Stellone fa rima con rivoluzione. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

Per noi Palermo – Venezia ha sempre un sapore particolare, sin da quando in una notte d’estate i giocatori veneti si trasferirono in massa da un albergo all’altro per cominciare a costruire il Palermo da Serie A che ci avrebbe fatto sognare e gioire e soffrire per tanti anni. Altra epoca, altro spirito, altre sensazioni rispetto a quelle di una Favorita ormai tristemente vuota, nonostante le due vittorie consecutive e le buone prestazioni dei rosa a guida Stellone. E soprattutto, la possibilità di fischiare ad oltranza quel Citro, lanciatore di palloni in campo nella sfida Serie A contro il Frosinone che ancora brucia sulla nostra pelle, e di insultare uno degli allenatori più scarsi, Walter Zenga, tra i 50 che il Palermo ha avuto in questi anni.

Per tutte queste ragioni noi ce lo sentivamo che la partita sarebbe stata difficile, nonostante il divario in classifica tra le due squadre e la differenza di valori tecnici. Aggiungiamoci che Stellone ha provato a confondere il Venezia, e anche noi, rivoluzionando la squadra vittoriosa a Lecce pur lasciando intatto l’assetto tattico: due centrali (Struna e Bellusci), due esterni alti (Aleesami e Salvi), una diga a centrocampo con Jajalo accompagnato da Haas e Fiordilino, e un Trajkovski libero di inventare dietro la coppia gol Nesto – Puscas.

PALERMO – VENEZIA, GLI HIGHLIGHTS

Il Palermo comincia bene anche se si trova davanti un muro in maglia bianca, una squadra rozzamente “pitruniata” dietro la linea della palla e più statica del nostro amico Fabrizio quando, invece di allenarsi per la mezza maratona di Valencia, si incolla al banco degli aperitivi. I rosa manovrano, giostrano il pallone sulle fasce cercando di convergere al centro, provano il tiro da fuori ma il risultato rimane ingessato per tutto il primo tempo, come il braccio del nostro amico Salvo dopo una epica scivolata su una brioche abbandonata sul marciapiede da un cliente insoddisfatto tanto quanto maleducato.

Il secondo tempo comincia sulla falsariga del primo, anche se il Palermo appare più vivo e pressante. Quando sembra che i rosa possano segnare da un momento all’altro, una dormita difensiva regala il vantaggio al Venezia su un calcio d’angolo. Non chiedeteci come, perché non l’abbiamo capito. Poi ci ha pensato l’arbitro ad infiammare ulteriormente gli animi, inventandosi letteralmente una espulsione ai danni di Trajkovski per un fallo a centrocampo che anche da noi, al calcetto del martedì, viene considerato entrata fairplay. Stellone prova a spostare comunque in avanti il baricentro offensivo inserendo Falletti per Fiordilino e poi anche Moreo per Bellusci. Praticamente non si è giocato quasi più perché i giocatori veneti ad ogni contrasto stramazzavano a terra come colpiti da un fulmine lanciato da Zeus.

I rosa però continuano a crederci, dimostrando carattere e tenuta fisica. Le mischie in area non si contano più finché il Palermo riesce ad agguantare il pareggio, proprio allo scadere, grazie ad un diagonale di Struna sulla ennesima palla buttata nel mucchio. Alla fine il Palermo ha rischiato pure di vincere su un tiro velenoso di Nestorovski di poco sopra la traversa. Pur incazzati e senza voce non abbiamo potuto fare altro che applaudire i rosa per la reazione veemente e generosa e per la voglia di non mollare con la quale hanno ripreso una partita che sembrava segnata. Tutte caratteristiche che non vedevamo da tempo. Tutto sommato stavolta va bene così. Forza Palermo!

LE PAGELLE DI GUIDO MONASTRA

Brignoli 6: Non deve fare nulla. Subisce un gol. Torna a non fare nulla. Vittima incolpevole.

