Gianni Di Marzio: “Hanno paura di investire in Sicilia. Zamparini…”

Parla Gianni Di Marzio. L’ex allenatore di PalermoCatania è intervenuto ai microfoni de La Sicilia per commentare le vicende societarie del club rossazzurro e, in generale, per evidenziare il fatto che sono sempre di meno gli investitori in Sicilia.

“Coloro che hanno le possibilità hanno paura a investire in Sicilia. Cito l’esempio di Zamparini, che dopo avere rilanciato il Palermo pagando dirigenti, tecnici e giocatori è stato costretto a mollare tutto, praticamente cacciato. Potrei fare anche l’esempio del Catania degli 8 anni di A. Purtroppo la Sicilia viene ancora dipinta come una terra a rischio ed è difficile avviare un progetto di rilancio”.

“Tacopina? Gardini all’inizio era pure entusiasta. Poi l’inizio di una trattativa lunga e complicata, ora non so fino a che punto Tacopina possa ancora essere interessato. So che erano stati alcuni siciliani emigrati in America a coinvolgere Tacopina. Adessso il problema non è solo iscrivere la squadra al campionato, ma di guardare oltre”.

Infine, sulla Sigi: “Non voglio criticare nessuno, ma occorre un minimo di programmazione e le persone giuste al posto giusto. L’inesperienza può giocare brutti scherzi. Bisogna avere punti di riferimento sicuri”.

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13 thoughts on “Gianni Di Marzio: “Hanno paura di investire in Sicilia. Zamparini…”

  1. Caro Di Marzio cerca di dirlo anche ai vari denigratori di Mirri che sembra che hanno la soluzione pronta a portata di mano

  2. Zamparini è stato costretto dalle sue stesse azioni… ci dirà la magistratura qualcosa di più-
    Sul catania ancora difendi pulvirenti?

  3. Caro Di Marzio, noi non abbiamo bisogno di gente che viene ad investire in Sicilia, abbiamo la Palermitanita’ , perché solo i palermitani sono onesti e corretti. Tutto il resto è fuffa.

  4. E troppa ingenuità sia da parte di chi è pro, sia da parte di chi è contro. Per quanto mi riguarda non credo che Orlando sia stato lungimirante nella sua scelta, ma questo (e la sua carriera politica lo testimonia) è un suo difetto congenito.

  5. Dunque secondo di marzio e secondo i difensori del calcio indebitato, i tifosi dovrebbero ringraziare comunque chi fa scempio di progetti tecnici e si comporta come un reuccio capriccioso che fa la tela e il giorno dopo la disfa, sol perché è un imprenditore con molti soldi e guarda soprattutto alle sue tasche, andandosene indisturbato dopo aver sfasciato una società. Anche da qua si capisce come l’Italia abbia il debito pubblico più alto d’Europa: meglio sprecare che programmare. Siccome zamparini se lo poteva permettere è comunque un eroe. Mettiamoci un boss a guidare una società di calcio se è questo quelllo che vi piace: piccioli a comechié. Il resto non conta.

  6. intervista vuota di contenuti e piena di “frasi tra le righe” tipico di chi vuole esporsi. Francamente speravo di meglio da parte di un ultra-ottantenne che non ha più nulla da chiedere al mondo del calcio, di sicuro niente da temere, e che avrebbe potuto dire qualcosa di più utile.

  7. Di Marzio ha perso un’occasione per essere ricordato per aver detto qualcosa di intelligente. Leggere che Zamparini dopo aver fatto quello che ha fatto “è stato costretto a mollare” fa veramente ridere!

    1. Concordo al mille per mille. Aggiungo che per aver fatto da consulente (l’ennesimo, per aver consigliato qualche giocatore al friulano) la piaggeria di questo ex personaggio del mondo del calcio nei confronti di zamparini è veramente spropositata e fuori luogo

  8. Non credo proprio che non ci sia chi vuole investire in Sicilia.
    Caso Palermo: Al bando del Sindaco Orlando hanno risposto sei gruppi e non è assolutamente vero che non fossero progetti validi e con solide basi economiche. Chi volesse approfondire basta che faccia istanza al Comune per accedere agli atti per verificare e comparare le varie offerte.
    Caso Catania: Il problema è costituito dagli alti debiti contratti nel tempo e dal notevole numero di “scatole cinesi” create da Pulvirenti per rendere difficile il fallimento delle sue attività. Fino a quando a Catania si incaponiranno a salvare “la matricola” troveranno difficile trovare dei mentecatti disposti a buttare dalla finestra una montagna di denari quando si potrebbe semplificare tutto e spendere molto meno ripartendo dalla categoria immediatamente inferiore.
    Altri casi: non ce ne sono perché le altre realtà sono tutte piccole realtà che non giustificano interessi particolari. Dovessi scegliere una realtà minore (intesa come bacino d’utenza) sceglierei piazze come Vercelli o Casale le cui squadre di calcio, in passato, hanno vinto dei titoli nazionali.

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