PAROLA AI TIFOSI – Primo compleanno per il Ti.R.R.: “Tifosi anche… senza stadio”

Il primo compleanno lo hanno festeggiato in allegria e complicità, fra un pezzo di pizza e un bicchiere di birra, fotografie e cori, com’è giusto che sia fra persone che condividono un’identica passione: sono i componenti di un gruppo di tifosi rosanero assai particolare, la cui sigla – Ti.R.R. – fa pensare a un movimento rivoluzionario. E, in effetti, il discorso che i loro membri da un anno portano avanti in un certo senso lo è. La sigla è un acronimo di “Tifosi rosanero riuniti” perché al momento della sua fondazione lo scopo era quello di unire più tifosi possibili in un momento particolarmente critico per tutti gli appassionati rosanero.

TIFOSI CONTRO TIFOSI, SOLO COLPA DI ZAMPARINI?

Ho accettato con piacere l’invito a partecipare a questa festa, ancor di più perché non condivido questa forma di protesta, e ho colto l’occasione per ascoltare e comprendere le motivazioni e i programmi futuri. D’altro canto, è giusto – come ha scelto di fare Stadionews, con  l‘editoriale del direttore Guido Monastra – stimolare un dialogo tra tutti i tifosi, anche perché non va dimenticato che il calcio è innanzitutto della città e dei tifosi. E’ stata, come previsto, una piacevole serata dai toni sempre pacati e civili, come pacato e civile è stato il loro dissenso verso la società e soprattutto il suo patron: la loro linea è quella della “diserzione” dello stadio fino all’addio di Zamparini, scelta che come dicevo prima non condivido (infatti continuo ad essere abbonata e a seguire la squadra da vicino). La “diserzione” attuata dai Ti.R.R. non ha ovviamente l’obiettivo del tradimento dei colori rosanero e della squadra. Siamo in presenza di una decisione talmente forte e “autolesionistica” che non può non nascere da un profondo malessere interiore (sportivamente parlando, naturalmente).

NUOVO COLPO DEL PALERMO? ECCO CALLEGARI

“Il Ti.R.R. – spiega il presidente Sergio Di Napoli – è nato perché quando succede qualcosa di importante si tende a pensare che c’è qualcun altro che sta facendo qualcosa. Poi spesso ci accorgiamo che non c’è nessuno e dobbiamo muoverci in prima persona. Così, abbiamo iniziato una “lotta” contro Zamparini perché non potevamo sopportare il “maltrattamento” da lui operato verso i tifosi. Lo scopo di riunire tutte le tifoserie è di avere maggiore forza e quindi maggiore voce. La nostra lotta è quella di disertare lo stadio in maniera civile e la continueremo fino a che Zamparini non andrà via”.

Mario Oddo, storico tifoso, componente già 30 anni fa del “Comitato pro Palermo”, è l’addetto alle comunicazioni di questo gruppo. Rivendica la “dignità” dei tifosi Ti.R.R. e non esclude un possibile… ammorbidimento. “Abbiamo scelto la linea della coerenza ma se ci saranno i motivi per ritornare sui nostri passi lo faremo. La squadra la amiamo come sempre e il nostro modo di essere tifosi non è diverso o inferiore rispetto a quello di chi va allo stadio. Chi dice il contrario vuole solo fare polemiche o strumentalizzare la nostra lotta”.

TRAJKOVSKI SI CONFESSA

Salvo Neri, vice presidente dei Ti.R.R., conferma. “Potremmo valutare di fare un passo indietro solo se Zamparini dimostrasse, mettendo le mani al portafoglio, di avere rispetto per i tifosi, per la città e per la maglia con un progetto serio, con fatti concreti, senza più illuderci come ha fatto in passato e facendo 100 passi indietro mentre noi uno solo. Oggi però tutto ciò mi sembra prematuro”.

Piero Gebbia, consigliere Ti.R.R., aggiunge. “Abbiamo iniziato un percorso rivolto alla collaborazione con le istituzioni. Abbiamo scritto al sindaco Orlando e abbiamo avuto un incontro con l’ex senatore Carlo Vizzini nella sua qualità di rappresentante del Comune di Palermo per i rapporti con la società. Attendiamo di vedere cosa succede. Noi vogliamo essere una forza che rappresenta tutta la tifoseria. Saremmo ben contenti di avere un dialogo con la società ma per ora mancano le condizioni e per questo guardiamo al futuro”.

MERCATO PALERMO: CALAIÒ PISTA CONCRETA

Nel gruppo dei TI.R.R. c’è anche una componente femminile. E Tatiana Palazzolo ci dice che “le donne all’interno del Ti.R.R. sono poche ma buone e vivono questa protesta in modo coerente, concreto e logico. Fino a quando non vedremo un valido progetto con giusti acquisti o il cambio societario continueremo la nostra protesta. Se ci sarà la promozione in serie A il nostro atteggiamento non cambierà, il problema non è la categoria e la squadra lo sa”. E perfino la piccola Giada Neri, appena dieci anni, dimostra idee… chiare. “Anche se non andiamo allo stadio tifiamo sempre Palermo perché siamo nati a Palermo. Zamparini vattene!”.


11 thoughts on “PAROLA AI TIFOSI – Primo compleanno per il Ti.R.R.: “Tifosi anche… senza stadio”

  1. Ciao Delia. Non sono iscritto ai TIRR, ma condivido la loro posizione e mi dispiace, tra la altre cose, non incontrarti allo stadio nella nostra solita zona in Gradinata. Saluti rosanero.

  2. Non condivido per niente, il tifoso vero è quello che va allo stadio e se ce da contestare la società si fa dentro lo stadio, come fanno TUTTE le tifoserie del mondo.

  3. Daccordissimo con Paolo ! Se si ama il Palermo, si va allo stadio per incitare la squadra e godere della propria passione rosanero. Criticare Zamparini ci sta….ma non abbandonando la squadra preferendo abbonarsi alle Tv private !!! Pensa un po cosa gli frega della loro assenza al Barbera allorché erano soltanto 12.000 quando tutto andava bene….. Forza Palermo

    1. Quale squadra? La tua o la sua? Ma come? Prima il tuo preesidente dice che non gliene frega niente se i tifosi vanno allo stadio perché rappresentano, per lui, solo il 2% del fatturato, ora ci invita perché la squadra è “nostra”? E quando dice: “la mia squadra, il mio DS, il mio presidente (Baccaglini un top), il mio allenatore (veramente sarebbe più corretto i miei allenatori), il mio giocatore” parla della “sua” squadra o di quella dei tifosi? Mettetevi d’accordo con il vostro presidente, almeno concordatele le risposte .

  4. Per me questi tifosi vivono sulla luna. Come se ci fosse una coda di imprenditori facoltosi pronti a rilevare il Palermo. Inutile illudersi, i bei tempi sono finiti da un pezzo, ma vent’anni fa avremmo fatto carte false per una squadra prima in serie B.

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