Stellone, parabola discendente: dal primato alla voglia di… strafare

Roberto Stellone non è più l’allenatore del Palermo. Il tecnico nato a Roma saluta la squadra rosanero dopo 35 partite in cui ha raccolto 17 vittorie, 13 pareggi e 5 sconfitte, con 50 gol fatti e 32 subiti e il terzo posto in classifica.

Stellone viene chiamato al posto di Tedino dopo la disastrosa sconfitta a Venezia, durante lo scorso campionato (circa un anno fa) proprio quando mancano quattro partite alla fine, come in questa stagione. La prima gara è contro una sua ex squadra, il Bari, e finisce 1 – 1. Nelle otto partite del campionato 2017-18, Stellone raccoglie 4 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta che però è pesantissima per il Palermo e costa la Serie A.

Dopo la finale playoff persa contro il Frosinone, la società decide di richiamare Tedino ma l’avventura dell’ex tecnico del Pordenone dura poco ed ecco che Stellone torna in sella nella gara contro il Crotone, vinta 1 – 0. Nelle prime tredici partite, l’ex calciatore di Napoli e Torino raccoglie tredici risultati utili consecutivi, con 8 vittorie e 5 pareggi, portando la squadra al primo posto in classifica alla fine del girone d’andata. A gennaio, però, qualcosa si rompe.

La situazione societaria non aiuta, i disguidi con Foschi e con la proprietà inglese in sede di calciomercato creano dei malumori e il Palermo ne risente. Per i rosa arrivano due sconfitte consecutive nel nuovo anno e un lungo periodo con pochi alti e molti bassi, con Stellone che continua a fare esperimenti, a ruotare giocatori (anche se sempre gli stessi) e a puntare su un modulo ultra-offensivo, il 4-2-4, che non dà le risposte sperate. A Crotone arriva la sconfitta più pesante e nella gara successiva contro il Lecce Stellone già si gioca il futuro (partita poi vinta dai rosa).

Nelle successive sette gare il Palermo perde solo a Pescara ma raccoglie 3 vittorie e 3 pareggi. Nonostante il modulo con tre centrocampisti sembri dare più garanzie, Stellone inizia la partita contro il Padova con Falletti mezzala e la chiude con cinque giocatori offensivi in campo tutti nello stesso momento.

Tanta spregiudicatezza (secondo molti eccessiva, al limite della presunzione) ma anche tanta confusione: è la classica “goccia che fa traboccare il vaso” e Foschi, che non condivide la linea di Stellone, prende una decisione drastica per tentare di “salvare” la stagione. La Serie A diretta non è lontana ma bisogna vincerle tutte per non pensare al destino delle altre pretendenti.

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6 thoughts on “Stellone, parabola discendente: dal primato alla voglia di… strafare

  1. campioni? nessuno di loro si è mai definito un campione. NESSUNO! questi sono e questi sono i limiti che hanno. due o tre di loro possono ambire alla serie A, gli altri sono onesti giocatori di serie B come se ne trovano ovunque. la colpa è di chi crea le squadre così, non di chi ha la sfortuna di giocarci.

    1. Il termine “campioni” era un eufemismo tanto per essere chiaro, comunque dispiace l’esonero ma sono d’accordo con Foschi, i calciatori e Stellone sono figli dell’arroganza, della superficialità, della presunzione, attaccata a cosa? Cosa hanno vinto, dimostrato?…Manco se si chiamassero Guardiola, Ronaldo, Messi ecc e cc… Non hanno più alibi, i piccioli li hanno presi regolarmente, quindi di cosa stiamo parlando…vergogna, la cessione della società è vincolata alla promozione e questi pseudo campioni del c…. che fanno? A parte Brignoli, Moreo (con i suoi limiti), Rispoli, Jajalo e Falletti almeno in campo s’impegnano al minimo sindacale…e gli altri fighetti??? Foschi vai avanti così, senza rimpianti, perché oramai sono riusciti a farci piangere ancora, ancora e ancora!!!Se abbiamo un briciolo di speranza bisogna provarle tutte, perché se non avete compreso il futuro del calcio a Palermo è contestuale alla eventuale promozione in “A”, sennò i fantomatici acquirenti si scioglieranno come neve al sole, non credo si accolleranno debiti per giocare in serie “B”…Saluti a tutti, grazie Direttore Monastra.

  2. Ritengo un suiidio questa decisione ma devo ammettere che che questi esperimenti di “tattica creativa” di Stellone a 4 giornate dalla fine sulla pelle del Palermo se li poteva risparmiare. Ha dimostrato veramente poco lucidità e molto supponenza. Ma chi si crede di essere Klopp? che giocatori pensa di avere, Trajkosky, Murasky, Haas, etc? . Per come sono messe le cose non ci credo più anche perchè come ho sempre detto questa non è squadra da Playoff. In quel genere di partite, ci fanno…..le carni nere…….Addio serie A.

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