Pato: “Ho il Milan nel cuore, per Berlusconi ero un simbolo”

Vero e proprio giramondo, Alexandre Pato dopo l’annata piena di luci e ombre con il Villarreal è ripartito dalla Cina, dal Tianjin Quanjian dove lo ha voluto fortemente Fabio Cannavaro.

“Cannavaro è simile ad Ancelotti come impostazione – racconta Pato alla Gazzetta dello Sport –  un fratello maggiore, mi aiuta a conoscere i segreti dei difensori, essendo stato lui un grandissimo nel ruolo. Ora mi sta facendo fare la prima punta, mi piace molto”.

Pato non dimentica il suo passato al Milan, pur ammettendo che non conosce i nuovi proprietari rossoneri: “Ho giocato nel Milan di Berlusconi, con cui ho avuto un rapporto molto stretto, se il Milan è così amato nel mondo è grazie a lui. Però il club aveva bisogno di un investimento importante. Sono contento che siano entrati e che stiano già facendo acquisti. Qui si parla molto del Milan: vorrei che tornasse quello di 5-6 anni fa”.

“Berlusconi per due volte ha cercato di trattenermi – prosegue – La prima nel gennaio 2012: non andare al Psg non fu una mia scelta. Barbara (Berlusconi, ndr) mi disse che suo padre voleva parlarmi, il presidente mi chiamò mentre facevo colazione e mi disse: “Tu non andrai via, sei il nostro simbolo”. Ho rispettato la sua volontà”.

Chiosa finale di Pato sul caso Donnarumma: “Ha solo 18 anni ma un grande talento ed è seguito da un procuratore molto intelligente. Di certo avrà le sue ragioni:sta facendo ciò che sente. Io a 17 anni ho avuto l’opportunità di andare al Real ma ho scelto il Milan, che in quel momento era la squadra più seguita e più titolata. Ora è diverso, è un altro Milan. Ancelotti mi diceva che i bravi devono stare con i bravi. Chi è forte va in campo indipendentemente dall’età: io a 17 anni giocavo con Seedorf, Pirlo, Maldini, Kakà e tanti altri…”.


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