è molto preoccupante adesso che abbiamo dilapidato il vantaggio

  2. Purtroppo al ritorno nel finale di stagione il calendario e pure contro il Palermo . Serve un uomo gol vero che vede la porta

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