Palermo, identità smarrita: la squadra deve ritrovare compattezza
L’allarme è suonato troppo forte per considerare la sconfitta con il Monza un semplice incidente di percorso. Il k.o. di martedì, arrivato dopo quello di Catanzaro, pesa non solo per il risultato ma soprattutto per le sensazioni trasmesse. Il Palermo sembra aver smarrito la rotta che aveva imboccato a inizio stagione, quella che lo aveva portato a otto partite d’imbattibilità e a un’identità di gioco chiara e riconoscibile.
Fin dal principio, infatti, la squadra di Inzaghi si era distinta per intensità, equilibrio e compattezza. Il suo calcio è semplice ma efficace: corsa, disciplina e applicazione dei principi. La spinta iniziale d’entusiasmo aveva permesso ai rosanero di assimilare rapidamente le idee del tecnico, ma quando viene meno anche uno solo di questi pilastri, tutto il sistema si indebolisce. Se va bene, si porta a casa un pareggio. Se va male, arrivano i problemi. Esaurita la “scarica d’adrenalina”, sono emerse alcune fragilità.
Identità smarrita
Nelle ultime due partite, la squadra non è sembrata la solita formazione di Inzaghi. La sua forza è sempre stata quella di dare un’anima precisa ai gruppi che allena, ma dopo l’ultima sosta qualcosa si è incrinato. Brunori e compagni hanno perso un po’ di quella compattezza e determinazione che avevano caratterizzato l’avvio di stagione.
La pesante sconfitta di Catanzaro ha lasciato strascichi evidenti e ha condizionato la gara contro il Monza non solo sul piano mentale, ma anche su quello tattico. Inzaghi ha provato a correre ai ripari, rinforzando il centrocampo con l’inserimento di Gomes al posto di Palumbo e confermando Le Douaron dal primo minuto. Una scelta dettata dall’esigenza di dare maggiore equilibrio e solidità alla squadra dopo le difficoltà emerse nella trasferta calabrese. L’allenatore ha deciso di giocare una “gara da battaglia”.
Nella prima mezz’ora il piano partita aveva dato i suoi frutti: il Palermo era riuscito a contenere bene l’avversario e a mantenere un buon ritmo di gioco, mostrando un atteggiamento più compatto e propositivo. Tuttavia, alla prima vera difficoltà, la squadra si è sciolta, perdendo sicurezza e concentrazione. Da quel momento in poi sono emerse con chiarezza le qualità del Monza, più lucido, organizzato e determinato. Con il passare dei minuti, il divario tecnico e fisico tra le due formazioni è apparso sempre più evidente.
Basti guardare i gol incassati contro il Monza. Il primo, su un lancio di Obiang lasciato libero di impostare, ha mostrato una difesa disattenta e troppo alta, con Peda costretto a gestire da solo un uno contro uno a campo aperto con Mota – non l’ultimo arrivato – dopo un errato tentativo di fuorigioco. Ma quando mai una squadra di Inzaghi ha lasciato tutto quello spazio per impostare a un centrocampista avversario? E quando mai ha rischiato la difesa così alta su una palla ‘scoperta’?
Errori insoliti e necessità di ripartire
Anche il secondo gol, firmato da Izzo sugli sviluppi di calcio piazzato, ha confermato la mancanza di concentrazione: un errore grave per un Palermo che, fino a poco tempo fa, aveva fatto della solidità difensiva uno dei suoi punti di forza. La marcatura a zona ha funzionato male, lasciando libero l’avversario sul secondo palo. Il terzo gol, arrivato a gara ormai compromessa, è solo la conseguenza di una squadra sbilanciata e mentalmente scarica.
Ora il Palermo deve ripartire dai suoi principi. Sabato rientrerà Bani e sarà una presenza importante. Ma prima ancora delle scelte tattiche o degli uomini, serve ritrovare l’identità collettiva che aveva reso la squadra compatta e temibile. Smarrirla significa rischiare di ripercorrere strade che negli anni scorsi hanno portato a rimpianti, delusioni e occasioni perdute.

Inzaghi si sta dimostrando integralista. Questa squadra deve cambiare impostazione, senza un regista che illumina con le giocate le punte non ricevono palloni giocabili. 4 2 3 1
Con due mediani a protezione della difesa e tre che supportano l attacco.
Il problema non nasce da Catanzaro, la verità è che il problema non è mai morto……da tre anni a questa parte.
Segre – Gomes – Ranocchia
Stesso centrocampo da 2/3 anni.
Soliti problemi a proteggere la difesa e ad impostare.
