Qui Anfield, se anche il Palermo “you’ll never walk alone”

(gm) – I nostri croni-tifosi Carlo Amenta e Gery Ferrara, “inviati” da Stadionews a Liverpool per il big match con il Tottenham, ci raccontano – con tanto di video personalizzato – la loro domenica davvero speciale. Un racconto intriso di passione che sottolinea come il calcio in Inghilterra, per i tifosi, sia proprio un’altra cosa.

La partita in Inghilterra è un rito che comincia sia dalla prima mattina: bacon, eggs, pudding, beans, sausages, mushrooms e tomato ti servono per affrontare una giornata che si preannuncia durissima. Anche perché quello è l’unico pasto della giornata che verrà scandita da pinte di birra, canti e scommesse.

PALERMO, DIFESA DA INVENTARE: TOCCA A RAJKOVIC?

Alle 13 già al New Halfway Pub, a Walton Road, andiamo a sentire i pronostici e i racconti delle trasferte in giro per l’Europa, delle finali perse, di quelle vinte e della tragedia di Hillsborough Plains. Poi comincia la lenta camminata verso il tempio di Anfield Road con “scouse pie” e puntata lampo su Salah primo marcatore.

Canta la Kop e la partita comincia. Da lì in poi è tutta un’altra emozione e ci godiamo pure i dieci minuti più pazzi della Premier (2 a 2 finale con due gol nel recupero e due rigori molto generosi per gli ospiti) che ci lasciano l’amaro in bocca per la “bolletta” ormai in tasca a tempo scaduto (sì, avevamo giocato anche il Liverpool vincente).

PALERMO ASSENTE ALLA FESTA DEL GOL

Ciò non ci impedisce di tornare a bere e cantare dove ormai ci riconoscono come tifosi onorari e, sopratutto, e quando ci chiedono per che squadra tifiamo ci rispondono che grazie a quella maglia il Palermo “is the team with the very cool jersey in pink and black”.

A questi tifosi non interessa chi sia il presidente. A questi tifosi non interessa se la squadra vince o perde o se sono passati 27 anni dall’ultimo titolo. A questi tifosi non interessa se piove, nevica o c’è una bella giornata di sole. Quando i Reds sono ad Anfield, la vecchia bandiera rossa di una nave sventola orgogliosa e richiama tutti verso la Kop. Perché conta solo la squadra, solo la maglia e ogni tifoso sa che il suo unico dovere è che quella squadra non cammini mai da sola!”

13 thoughts on “Qui Anfield, se anche il Palermo “you’ll never walk alone”

  1. quei due simpaticoni di Amenta e Ferrara dovrebbero pero’ ricordare che il Liverpool ha vinto scudetti e coppe, non ultima la Champions contro il Milan e non e’ retrocesso due volte in pochi anni tra mille esoneri e porcate varie. gioca in uno stadio moderno e ha avuto campionissimi tra le sue fila come Gerrard e Coutinho per citare tempi recenti soltanto. ha in buona sostanza una storia ed una tradizione che hanno creato nel tempo un senso di appartenenza fortissimo, quello che Zamparini con il suo modus operandi non ha saputo infondere in una citta’ abituata a tifare i grandi campioni del nord, non certo le caprette che ci propinano spacciate per campionissimi. Vorrei ricordare inoltre che i prezzi sono molto piu’ alti e il tifosetto hardcore e’ stato praticamente buttato fuori dagli stadi dove non sono tollerati tamburi, canne, comportamenti mafiosi del tipo mi seggo dove mi pare o sto alzato e se non canti o non ci vedi statti a casa. Quindi le cose bisogna dirle tutte piuttosto che fare paragoni infelici.

  2. Molto carino il racconto della gita ad Anfield. Non mi è piaciuto invece l’epilogo con lezioncina d’inglese (the book is on the table) sull’etica del tifo. A parte il fatto che i paragoni vanno fatti per classi omogenee (e il calcio inglese è lontano anni-luce dal nostro), ritengo che la scelta di coloro che, come me, dopo decenni decidono di disertare lo stadio per protesta sia degna di rispetto in quanto forma di dissenso civile e non violento. Nessuno ha il diritto di sedersi sulla “cartedda di babbaluci” (if you know what I mean) per darmi lezione d’amore per la mia squadra. O forse chi la pensa come me, invece di soffrire in casa e in silenzio, dovrebbe esprimere dissenso minacciando o sfasciando tutto in puro stile-hooligans ?

