Il Palermo… d’Argento: “Quando ci sono meno soldi i giovani sono più importanti”

La retrocessione del Palermo priverà la Sicilia di una sua rappresentante dopo più di 13 anni. Con tante incognite sul futuro, perchè tra un closing ancora da concludere ed uno staff dirigenziale tutto da ricostruire è ancora buio pesto. Servirà un nuovo direttore sportivo (Carli in questo senso è in pole position), ma anche un responsabile del settore giovanile che prenda il posto di Baccin, ormai prossimo all’addio (andrà all’Inter). Sulla situazione attuale abbiamo chiesto il parere a Rosario Argento, per oltre 20 anni anima del settore giovanile rosanero, attualmente osservatore per il sud Italia del Venezia di Giorgio Perinetti.

Argento ripercorre le principali tappe della sua esperienza rosanero costellata di successi. Negli anni 90 il Palermo (c’era Perinetti dg) divenne di casa a Viareggio e uno dei fiori all’occhiello fu l’avere “portato” alla Favorita di Palermo la gara inaugurale del torneo di Viareggio, Palermo – Inter, che fece registrare ben 12.000 spettatori. “Fu una emozione forte,  vero e proprio traguardo sportivo”. Poi la gestione di Franco Sensi. “C’erano davvero pochi soldi, ma il settore giovanile era vitale e sfornò diversi giovani importanti come Liverani, Ignoffo e Sicignano. Io andavo a Trigoria a mie spese per prendere gli stipendi per la prima squadra”. Poi l’arrivo di Zamparini. “Mi ha sempre dato carta bianca, è un vero imprenditore ed in pochi lo hanno capito. Avevo dato un’impronta professionale, portando il numero dei componenti dello staff da 23 a 63 perché credevo che ogni squadra dovesse avere lo stesso organico: un allenatore, due dirigenti, un preparatore atletico, un preparatore dei portieri ed un medico. Ora si pensa più al risultato che alla crescita”.

Argento portò il settore giovanile al successo, sia nel campionato Berretti (anno 2000-2001) che nel campionato Primavera nel 2009: “Quella vittoria fu frutto della passione e dell’abnegazione dei palermitani – racconta Argento – un successo della gente di Palermo visto che l’intero gruppo era formato da giocatori palermitani eccezion fatta per Abel Hernandez. Quella squadra diede il 110%, tutti lavoravamo per un obiettivo. Non è vero che nessuno ha poi giocato in prima squadra, in quella primavera c’erano Acquah ed Hernandez che poi disputarono la finale di Coppa Italia. Il Palermo quell’anno sfiorò la Champions League, aveva giocatori come Pastore, Miccoli, Migliaccio e Balzaretti: era improponibile sostituire uno di questi con un “primavera”. In questo periodo storico è più facile che esordisca Ruggiero: quando ci sono meno soldi, si fa giocare i giovani migliori ed è importante farsi trovare pronti”.

Argento svela anche quali erano i suoi progetti, poi non portati avanti per altre strategie. “L’organizzazione è rimasta quasi uguale a quella che ho lasciato io. In assenza di un vero centro sportivo, volevo prendere tre strutture sportive (Santa Flavia, Carini, Cus) e dedicarne una alla Primavera, una alla Allievi e un’altra a Giovanissimi Nazionali e Giovanissimi Regionali lasciando al Pisani le fasce d’età più piccole ed una scuola calcio a numero chiuso con i giovani selezionati dalle scuole calcio di Palermo e provincia che avevo già censito (il progetto Academy Rosanero, ndr). I migliori sarebbero poi passati alle squadre nazionali, riconoscendo un premio alla scuola calcio di provenienza. Volevo portare tre bandiere nel settore giovanile: Galeoto, Cardinale e Vasari per curare specificamente la fase difensiva, il centrocampo e l’attacco”.

Argento chiude con uno sguardo al futuro. “A me farebbe piacere se tornasse Foschi perché è una persona innamorata di Palermo. Può sbagliare, ma se fa un errore lo fa con il cuore. Se io fossi il presidente lo prenderei”.


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