Rino Foschi: “Se il Palermo chiama ci sono e ci sarò sempre”

Rino Foschi, ex direttore sportivo (anche futuro?) del Palermo ci è rimasto molto male. Non è difficile immaginare per chi tifasse, davanti al televisore per la finale playoff tra Frosinone e Palermo. “Si sono viste cose che con il calcio non hanno nulla a che fare – commenta amaramente -. La partita è stata molto nervosa, ben diversa da quella giocata a Palermo e ci sta che dopo il gol evitabilissimo di Maiello la partita sia scivolata su binari di eccessivo nervosismo: quando la posta in palio è così alta e ballano circa 50 milioni ci può stare il nervosismo ma non la slealtà e il mancato rispetto delle regole: su ciò è successo c’è chi giudicherà”.

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Nei giorni scorsi è di nuovo circolata con insistenza la voce di un suo possibile ritorno a Palermo. Foschi ha lasciato il Cesena, ha ancora voglia di calcio e i suoi rapporti con Zamparini sono complessivamente buoni anche se talvolta piuttosto “frizzanti”. Lui resta nel vago ma non si tira indietro. “Io per il presidente, con cui mi sento spesso, ci sono e ci sarò sempre, sono a sua disposizione nel caso in cui lui avesse bisogno di me”. E’ sottinteso che il ritorno a Palermo lo gratificherebbe perché nei tifosi ha lasciato un buon ricordo, i suoi anni a Palermo sono coincisi con i migliori risultati calcistici dell’era rosanero di Zamparini.

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E’ chiaro che da allora ad ora sono cambiate tante cose. Zamparini non ha più le capacità economiche di una volta e ha già annunciato che bisognerà fare molte economie nel mettere in piedi la squadra del prossimo anno. “Non conosco nel dettaglio la situazione, bisognerà capire cosa è in grado di investire Zamparini. E’ comunque possibile costruire una formazione competitiva senza spendere molto. Anzi, direi che l’abbiamo già fatto. Ricordate la storia del travaso di giocatori dal Venezia al Palermo, nel 2002? Abbiamo portato giocatori di categoria, molti italiani, magari sconosciuti al grande pubblico, ma che poi sono diventati giocatori affermati e alcuni addirittura sono andati anche in Nazionale. E con quella squadra sfiorammo la promozione già il primo anno”.

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Foschi sta alla finestra, fin quando non gli arriverà la telefonata di Zamparini guarderà in casa Palermo con la dovuta cautela. Ma che abbia voglia si capisce: “Palermo è la quinta città d’Italia, ha un grande stadio e un potenziale bacino di tifosi enorme come ha dimostrato nelle ultime partite di playoff giocate davanti a 30.000 spettatori. Ci sta che la gente si aspetti una squadra consona al valore della città. Però è corretto dire che quello di oggi è un calcio diverso da quello di 10 – 15 anni fa, sono aumentate le difficoltà ed è aumentata anche… la mia età, dato da non trascurare. Se Zamparini chiama rispondo presente, ci mettiamo davanti a un tavolo a parlare del futuro e si decide il da farsi”.

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2 thoughts on “Rino Foschi: “Se il Palermo chiama ci sono e ci sarò sempre”

  1. Ma stai zitto!!! Palermo Cesena era la partita per noi decisiva,e siete venuti a Palermo,a giocarvi la partita della vita,per un punto inservibile. E poi,cavalli di ritorno,mai piuuuuuu. Ciaone.

  2. Sarebbe più corretto dire che non vuole più metterci i soldi non che non più le capacità economiche di una volta. Discorso ben diverso. É quando qualcuno non vuole spendere soldi per il calcio sarebbe opportuno che si facesse sa parte. Non l ha scritto il medico di tenere in asset una squadra di calcio.

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