Società assente più propensa a mettere luci rosa nei monumenti di Palermo.
Solo gli Ultras vincono sempre.
9 giocatori su 11 erano quelli dell’anno scorso, tranne Joronen e Augello
Il Palermo quest’anno continua a trascinarsi le minxxiate del grande direttore De Santis. La squadra perdendo un esterno di corsa magnifico come Gysai ha perso la metà del gioco di pressing a centrocampo fondamentale per Inzaghi a questo aggiungiamo l’infortunio di Bani. Secondo me Ranocchia e Brunori stanno diventando oramai equivoci tattici insolubili: Ranocchia incide pochissimo nel gioco del Palermo, mai un lancio smarcante; Brunori credo che sia oramai forse per motivi psicologici stressato e in fase di resa calante, non vince un dribbling, non vince uno scatto e sbaglia anche le cose semplici. Quindi al momento per Inzaghi, fino a quando non tornano questi due deve rafforzare il centrocampo con Blin e poi giocare in attacco provando Corona con Joel Pohjanpalo! Non ci sono alternative.
A questa squadra non solo non vengono assegnati calci di rigore, ma per averli bisogna giocare nelle aree avversarie e/o tirare da fuori con più frequenza, può capitare che qualche pallone venga intercettato da qualche mano/ braccio avversario e qualche intervento VAR può venirci in aiuto (vedi il Modena), ma soprattutto, da anni, calci di punizione dal limite dell’area che fecero la fortuna di Corini giocatore ai tempi di Zamparini. È evidente che responsabili di tale aridità sono un sistema di gioco e scarsa attitudine dei nostri giocatori, alquanto poco propensi a sfondare e pressare le difese avversarie per vie centrali, praticamente un altro bel vantaggio per gli avversari.
In estate bisognava intervenire pesantemente a centrocampo invece si è continuato sulla falsa riga dello scorso biennio è questi sono i risultati.
Appunto come scrive il giornalista, altro che incidente di percorso, qui è calata la maschera ed è apparso il volto di sempre: con questo centrocampo non c’è medicina se non il rinnovarlo e a segnare un gol si faticherà pure con l’ultima in classifica.
A questo aggiungi il calo incredibile di Brunori e l’evanescenza irritante di Le Douaron e siamo a posto.
Al Palermo manca l’aspetto tecnico a centrocampo, la qualità, la capacità di saltare l’avversario, con la sola fisicità e lanci sballati non si va da nessuna parte.
Ranocchia che sicuramente Inzaghi ha sopravvalutato o quantomeno ha cercato di “svegliare”, ha dimostrato ampiamente di non essere all’altezza né sul piano dinamico né su quello tecnico.
Ora perseverare sui soliti noti e non dare le chiavi del centrocampo a Palumbo piuttosto che a Ranocchia e cercare di modificare qualcosa sulla trequarti ed in attacco, sarebbe una mossa sbagliata.
In attesa di un mercato di gennaio in cui si spera che le grandi menti del City Group capiscano dove intervenire con efficacia.
È chiaro a tutti che il problema del Palermo sta al centrocampo. Continuare ad insistere su Ranocchia regista arretrato, Brunori trequartista, Diakitè sulla fascia non ha senso. Io proporrei dei cambiamenti: 3/1/3/1/2. Quindi schierare Brunori come una vera punta, invertire i ruoli di Palumbo con quello di Ranocchia e scambiare i ruoli di Diakitè e Pierozzi.
Tutti pareri più o meno condivisibili. Il momento però del campionato richiede altro . Richiede soluzioni credibili e quindi la palla passa ad Inzaghi. Del centrocampo ad esempio si è detto fi tutto . Oggi l’unico uomo nuovo da provare ad inserire resta Palumbo. E allora caro Inzaghi troviamo il modo di inserirlo , inutile metterlo fuori per riproporre i soliti noti.
Palumbo davanti ? Dietro da play ? Decida in modo definitivo Inzaghi ma decida . Poi magari a gennaio si potrà magari cercare qualcosa . Ma è oggi il momento, ancora iniziale, in cui occorre trovare soluzioni. In attesa anche del recupero di Giasy, altro elemento importante. Forza Inzaghi insomma. A te la parola.
Mio parere. Il Ds analista spesso propone Palumbo quale possibile play . Credo abbia ragione . Una buona idea da provare magari con due mediani ai fianchi . Restare appiattiti con Ranocchia in quella posizione mi sembra inutile e dannoso . Occorre dare una svolta. Ma sono pareri di tifosi …