Palermo, un tranquillo pomeriggio di paura. Le pagelle ironiche di A&F

FOTO PEPE/PUGLIA

Ve lo dobbiamo confessare. Abbiamo sperato fino alla fine che una qualsiasi regola folle della serie D impedisse di affrontare anche nel ritorno tutte le squadre indegne viste all’andata. Speravamo almeno in uno sconto di pena e, invece, sediamo più depressi del solito ad affrontare questo Roccella che non ci ricordiamo dove si trovi; ma sopratutto non ci interessa. Anche il manto erboso pare volersi adeguare alla categoria e presenta vistose chiazze di erba secca da links scozzese ma purtroppo invece che al golf ci prepariamo ad un altro tranquillo pomeriggio di paura.

Pergolizzi cambia tutto, sia per l’assenza forzata dei due terzini e sia per dimostrare che al corso allenatori era attento e aveva preso appunti almeno su due moduli. Si gioca con il 3-4-3 con Langella e Martinelli sulle fasce e Floriano accanto a Ricciardo per farlo sentire meno solo e meno triste. Dopo soli 11 minuti proprio il centravanti rosa, però, si infortuna ed entra Sforzini, con la faccia già disperata di uno che ha più o meno dieci minuti di autonomia e si chiede come minchia deve arrivare alla fine.

Il Palermo ci prova nei primi dieci minuti poi si ricorda che il ritmo compassato facilita la digestione e il riposo e così si ferma, per agevolare i pochi assiepati sugli spalti. Al 20’ segna addirittura il Roccella ma, fortunatamente, l’arbitro vede un fallo in un’area affollata come la 628 nell’ora di punta.

I rosanero finalmente si svegliano e tornano a pressare, complice un Floriano che tocca la palla come uno che in questa categoria non ci dovrebbe venire manco come spettatore. Il Roccella è pericoloso in contropiede e il primo miracolo della partita lo fa Pelagotti in uscita e di faccia su un avversario lanciato a rete. Si soffre troppo e ci si rinfaccia la pasta al forno. Il Palermo continua a provarci e fa girare la palla molto meglio rispetto alle ultime uscite, quando il lancio lungo era l’unico amico dei giocatori in campo. L’arbitro fischia la fine del primo tempo e ci assale l’ansia che non si riesca a vincere neanche questa.

Nel secondo tempo la musica non cambia. I nostri tengono palla, la fanno girare, provano a trovare sbocchi ma gira a vuoto. La svolta al 20’ quando Floriano si beve in corsa quattro giocatori, entra in area, si getta come se un proiettile lo avesse colpito nel ginocchio e ottiene un rigore che ha visto solo l’arbitro! Ma a noi che ce ne fotte? Floriano batte al rallentatore e spiazza il portiere! Uno a zero per noi!

Passano cinque minuti e un rigore viene dato anche al Roccella per atterramento in area sufficiente a consentire all’arbitro di raddrizzare la minchiata precedente. Il giocatore del Roccella però si caga in mano e la spara in curva nord e siamo ancora 1 a 0! I calabresi restano in dieci per la seconda ammonizione di Ibrahime che aveva già ingaggiato una battaglia verbale con il pubblico ed era chiaramente sull’orlo di una crisi di nervi.

Entra anche Silipo che è sempre un piacere per gli occhi e c’è tempo per la standing ovation per Floriano. Insomma, non succede più nulla e il Palermo torna alla vittoria! Lo fa in maniera un po’ rocambolesca sopratutto grazie alle giocate di Floriano ma d’altra parte la società lo ha comprato per questo. il Savoia intanto non riesce a battere il Marina di Ragusa e va a -5. Noi torniamo a respirare ma sappiamo che sara’ comunque un inferno! Forza Palermo!!!

PALERMO – ROCCELLA, GLI HIGHLIGHTS

Pelagotti 6: Come al solito sulle uscite si imparda ma, almeno, ci mette la faccia. Nel senso letterale del termine, salvando nel primo tempo sull’attaccante calabro lanciato a rete. Poi ha pure una botta di culo sul rigore calciato alle stelle dai calabresi. Gastone Paperone.

Peretti 6,5: Già c’era piaciuto quando era stato chiamato in campo, oggi dimostra autorità e, soprattutto, Apprezziamo la sua prestanza fisica. Marcantonio.

Lancini 6: Come ormai vi è noto, non bocciamo nessuno quando si vince, soprattutto in una partita che contava tanto. Ma lui l’insufficienza se lo meriterebbe tutta, se non altro per quel goal clamorosamente fallito nel primo tempo. Insufficiente.

Crivello 6,5: Preciso e puntuale in ogni intervento, detta i ritmi della difesa a tre con il piglio di un generale prussiano. Autoritario.

Langella 7: Si è capito che stare in campo da titolare gli piace e così sfodera un’altra prestazione da incorniciare. Inamovibile.

Kraja 6: Macina tanta legna in mezzo al campo. Non chiedeteci cosa significhi ma è da tempo che volevamo scriverlo. Falegname.

(dal 28′ s.t. Ambro) s.v.:

Martin 6,5: I calabresi gli lasciano più spazio rispetto agli avversari delle ultime partite. Il francese subito ne approfitta per dettare costantemente i riti del gioco, seppure con il suo andamento compassato. Geometra.

Martinelli 5,5: È vero che non bocciamo nessuno in caso di vittoria ma il mezzo voto in meno ci sta tutto per l’incredibile rigore che regala a Roccella. Se poi l’attaccante calabrese lo segnava si beccava direttamente un 2 in pagella. Allocco.

Felici 7: La solita partita di movimento instancabile su tutto il fronte d’attacco, generosità senza limiti e intuizioni, purtroppo, talvolta non comprese dai compagni. Ripetitivo.

