Palermo, una storia già vista. Ma ora c’è un futuro tutto da scrivere

Alzi la mano chi è davvero sorpreso per l’interruzione traumatica delle trattative fra Follieri e la proprietà del Palermo. Io no. E questo giornale – che ha correttamente ripreso le opinioni di altre testate nella sua rassegna stampa mattutina – ha seguito questa trattativa con la convinzione che difficilmente si sarebbe arrivati a qualcosa di concreto. Adesso sono anche “volati gli stracci”, con un pesante comunicato di Follieri e una replica altrettanto “robusta” da parte di Zamparini.

Non ho nessuna voglia di attribuire le maggiori responsabilità a una delle due parti, perché nessuno può davvero sapere tutti i particolari della vicenda. Ci sta che chi deve vendere un bene importante del proprio patrimonio si cauteli con le opportune garanzie, ci sta che un imprenditore si ritenga offeso da lungaggini ritenute mortificanti e pensi di avere le carte a posto. E’ la logica degli affari.

IL TAR HA DECISO, SERIE B A 22 SQUADRE

Stupisce che la rottura arrivi a poche ore di distanza da un aumento di capitale diventato immediatamente di pubblico dominio sul web e certamente non ha aiutato nelle trattative il curriculum di Follieri che ha avuto guai “pesanti” con la giustizia americana e che meno di un anno fa aveva provato senza successo a rilevare il 50% del Foggia. Detto questo, nemmeno Zamparini ha brillato per coerenza negli ultimi anni: tutti gli annunci di trattative più o meno verosimili sono naufragati.

Chiudiamo qui la vicenda Follieri, in attesa di possibili sviluppi futuri (mai dire mai) ma con la convinzione che in questo mese si è detto troppo e talvolta a sproposito: sui social abbiamo visto troppe persone distorcere i “fatti” per eccesso di “tifo” e troppi lettori hanno tirato conclusioni affrettate senza il supporto, appunto, dei fatti.

Concentriamoci invece sul futuro del Palermo, che non sembra per niente sereno. Ci sono altre trattative per la cessione: non sarà Antonio Ponte – possibile presidente da novembre – la definitiva soluzione del Palermo ma resta ancora vivo l’interesse di un fondo americano, ritenuto assolutamente solido e serio, che con Zamparini ha già avviato i colloqui, che non “quaglia” per una diversa valutazione del valore delle quote e che non vuole farsi trascinare in fantomatiche aste al rialzo.

ANANIA-WITHERS: “FOLLIERI? NESSUNA EVIDENZA DELLA DISPONIBILITÀ DI FONDI”

Ma prima di allora il Palermo deve risolvere un problema non da poco. Il bilancio al giugno 2018 non è stato ancora approvato: lo ha firmato nei giorni scorsi il presidente del CdA Daniela De Angeli, che è anche il direttore finanziario del Palermo ma deve passare al vaglio del collegio dei sindaci e deve essere approvato anche dall’assemblea dei soci in programma il 26 ottobre: è probabile che tale adempimento slitti di altri 15 giorni, fino ad allora difficilmente ci saranno movimenti nel CdA ed entro metà novembre bisognerà mandare i libri contabili alla Covisoc che dovrà prendere atto della regolarità del bilancio.

Poi c’è da fare cassa per garantire la regolare prosecuzione della stagione calcistica. Nemmeno Zamparini ha fatto mistero dell’esigenza di recuperare un bel pacco di milioni per garantire gli stipendi e le spese ordinarie. Chi deve mettere i soldi se non arriveranno capitali freschi di nuovi imprenditori? Li metterà Zamparini o arriveranno dal mercato di gennaio? Nessuno al momento può escludere quest’ultima ipotesi e sarebbe un delitto dovere indebolire la squadra, soprattutto se la classifica dovesse ancora sorridere come adesso. Come avviene da un bel po’ di tempo, le vicende della squadra per ora passano quasi in secondo piano per lasciare spazio alle questioni societarie. A Palermo non ci si annoia mai. Ma nemmeno ci si diverte troppo.

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8 thoughts on “Palermo, una storia già vista. Ma ora c’è un futuro tutto da scrivere

  1. Buon giorno Monastra lei dice che non si reputa sorpreso, in realtà la settimana scorsa rispondeva ad un tifoso che secondo lei l’era Zamparini era giunta ai titoli di coda… Personalmente rimango convinto che il Palermo verrà venduto a Giugno 2019

  2. L’era zamparini finirà quando il Palemo calcio fallirà e mi dispiace dirlo non manca molto.
    MERCANTE FRIULANO VATTENE VATTENE VATTENE