    1. Hanno espresso il loro punto di vista, non mi pare che ci fosse la lezioncina d’inglese o di morale. Anche il tuo è un punto di vista, spesso lo hai descritto nella rubrica dei commenti senza che nessuno pensasse a una lezioncina. Invece, perchè non torni a scrivere “seriamente” visto che hai una bella “penna” e lo hai sempre dimostrato? Ne sarei felice. (gm)

      1. Grazie per la stima. A parte il fatto che la mia professione mi lascia poco tempo per scrivere, il punto è che non tollero più questa divisione tra i tifosi del Palermo. E questa è la più grave delle colpe che attribuisco a Zamparini. Oggi non si può essere più liberi di dire (o scrivere): “Ma perché avete regalato Cionek alla SPAL?” senza poi leggere qualcun altro che risponde: “Strisciato della prima ora, ma cosa vuoi ? Prima di Zamparini eri abituato a Finetti”. Nella fattispecie della “lezioncina” (by the way, do you rememeber the Heysel disaster ?), il tono allusivo dell’ultimo paragrafo è dichiarato nel primo periodo “A questi tifosi non interessa chi sia il presidente”. A me invece interessa che il presidente abbia i miei stessi obiettivi, ossia l’amore per la squadra e il conseguimento del miglior risultato sportivo in funzione delle risorse disponibili. A me interessa che il Presidente non mi prenda in giro con certe dichiarazioni (l’ultima ieri a proposito del deludente mercato di Gennaio: “Ah, se non ci fosse stata l’istanza di fallimento..”. Ma io qui non voglio esprimere per l’ennesima volta il parere mio, che poi è quello di tanti. Vorrei solo che nessuno, da entrambe le parti di una barricata eretta da un solo uomo, si arrogasse il diritto, sulla base di un’ipotetica superiorità ideale, di giudicare scelte, qualunque esse siano, dettate da un amore che ciascuno vive a modo proprio. Detto questo, ammiro moltissimo il duo Amenta & Ferrara dai tempi del sito “DiPalermo”, ove a lungo andò avanti un simpatico botta e risposta con un altro utente, oggi iscritto al mio “partito”: Don Totò. Saluti rosanero a te, ai due neo-reds, e a Don Totò (se ci legge).

  3. ma di quale tifo state parlando ? dei 5-6000 che danno l’anima e dei pseudo-tifosi da divano? Palermo merita molto, ma avrà quello che spetta a chi ha di seguito solo 6.000 presenze allo stadio !!! la realtà è questa – forse fra 40 anni cambierà – ma non oggi……

  4. guardate che 2mila abbonati allo stadio sono la CONSEGUENZA delle scelte scellerate perpetrate nel tempo, non la causa. tutti in coro a dire bisogna andare allo stadio ma nessuno che ci dica come disfarci del despota. continuiamo a fare quello che abbiamo fatto finora e poi mi spiegherete per quale motivo ce ne dovremmo liberare.

  5. il solito retorico ipersuperficiale luogo comune che gli altri sono sempre migliori di noi, come se distanze geografiche, evoluzione storica, usi costumi, tradizioni, economia e finanza, non contassero nulla, come paragonare due elementi totalmentedù diversi, con la memoria corta che circa 20nni addietro, io ben felice di di tenermi vice’ u’ pazzu e pinuzzo u’ tasciu’ con i loro tamburi e non invidiavo le cornamuse stragiste 😉 degli hooligans

  6. ed ecco qui i soliti a fare polemica, i due giornalisti hanno espresso un loro parere.. Magari avremmo la mentalità del tifo inglese.. Con la squadra prima in classifica abbiamo 5 mila spettatori ottimo..

    1. ehm mi scusi, …e gli altri non possiamo esprimere i nostri pareri??? oppure per definizioni ci sono pareri giusti e fighi e gli altri fanno solo polemiche ? che allora

  7. a me del tifo e dei paragoni importa poco, inviodio ad alcuni paesi il senso civico sperando di non essere come quel tale che tornando da un viaggio raccont “compà non puoi capire quanto è pulita la svizzera, se butti un mozzicone di sigaretta per terra arrivno i gendarmi, magari qui fosse così pulito…” il tutto mentre accartoccia un pacchetto vuoto di sigarette e lo butta per terra…

  8. ricordo ai cronisti estasiati che quegli stessi tifosi nel 1985 ballavano ubriachi sui cadaveri di 39 tifosi italiani… non lo dimentichiamo!!!!

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