(dal 31′ s.t. Silipo) s.v.

Ricciardo s.v.:

(dall’11’ p.t. Sforzini) 6: La sufficienza è solo per l’impegno che, certamente, non si può negare. Per il resto l’attaccante rosa nero dimostra un ritardo di condizione imbarazzante. I suoi movimenti sgraziati ed al rallentatore ci mandano letteralmente in bestia. Slow motion.

(dal 45′ s.t. Ficarrotta) s.v.

Floriano 9: La palma di migliore in campo gli spetta di diritto, non solo per il rigore che si procura al termine di una galoppata da centometrista e per la freddezza con cui lo realizza. Dimostra per tutta la partita di essere nettamente di un’altra categoria e, siamo certi, potrà fare la differenza nel prosieguo del campionato. Giocatore vero.

Pergolizzi 6,5: Veniva da una settimana difficile di critiche e attacchi social, cui si aggiungeva una situazione di oggettiva emergenza. Ne viene fuori con una vittoria, di riffa o di raffa. Contava soprattutto vincere. Essenziale.

Ibrahime 10 – Dopo il rigore esce letteralmente pazzo e ingaggia una guerra con la tribuna. Alcuni tifosi lo beccano con cori razzisti e questo francamente ci fa davvero schifo. Lui conclude il tutto lasciando in dieci il Roccella e consentendoci di vincere. Eroe di giornata.

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18 thoughts on “Palermo, un tranquillo pomeriggio di paura. Le pagelle ironiche di A&F

  1. Tutto carino e divertente come al solito ma la minchiata dei cori razzisti dalla tribuna potevate risparmiarvela.

    Male parole si, ma così come per tutti i giocatori avversari e Pergolizzi, ma cori razzisti …. ma quando mai.

    Le prendo come nostalgie da Serie A

    1. SINCERAMENTE NON RICORDO CORI RAZZISTI CONTRO QUESTO GIOCATORE, PERO’ RICORDO LO SPUTO CHE HA FATTO RIVOLGENDOSI ALLA CURVA SUD

  2. Visto che non ci può neanche Santa Rosalia turiamoci il naso e andiamo avanti così vincendo le partite di riffa o di raffa.

  3. Non concordo su alcune delle vostre analisi. In primis, il rigore su Floriano è netto quanto stupido. Floriano si allunga la palla (che stava uscendo) e lo stopper fa l’errore marchiano di entrare toccandolo sulla sua coscia sinistra. Anche il rigore di Martinelli è netto quanto stupido. Noi lo segniamo (a differenza di altre volte), gli altri lo sbagliano. Vinciamo noi, semplicissimo.
    Ibrahima: ho sentito meritatissimi fischi e insulti, il razzismo no e non ci appartiene. Detto questo, andava espulso al primo minuto per un’entrata-killer su Felici non sanzionata neppure con il giallo. Protesta come un ossesso sul rigore contro meritando l’ammonizione; poi all’ennesimo fallo rimedia il secondo giallo. Miniera d’oro (per noi).
    Lancini: limita il lancio lungo “ad minchiam” (come avrebbe detto Scoglio), ma è indisponente per le manfrine degne della categoria in cui è finito (insieme a noi) e non di quelle da cui proviene (come noi). Si butta a terra un paio di volte simulando colpi in faccia e si rialza subito dopo confermando che recita (malissimo). Va a sfottere in modo provocatorio l’avversario che ha appena sbagliato il rigore. Delusione.

  4. Sempre una lettura molto piacevole, ma questa volta, forse, avete esagerato con il lagavulin. Dalla tribuna non si è sentito alcun coro razzista, che sarebbe, in quel caso, giusto condannare. Ho sentito dei buuuu all’uscita dal campo del giocatore ma gli stessi buuuu li ho sentiti durante l’esecuzione del calcio di rigore contro il Palermo. Stare in guardia si, bere di meno anche. Piacevoli.

  5. Spero che abbiano ragione i “colleghi” tifosi sui cori razzisti.
    PS A&F la battuta della sufficienza al parafulmine oramai è vecchia 😀

  6. Attipo che un palermitanissimo “figghipulla” diventa inesorabilmente razzista se a riceverlo non è un individuo di razza bianca caucasica o nipponica? Mi pare razzismo al contrario, anzi, una forma di “riservismo”, come i democraticissimi yankee ci hanno insegnato con il genocidio dei nativi americani. Tristezza.

  7. questa sui cori razzisti ve la potevate francamente risparmiare….come anche dare 6.5 per motivazioni senza senso ad un allenatore veramente disturbante……

  8. carissimi, come per la favola di “italiani brava gente” facciamo fatica a pensare che persone che condividono con noi la passione del palermo possa essere così abbietta da insultare un giocatore per il colore della pelle. I versi della scimmia e le grida “scimmia, scimmia” le ho sentite io. Saranno state 10, 15 o 20. Poco importa. Queste cose fanno schifo e anche se fatte da 4 codlin vanno stigmatizzate anche se può dispiacere

    1. Uno che ha giocato come lui, rischiando di spaccare una gamba a Felici al primo minuto, protestando in modo così plateale e giocando in modo così falloso sarebbe uscito dalla Favorita sommerso da fischi e piriti pure se fosse stato alto, biondo e con gli occhi azzurri. Detto questo, la battuta più “razzista” che ho percepito è stata: “Chiuitili bbuonu gli spogliatoi, ca chisti uora va’rruobba”.

  9. Dai ragazzi, meno cattiveria! Il rigore secondo me c’era. Tuttalpiù tocca notare l’ingenuità di chi fa il fallo praticamente oramai fuori dal campo.

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