Processo Palermo, il club integra la propria memoria difensiva

Il Palermo si prepara all’udienza in corte federale d’appello di giovedì 23 maggio e per scongiurare il rischio della Serie C aggiunge un nuovo tassello alla propria strategia difensiva. Il club rosanero infatti, così come gli altri deferiti, hanno intenzione di integrare le proprie memorie.

“SENTENZA GIAMMARVA”, UN AIUTO AI ROSA

L’integrazione dei documenti da parte del Palermo (assistito dal proprio team di legali) ha come punto nevralgico le motivazioni della Cassazione alla base del respingimento del ricorso della Procura di Caltanissetta e il decadimento delle accuse a Giovanni Giammarva.

I giudici della Suprema corte, come anticipato sulle pagine Stadionews, hanno ritenuto infatti che non vi siano elementi per ritenere fittizia l’operazione Mepal – Alyssa, così come il relativo credito da 40 milioni e tali argomentazioni verranno poste all’attenzione della corte d’appello, che giudicherà nel merito le accuse mosse dalla Procura Federale che invece parte dal presupposto della irregolarità di tale operazione.

Come già preannunciato a più riprese dalla nuova proprietà, verrano allegati inoltre alcuni documenti che intendono evidenziare la solidità del nuovo corso rosanero, oltre alle garanzie fornite dalla nuova proprietà e il quadro degli adempimenti a cui andrà incontro come sottolineato nel recente comunicato ufficiale della Sporting Network (società di scopo creata dal gruppo Arkus per controllare la struttura societaria del Palermo calcio).

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17 thoughts on “Processo Palermo, il club integra la propria memoria difensiva

  1. Ma se al tempo la COVISOC aveva convalidato l’iscrizione del Palermo ai campionati disputati, se oggi la cassazione, ordine supremo della magistratura, ritiene non perseguibile la vicenda MEPAL-ALYSSA perchè non sussistono elementi di irregolarità su quali basi si poggia la decisione di aver penalizzato il Palermo a non disputare i Play-Off e a retrocederlo all’ultimo posto in classifica ? Ma già da italiani dobbiamo subire una politica dove regna il problema morale è mai possibile che anche nello sport dobbiamo subire decisioni che esulano dai risultati del campo e che sono opera di un conflitto d’interessi palese ancor prima del risultato della cassazione. Qui non si dovrebbe rivoltare solo Palermo e la Sicilia ma tutta l’Italia. Non si può gestire così ciò che è il primo sport nazionale ma soprattutto mondiale, non si possono gestire le classifiche e sovvertire a tavolino le decisioni del campo e qui c’entra la politica che non può lasciare in mano a dei maneggioni quello che per volume d’affari è la seconda industria italiana con un indotto che coinvolge anche i giornali e loro operatori. L’attacco a questo sistema non deve avvenire dai soli tifosi del Palermo defraudati di un loro diritto a competere ma da tutti quegli organi di stampa che del calcio ci vivono. Bisogna che la FIGC fermi questa porcheria che grida vendetta e riparta dall’ultima partita facendo rigiocare i Play-Off e Play-Out ricostruendo la regolarità del campionato, sarebbe un grave errore accontentarsi di un probabile risarcimento e di una permanenza in serie B perchè comunque avallerebbe una irregolarità sportiva che è e rimane alla base di ogni sport giocato : LA Competizione.

  2. tutti i dati portano a pensare che la sentenza di primo grado e gli atteggiamenti della lega siano stati progettati a tavolino. gli interessi economici in gioco sono rilevanti, salernitana in c, verona e benevento che non salendo in a rischiano dopo la retrocessione dalla medesima etc. etc.
    Il Covisoc-connection-tale è paradossale, non sono stati prodotti documenti falsi ma viene contestata la falsità dell’operazione. A questo punto il dilemma andava affrontato illo tempore non adesso e dopo espressioni definitive del tribunale e della stessa covisoc.
    Questo però non toglie nulla alle malefatte del domiciliato e di altri presidenti ad oggi non perseguiti.

    1. probabilmente si voleva solo non dare la possibilità al Palermo di salire in A e in appello o dopo verrà reintegrato in B facendo credere di aver vinto, quello che a Roma definiscono “accontentamose coll’ajejetto”.

  3. le motivazioni della sentenza del processo di Caltanissetta che il credito di ALYSSA e’ sussistente e’ come il DNA nel processo penale traetene le cosequenza

  4. Certo è che di grande vigliaccata si è trattato.Spero che i vari Balata,Lo Tito,Gravina,possano in seguito pagare caramente il mal torto fatto al Palermo.Gli auguro un gran bene….nn

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