Peressutti, l’antistress del Palermo: “Supereremo l’emergenza infortuni”

Infortuni muscolari, infortuni traumatici, condizione atletica, le convocazioni in Nazionale: c’è anche questo tra i fattori che decidono una stagione. Il Palermo è arrivato al primo posto grazie a due vittorie consecutive ma affronta il futuro prossimo con un organico che non consente grande fantasia. Il grave infortunio di Morganella (in bocca al lupo) è solo l’ultimo di una lunga serie che ha visto “protagonisti” Ingegneri, Bellusci, Aleesami, Coronado, Posavec, Monachello, Rolando, Dawidowicz (per non parlare dei “lungodegenti” Rajkovic e Balogh): e “gestire” la salute fisica dei giocatori può essere determinante per le sorti di un campionato.

Ecco il perché di una “chiacchierata” con Roberto Peressutti, preparatore atletico del Palermo con esperienza anche in serie A, l’uomo che insieme ai suoi collaboratori Marco Petrucci e Giuseppe Puleo ha il compito di garantire a Tedino l’efficienza atletica dei giocatori. Peressutti dice subito la sua. “Escludendo i traumi, che non sono prevedibili, abbiamo avuto certamente alcuni sovraccarichi di natura muscolare, alcuni legati allo stress e alle Nazionali. Secondo me quello che è successo al Palermo in questo inizio di stagione rientra in una casistica fisiologica, nel senso che, in un mese, si possono registrare più infortuni e magari per il resto della stagione ne capiteranno meno. In passato ho già dovuto fronteggiare simili emergenze. Sicuramente senza gli impegni extra dei nazionali ci saranno grandi margini di miglioramento nella gestione dei carichi di lavoro”.

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Come affrontare l’emergenza infortuni? Peressutti non si scompone: “Va sicuramente gestita in maniera adeguata; i carichi a cui sono sottoposti i ragazzi non sono legati soltanto alle partite, ma anche ai lunghi viaggi e al fatto che in Nazionale giocano tanto e lavorano poco. Aleesami, ad esempio, è andato in Norvegia, ha giocato due gare (una in casa e una fuori), è tornato in Norvegia poi è tornato a Palermo, con stress e sbalzi di clima di cui bisogna tenere conto. Con i miei collaboratori e lo staff medico stiamo lavorando con attenzione, facendo secondo me un ottimo lavoro preventivo e di gestione della performance”.

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Ritiro precampionato in Austria cortissimo, poi il prosieguo della preparazione in Sicilia, al caldo. Scelta condivisa? “In realtà quando io, il mister e lo staff siamo arrivati le date del ritiro erano già state stabilite. Ci siamo adeguati e abbiamo messo tutta la nostra esperienza per coniugare le situazioni consolidate con le nostre esigenze. C’è però da dire – aggiunge Peressutti- che quello del ritiro come momento fondamentale per fare “rifornimento” di energie fisiche è un mito da sfatare: non si riempie il serbatoio solo nei 25 giorni di preparazione estiva; ci sono sempre interventi settimanali che ci permettono di monitorare “il motore” e farlo girare sempre al meglio. I dati che immagazziniamo, grazie alle apparecchiature scientifiche che utilizziamo, sono importanti per fare certi tipi di valutazione, ma come dice il tecnico anche l’occhiometro vuole la sua parte. L’esperienza ci può far vedere delle cose nascoste dietro una montagna di numeri. Da tutti gli allenatori ho imparato qualcosa”.

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Igor Coronado sembra proprio uno di quei casi affidati all’occhiometro. Il brasiliano va “maneggiato con cura”, da un mese gioca in condizioni non ottimali e richiederebbe magari una sosta ai box per il rifornimento. “Quella di fermare un giocatore – spiega Peressutti – è sempre una decisione che va presa con l’allenatore, che deve valutare anche certe esigenze tecniche che non competono al preparatore. Anche per Igor la scelta è stata assolutamente condivisa: il tipo di problema muscolare che ha subito necessitava uno stop lungo oppure una gestione capillare che gli permettesse di essere comunque in campo, anche se ciò ha comportato tempi di recupero più lunghi. Toglierlo nei minuti finali rientra in questa logica di gestione, ma nelle ultime due partite bisogna dire che non ha più sentito fastidi. Lo riteniamo guarito o comunque vicinissimo alla guarigione”.

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Peressutti ha lavorato a Catania, Cesena, Brescia, Empoli e Genova (Samp), molto legato al tecnico Giampaolo con il quale le strade si sono divise quest’anno dopo una lunga collaborazione. A suo avviso non ci sono grandi differenze nella preparazione tra Nord e Sud, tra serie A e B. “Le differenze tra Nord e Sud sono più che altro ambientali o di altro tipo, il lavoro di campo non si discosta molto. Certo, lavorare a Palermo con 21 gradi mentre Udine ce ne sono 7 aiuta. Tra A e B la differenza abissale è sul piano dei valori tecnici: una squadra di C che vince il campionato può anche provare a vincere il campionato di B, mentre chi sale in Serie A riesce a salvarsi (se ci riesce) con molta fatica. Ma sul piano neuromuscolare, le macchine sono simili, con qualche eccezione però: certi giocatori di alto livello sono atleti dall’esperienza motoria tale da riuscire a gestire i doppi impegni anche con un filo di gas, direi perfino geneticamente superiori”.

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