Atalanta, Berisha: “Noi da Europa, la concorrenza non mi fa paura”

“La concorrenza non mi spaventa, non mi ha mai spaventato”, così parla Etrit Berisha, portiere dell’Atalanta che ha pochi giorni fa si è “liberato” del suo rivale di ruolo, Sportiello, ormai della Fiorentina. Domani l’albanese affronterà il suo passato, la Lazio, diretta concorrente degli orobici per un posto in Europa League: “Io ci credo. E in questo momento sono convinto che siamo più forti della Lazio, conta anche la voglia di vincere. E quella non ci manca. La Lazio? Un’esperienza fondamentale, che mi ha fatto crescere anche come uomo. Nel secondo e nel terzo anno pensavo di giocare di più, almeno come nel primo. Un portiere deve avere continuità per crescere”.

Il portiere albanese rilascia queste dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport: “Esordio con l’Atalanta? Un incubo. Abbiamo perso 3­0 a Cagliari, ma non ho fatto male, ho evitato altri gol, tanto è vero che da quel giorno ho cominciato a sentire le fiducia dell’allenatore. Sportiello? Un grande portiere. La parata più bella? Contro il Napoli, sul tiro al volo di Milik e a Cagliari quando ho mandato sul palo una deviazione di Sau. Spero di poter giocare fino ai 40 anni… fisico permettendo”.

Il  portiere svela qualcosa di sé che la Serie A ancora non conosce: “Rimpianti? Nessuno, penso di aver fatto il mio meglio e posso migliorare ancora. Anzi sì, un rimpianto ce l’avrei: da quando sono arrivato in Italia, ho smesso di calciare i rigori. In Svezia con il Kalmar ne ho segnati 4 (tra il 2011 e il 2013, tre in campionato, uno nei preliminari di Europa League, ndr). Mi piacerebbe farlo anche in Italia, la cosa non mi spaventa. Nanne Bergstrand, il mio allenatore al Kalmar, aveva apprezzato come calciavo in allenamento e mi aveva chiesto se me la sentivo, se necessario, di tirare i rigori. E poi un portiere ha un vantaggio rispetto agli altri: sa come reagisce e cosa passa per la testa di chi sta dall’altra parte”. Infine conclude: “Non passerò alla nuova Nazionale del Kosovo, mi sento kosovaro e albanese allo stesso tempo”.

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