Tutto quello che vorreste sapere… e non possiamo scrivere

Lo so, appartengo al passato, a un’altra era calcistica. Ai miei tempi il Palermo si dibatteva tra campionati di vertice in C-1 e complicati tentativi di salvezza in serie B, in società non c’era una lira bucata nemmeno per comprare l’acqua ma si faceva a botte tra i tifosi per trovare un biglietto nientemeno che per Palermo – Andria che faceva registrare il tutto esaurito.
L’ultima serie A la ricordavo appena, ero abbastanza piccolo; poi da giornalista ha imparato a contare – come tutti – gli anni che ci dividevano dall’ultima serie A del 1973: 10, 15, 20 e così via fino ad arrivare a 32. Nel frattempo anche una stagione di C-2, una retrocessione evitata per un ripescaggio e una radiazione dal calcio durata un anno.

Era un’epoca in cui le partite le “vedevi” in diretta solo attraverso la voce di un radiocronista innamorato (ero io) che ha imposto uno stile sudamericano fatto di goool ed emozioni anche per un grigio Nola – Palermo. Altro che Sky.
Ma erano i tempi che andavi ogni giorno al campo a vedere l’allenamento, il giovedì per la partitella d’allenamento c’erano tre-quattro mila tifosi nel parterre della vecchia Favorita a commentare le possibili scelte del tecnico di turno. Ed era una festa di comunità. A fine allenamento si scherzava con i giocatori, c’erano le dichiarazioni ufficiali e quelle “riservate personali” che magari non andavano trascritte sul taccuino. Le trasmissioni tv potevano ospitare un giocatore e si faceva un filo diretto con i tifosi. In poche parole, c’era umanità e identità.

Era un’altra era. Lo so.
E adesso? Gli allenamenti sono blindati, se li vuoi guardare (meglio: spiare) devi andare sulla mitica collinetta, sdraiato e mimetizzato come un marine. Vuoi sentire De Zerbi e non è sabato? Ti attacchi. Vuoi sapere qualcosa dell’allenamento? Aspetta il comunicato ufficiale, magari “filtrato”. Vuoi parlare con un giocatore? No, non è il giorno. Te le dicono loro qual è il giorno per parlargli. Vuoi sapere se un giocatore si è fatto molto male o è una cosa lieve? Vediamo, c’è la privacy. Vuoi sapere che pensa Nestorovski dopo un gol? Niente da fare, se sei fortunato rintracci una dichiarazione fatta a qualche “media” macedone. Un giocatore va allo store a promuovere il marchio Palermo? Ora vediamo se parla e se si può trasmettere sul sito o su Facebook, non è detto. Vuoi sentire un giovane promettente della Primavera? Può darsi, intanto fai una mail per chiedere l’autorizzazione. Vuoi intervistare il magazziniere? Non so, devo chiedere…
Lo so, sono diventato anziano e forse insofferente alle regole ferree dello show business. Probabilmente è così a Palermo come lo è a Bologna o a Pescara. Ma resto nostalgico e mi domando che senso abbia tutto questo.

Quattromila persone allo stadio adesso le vedi solo c’è una partita ufficiale di serie A (ma se viene il Chievo forse nemmeno ci arrivi). La squadra ha perso il rapporto con il territorio. Un’epoca leggendaria (undici campionati di serie A quasi tutti di fila), come non avremmo nemmeno avuto il coraggio di sognarla appena venti anni fa, è adesso terreno di scontro tra tifosi che appoggiano o attaccano Zamparini, le bacheche sono piene di insulti e becere amenità varie. Contro il Torino saranno mille partite di serie A ma sembra quasi che non gliene freghi niente a nessuno.
In altri tempi il tutto esaurito lo abbiamo fatto pure a Trapani per battere il Foggia di Caramanno. Già, altri tempi. Un’era fa.

7 thoughts on “Tutto quello che vorreste sapere… e non possiamo scrivere

  1. Io me le ricordo ancora le tue telecronache erano fantastiche e quando il Palermo entrava in area avversaria ci facevi entrare in fibrillazione
    Caro Guido ma nn è cambiato solo il calcio purtroppo è cambiato tutto
    Prima si giocava a pallone mezzo la strada adesso neanche poi piu camminare mezzo la strada
    Ciao Guido e sempre forza Palermo

  2. Quando tutti in file kilometriche ci arrabbiavamo per le poche porte di ingresso aperte e passavamo il tempo guardando l’altra fila, quella dei porteghesi che anche loro in fila stavano ma per aspettare il loro turno per scavalcare. Adesso il prefiltraggio inizia a……Romagnolo, e non si capisce perchè dato allo stadio vanno quattro gatti. Ciao Guido

  3. Certo, bei tempi, era tutto più semplice di adesso e sono certo che qualcuno con più esperienza di Lei sulle spalle direbbe lo stesso di tempi ancora più addietro…
    Con tutto il rispetto però la nostalgia non sempre concede obiettività.
    Mentre leggo le sue pur splendide parole, ricordo tante umiliazioni anche allora, un toto scommesse e tante delusioni sportive.
    Ricordo anche una città martoriata dalle guerre di mafia con il solito morto giornaliero, si ok, col calcio c’entra poco, ma con la città sì, la stessa palermo fatta di palermitani tifosi che non rispettava se stessa, allora come oggi.
    Preferisco in tutta onestà andare avanti, io che i quaranta li ho sorpassati da un po’, cerco di adeguarmi e guardare al futuro.
    Un futuro, che ovviamente, mia auguro sia più a tinte rosa che nere.
    Un abbraccio

  4. Grande Guido Monastra. Se torna a farmi “vedere” le partite con le sue radiocronache taglio subito sky che tengo vivo solo per il Palermo. Erano pure i tempi della trasmissione “bellissima” (se non ricordo male) e dell’inno più emozionante “Blues rosanero”.

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