Palermo, la vittoria pesante e la “biochetasi” finlandese. Le pagelle ironiche di A&F
Gli stravizi natalizi hanno avuto la meglio. Abbiamo richiuso a fatica il mobile bar, aperto l’armadietto dei medicinali facendo fuori tutte le confezioni di Geffer, Gaviscon e Biochetasi disponibili, trovato la cintura con sei buchi in più e allacciato l’ultima posizione disponibile. E così, grassi come il biblico vitello, siamo rotolati fino al nostro seggiolino incastrandoci a forza come un pezzo di Tetris.
Per l’ultima dell’anno al Barbera arriva il Padova e si deve vincere per restare attaccati alla locomotiva di testa come un bulldog inglese al polpaccio dell’ubriaco appena uscito dal pub. A Pippo manca mezza catena di destra e quindi si deve inventare un terzetto tutto nuovo con Veroli che va a fare il braccetto destro e Peda al centro al posto dello squalificato Bani. Si rivede Gyasi sulla fascia destra e per il resto tutto confermato.
Avvio ordinato e andamento lento. Palermo che tiene palla, cerca spazi e ci prova sui calci piazzati. Padova ben organizzato e pronto a ripartire. Le parate più belle però sono di Joronen e con questo abbiamo detto tutto sulla nostra condizione emotiva. La partita sembra quasi fermarsi del tutto e noi ci chiediamo: “ma come minchia dobbiamo segnare?”.
La risposta a questa domanda ha sempre e solo un unico nome e cognome: Joel Pohjanpalo!! È Palumbo a fare partire tutto con una azione alla Kakà dalla nostra area, poi arriva al tiro, lo rimpallano ma lui crossa lo stesso e pesca l’attaccante finlandese che a ora di gol non bada a spese! C’è ancora tempo per un miracolo di Joronen che salva il risultato e per qualche rissa in area di quelle che fanno tremare le coronarie e si va al riposo.
Si ricomincia come si era finito, con il Padova a farci paura con cross, contro cross, batti, ribatti, tric trac e bombe a mano dentro l’area. Il Palermo subisce un po’ troppo e Pippo prova a mettere dentro forze fresche: Vasic prende il posto di Le Douaron. Anche questa volta i vostri cronitifosi non possono fare a meno di notare che Vasic entra sempre al 60’. Un po’ come il postino che suona sempre due volte.
Pippo si spaventa un po’ e toglie Palumbo per fare entrare Gomes. Esce anche Gyasi per Pierozzi a mezzo servizio. il Padova cala un po’ di intensità e il Palermo sembra poterne approfittare ma manca sempre qualcosina per il raddoppio. La paura serpeggia continuamente tra le fila dei vostri cronitifosi perché il Padova ci sembra sempre pericoloso. Entrano Giovane e Blin per Ceccaroni e Ranocchia. Pitruniamento finale. Cominciano i minuti di recupero ed è il Palermo che ha la chance più grossa con Gomes. Ci spaventiamo perché nel calcio un solo gol non basta mai, ma finisce con una vittoria che vale tanto ora quanto pesano i vostri amati cronitifosi.
Il Palermo la porta a casa con il minimo sforzo e forse Inzaghi da buona leggenda milanista avrà fatto propria la buona norma di Nereo Rocco: “Una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un ‘mona’ che segna e sette asini che corrono”. Oggi mancava solo l’assassino ma per il resto tutto perfetto! C’è pure il momento sentimentale – tanto disprezzato dal nostro amico Antonio – con giro di campo e lacrime di addio di Matteo Brunori applaudito da tutto lo stadio ed il 2025 rosanero è definitivamente archiviato. Buon anno a tutti e forza Palermo!
Joronen 9 – Che fosse senza squadra un portiere così è uno dei misteri delle dinamiche del calcio su cui preferiamo non indagare. Semplicemente insuperabile. The wall.
Veroli 6,5 – La difesa è rimaneggiatissima e debuttare come titolare non è certamente facile ma, dopo qualche incertezza iniziale, se la cava alla grande. Attento.
Peda 7 – Non è facile prendere le redini della difesa al posto di un professore come Bani ma di riffa o di raffa ci riesce, mostrando autorevolezza e intelligenza tattica. Baluardo.
Ceccaroni 6,5 – È l’anziano della linea difensiva e sa che deve mettere in campo soprattutto esperienza e carisma, obiettivo riuscito. Saggio.
(dal 39′ s.t. Giovane) s.v.
Gyasi 6 – La sua prestazione non è certamente da sufficienza, ma le attenuanti sono tante, la vittoria è arrivata e il periodo natalizio aiuta ad essere più buoni. Generosi (noi).
(dal 20′ s.t. Pierozzi) 6 – Anche se a mezzo servizio impatta bene la partita, confermando la sua inamovibilità nella formazione titolare. Ripigliati.
Segre 6,5 – Macina chilometri come un fondista etiope che si allena per le Olimpiadi. Inesauribile.
Ranocchia 6,5 – Sempre più in confidenza con il ruolo da playmaker basso ritagliatogli dal mister, sente la fiducia intorno a sé e ripaga di conseguenza. Sinallagmatico.
(dal 39′ s.t. Blin) s.v.
Augello 7,5 – Abbiamo finalmente rivisto il giocatore di inizio stagione, dinamico e pronto a far ripartire l’azione, bravo nel conquistare spazi e superiorità. Bentrovato.
Palumbo 7,5 – Il goal vittoria per almeno tre quarti è merito suo per il modo in cui fa ripartire l’azione e per come riesce a confezionare l’assist vincente. In mezzo tanto acume tattico ed una qualità superiore nel tocco palla a tutti gli altri in campo. Fuoriclasse.
(dal 20′ s.t. Gomes) 6,5 – Sarà l’aria del mercato, sarà il clima di fine anno fatto sta che stavolta entra in campo con una “garra“ diversa ed è prezioso nel consentire alla squadra di ripartire e rendersi pericoloso proprio con un paio di sue conclusioni. Impattante.
Le Douaron 6 – Tanta corsa, tanta confusione, tanto nervosismo, poca concretezza. Ma, come detto, stavolta sulla lavagna dei cattivi non ci finisce nessuno. Salvato.
(dal 15′ s.t. Vasic) 6 – Entra con il fine specifico di tenere la squadra più alta e in un modo nell’altro contribuisce a farlo, segnalandosi anche per qualche bella sgroppata in cui purtroppo, alla fine, si impappina con il pallone. Utile.
Pohjanpalo 8 – Dodicesimo gol, capocannoniere del campionato, peso specifico delle sue realizzazioni incommensurabile, devastazione totale delle difese avversarie. Il finlandese è semplicemente letale. Blonde Mamba.
Inzaghi 7 – Sapeva che, al di là delle aspettative, non sarebbe stata una partita facile, sia per le numerose assenze sia perché il Padova ha confermato l’eccellente qualità del suo gioco soprattutto in trasferta. Ma siccome l’importante era solo vincere e c’è riuscito tutto il resto, inclusa la sofferenza patita dai 32 mila sugli spalti + 2 derelitti cronitifosi, non conta. Laconico.