Salvi 4,5: Onestamente non ci ricordiamo una sua iniziativa degna di nota. Se aggiungiamo che in difesa non fa operazione perché il Venezia non attacca mai appare chiaro che la sua prestazione è largamente insufficiente. A riposo.

Bellusci 5,5: Vorrebbe fare a botte con tutti quelli che transitano dalle sue parti, beccandosi anche un giallo abbastanza inutile e che ne macchia la prestazione perché gli costerà la squalifica. Rissoso.

(dal 41′ s.t. Moreo s.v.)

Struna 7,5: In difesa ha poco da preoccuparsi e si butta in avanti su ogni mischia, soprattutto quando la squadra rimane in dieci cercando di compensare l’inferiorità numerica e trovando il gol del pareggio da attaccante puro. Goleador.

Aleesami 5: Corre, si impegna, cerca di recuperare palloni e ripartire ma non azzecca un cross che sia uno, manco per sbaglio. E questo per un esterno è semplicemente impensabile. Piedi quadrati.

Haas 4,5: Il gol veneto praticamente è un suo autogol ma non è l’unica macchia su una prestazione abulica e incolore. Avrebbe l’opportunità di riscattarsi ma la porta giusta non riesce a centrarla. Confuso.

Jajalo 6,5: È lento e compassato come il bradipo dell’era glaciale ma ha personalità da vendere. È lui a prendere in mano la squadra per trascinarla verso il pareggio Giocando tutti i palloni negli ultimi venticinque minuti. Guerriero.

Fiordilino 5: Una prestazione anonima. Non gli difettano né la voglia né l’impegno ma fa davvero troppo poco per meritarsi il posto di titolare. Bravo ragazzo.

(dal 20′ s.t. Falletti 6,5): Entra nel momento peggiore ma fa capire subito che è un giocatore di altra categoria. Salta l’uomo, si danna per recuperare palloni e immediatamente rilanciare l’azione. Per noi deve giocare sempre. Trovategli il posto.

Trajkovski 5,5: Il cartellino rosso per un fallo brutto, non così cattivo ma soprattutto inutile, è certamente eccessivo però anche fino a quel momento era sembrato meno brillante delle ultime giornate. Riposo obbligato.

Puscas 6: Si batte su ogni pallone e soprattutto in avvio cerca di fare capire che lui vuole il posto da titolare. Tuttavia raramente riesce a trovare la conclusione a rete e soprattutto l’intesa con Nestorovski ci sembra ancora tutta da costruire. Mezzo punto in più perché abbiamo saputo che gli piace il golf. Swing.

Nestorovski 7: È tornato il Capitano coraggioso, senza macchia e senza paura. Si sbatte su ogni pallone, torna in continuazione per creare spazi, fa a sportellate con chiunque e risulta decisivo anche nell’azione del pareggio. Peccato per quel gran tiro allo scadere che esce di poco alto e che ci avrebbe letteralmente fatto impazzire. Inamovibile.

Stellone 5: Noi siamo attaccati alle tradizioni calcistiche ed ai luoghi comuni, tra cui quello immarcescibile “squadra che vince non si cambia”. Per questo, anche se gli vogliamo bene, non gli perdoniamo lo stravolgimento della formazione. Rivoluzionario (senza motivo).

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6 thoughts on “Stellone fa rima con rivoluzione. Le pagelle ironiche di Amenta e Ferrara

  1. Stellone fa turnover oggi per non avere la squadra corta domani. Cominciamo a raccontarla bene, invece di fare i fenomeni a maggio lamentando che sono tutti spompati. Anche facendo ironia.

  2. Fa benissimo Stellone a far giocare tutti. Il campionato è lungo. Facendo giocare sempre gli stessi si rischierebbe di arrivare al girone di ritorno cotti!
    Non dimentichiamo che in 10 contro 11 abbiamo ancora rischiato di vincerla…
    Mancavano 6 minuti e il Mister li voleva tutti avanti x cercare di vincerla… e questo mi piace. Continua così Mister…

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