Dalla fascia a Bonucci fino a Gattuso, Montolivo: “Condannato a smettere”

Riccardo Montolivo dice tutto. L’ormai ex giocatore, intervistato da Ivan Zazzaroni per il Corriere dello Sport, parla delle motivazioni dietro il suo ritiro e di tutto l’ultimo anno trascorso al Milan, approfondendo i rapporti con l’allenatore Gennaro Gattuso.

“Alla fine di una stagione nella quale da gennaio avevo praticamente smesso di giocare non per mia volontà né per problemi fisici – afferma – l’allenatore mi dice che farò parte del gruppo pur perdendo la centralità. Accetto di rimettermi in gioco, sono all’ultimo anno di contratto. Poco prima della partenza per la tournée negli Stati Uniti, però, ricevo un sms dal team manager, l’ex arbitro Romeo: “Tu non vieni”. Motivazioni e spiegazioni, zero”.

Elliott subentra al cinese – continua – a fine luglio Leonardo e Maldini prendono il posto di Mirabelli ereditando anche la mia situazione. Leonardo in qualche modo mi rassicura e da quel momento smetto di essere considerato a disposizione. Rancore? No, non provo rancore. Chi ha sbagliato nei miei confronti, chi mi ha mancato di rispetto, e ripetutamente, farà forse i conti con la propria coscienza”.

Montolivo parla anche di quando la fascia di capitano dal suo braccio è passata a quello di Leonardo Bonucci, appena arrivato dalla Juventus: “Non fui io a consegnargliela. Mi dissero che Yonghong Li aveva deciso che la fascia sarebbe passata a uno dei nuovi. Quando me lo comunicarono spiegai che lo trovavo ingiusto, che stavano commettendo un grosso errore poiché nello spogliatoio ci sono delle gerarchie che dovrebbero essere sempre rispettate. Feci i nomi di Bonaventura e Romagnoli. Niente, Bonucci”.

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