Savoia – Palermo sarebbe stata oggi. Ma la “partita della vita” adesso è un’altra

FOTO PUGLIA / PEPE

Ieri è ricomparsa all’improvviso la parola Savoia. C’era una proposta del dg campano Rais – simile ad un’altra avanzata dal Foggia – a proposito delle possibili soluzioni di fine campionato. E’ stato come un colpo al cuore, come d’incanto avevo rimosso la parola Savoia (e tante altre ad essa connessa) per precipitare, anima e corpo, anche dal punto di vista professionale, nelle vicende legate al coronavirus che è un avversario certamente più pericoloso.

E rifletto sulla vacuità delle umane cose. Per mesi sull’asse Palermo – Torre Annunziata si è detto di tutto e di più. Adesso la rivalità si è giustamente annullata. Ci penso ancor di più oggi perchè il calendario della serie D avrebbe proposto per oggi, 22 marzo, il big match, la resa dei conti (sportiva, s’intende). Con quale vantaggio in classifica? Con quale arbitro? Con o senza tifosi al seguito? Con che modulo? In pullman o in aereo? Quanti agenti di polizia si sarebbero dovuti mobilitare?

Domande che riviste adesso non hanno proprio nessun senso. I campionati forse finiranno, forse no. Qualunque cosa accadrà, qualunque cosa decideranno i vertici della Lega, il Palermo andrà in serie C al 99,99%, e un giorno si ripartirà come se nulla fosse, parlando di tecnico, calciomercato e budget.

Ma adesso è il giorno dell’obbedienza civile, di pensieri molto più grossi, di una crisi sanitaria ed economica che non ha precedenti negli ultimi 75 anni, di immagini forti come i tanti morti che stiamo seppellendo per colpa di un nemico tanto pericoloso quanto invisibile. È passato solo un mese dal black out del calcio, sembra una vita. Già, la vita. Che viene prima di tutto. Ricordiamocene, quando un giorno torneremo alla “normalità”.

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