  3. Filippo, mi hai anticipato con il tuo intervento, credo fosse più di una settimana fa l’intervento del Direttore Monastra in questione… Purtroppo a differenza tua io sono molto scettico per natura, non credo che il Palermo verrà ceduto il prossimo giugno, al contrario (e spero di no!) io credo che andremo incontro al fallimento e alla conseguente radiazione! Il Direttore Monastra ha ben asserito nel suo articolo il fatto che nessuno di noi possa realmente conoscere i fatti e quale sia stato il reale svolgimento di tutto. Io non conosco Follieri, ma ho imparato (come del resto molti, moltissimi tifosi) a conoscere Zamparini nel corso di questi ultimi anni! Io ritengo, da perfetto ignorante, di poter constatare i fatti che mi si vengono presentati con i vari articoli traendone le mie personali conclusioni. Ripeto, non conosco Follieri nè posso mettere le mano sul fuoco per ciò che concerne la sua credibilità, ma Zamparini in questi ultimi anni ha fatto di tutto per ridurre la sua ai minimi storici! Stiamo parlando di una persona che con tutto che nel corso dei vari anni ha ottimizzato delle plusvalenze non indifferenti, ha anche goduto in passato del cosiddetto “paracadute”… Insomma, aveva le possibilità per EVENTUALMENTE sopperire ad eventuali problemi di bilancio, negli ultimi anni si paventa una società Palermo Calcio sempre in “rosso”( a detta sua), la società in Belgio, detentrice del marchio, ha 22 milioni di euro di debiti (e questo lo sanno anche i sassi!), in passato, “grazie” a Zamparini è fallito il Venezia… Prima di dire a questo o a quel personaggio “Non è affidabile…” o altro bisogna rendersi conto con chi abbiamo attualmente a che fare. Io non posso dire di fidarmi di Follieri, nè posso dire di non fidarmi perchè non lo conosco, ma per certo posso dire di non fidarmi più di Zamparini, e questo ormai da diversi anni!

  4. Luca il mio non è un auspicio, il Palermo ha due possibilità:sale in A e con maggiorinintroiti può galleggiare oppure rimane in B 5/6 si svincolano a quel punto il solo valore del Palermo saranno i debiti, li non avrà più nulla da “spolpare” ed a quel punto sarà “costretto” a vendere. Comunque un epilogo veramente disgustoso x lui

  5. No caro Luca, ti sbagli, anche se il Palermo quest’anno dovesse andare in A, l’innominabile arrafferebbe tutto quello che è arraffabile e saremo punto e a capo, e lui vuole questo, è troppo ingolosito dei milioni della serie A, invece sono d’accordo con te, cioè che lui lascera’ dopo il fallimento , perchè a quel punto non c’è piu’ cosa spolpare, spero di no, ma sarà proprio cosi.

  6. Caro Monastra il punto vero e’ che se nel calcio domina la logica degli affari noi tifosi rosanero saremo costretti a vedere i nostri colori e la nostra squadra alla merce’ di padroni mercanti o padroni avventurieri della finanza….oppure, se dobbiamo fare affidamento sull’imprenditoria siciliana, accettare il declassamento che hanno gia’ vissuto nell’ordine Messina, Catania e Trapani negli anni passati. Insomma non usciremo mai da questo tunnel finche’ nel calcio prevarra’ la logica del business….ecco la mia amara conclusione….detto questo io da tifoso continuo sempre e comunque a sostenere i miei colori ed a concentrarmi solo sugli aspetti sportivi, quel poco che ancora rimane in questo terribile calcio contemporaneo di inizio millennio……Forza Palermo!

    1. più o meno ci siamo. Da quando la Tv conta più degli stadi, circa 20 anni, il calcio è sempre più business: servono telespettatori più che tifosi, almeno per la distorta mentalità italiana. In realtà in Inghilterra e Germania (e anche in Spagna) gli stadi sono pieni anche con la Tv ma hanno quasi tutti stadi nuovi concepiti con le nuove logiche. 118 anni di storia hanno testimoniato che trannne qualche rara eccezione il Palermo non ha mai avuto chances di inserirsi fra le grandi del calcio italiano. A parte la Juventus – che è una storia personale della famiglia Agnelli – anche le altre società sono soggette a “padroni mercanti o padroni avventurieri della finanza”. (gm)

  7. Infatti, concordo, con due piccole ma importanti precisazioni: 1. territori che hanno un tessuto economico ricco possono anche esprimere imprenditori in grado di garantire la serie A anche in piazze demograficamente minori e con squadre senza un blasone storico (v. Sassuolo, Chievo, Empoli, Frosinone, ecc.); 2. I grandi capitali internazionali vengono attirati in primo luogo da squadre che hanno gia’ un marchio consolidato (Inter, Milan, Roma, Napoli). Palermo, e le altre siciliane, non appartengono a nessuna di queste due casistiche quindi e’ destinata ad un futuro sempre marginale, forse anche piu’ marginale di quello che era in passato (v. Catania e Messina).
    Soluzioni? Un cambiamento radicale del sistema calcio, oppure un’indipendenza calcistica della Sicilia con un campionato tutto nostro….difficili da realizzare, diversamente non vedo pero’ un gran futuro, fermo restando che chi ama veramente i colori rosanero sara’ sempre a sostenerli in qualunque categoria e mi rendo conto che questo e’ piu’ difficile da accettare per i piu’ giovani che si erano abituati a stare in A stabilmente e per molti anni anche nelle sfere alte della classifica, la nostra generazione invece si e’ forgiata tra B e C e siamo piu’ in grado di resistere. Forza Palermo!

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