Il Palermo “parla” bulgaro, una doppietta di Chochev lancia i rosanero
La vittoria odierna del Palermo ha il marchio “made in Bulgaria”. Una doppietta di Chochev, a segno anche domenica scorsa a Udine, consente ai rosanero di superare al “Barbera” il Genoa per 2-1 nella dodicesima giornata di ritorno. Il giovane centrocampista, quinto doppiettista stagionale della squadra, con il supporto di un super Dybala ha trascinato gli uomini di Iachini ad una vittoria importante, un successo che dà al gruppo un’ulteriore iniezione di fiducia e che legittima le ambizioni in vista dell’obiettivo dei 50 punti, nuovo traguardo fissato dal tecnico marchigiano dopo la conquista della salvezza. Il blitz vincente del “Friuli” aveva lanciato dei segnali che sono stati confermati oggi: pur essendo in una posizione tranquilla di classifica il Palermo non ha staccato la spina ed è ancora a caccia di conferme. Le risposte della squadra sono arrivate anche contro il Genoa di Gasperini (ex rosanero sia come giocatore che in qualità di tecnico) nell’ambito di una partita gradevole, giocata a viso aperto da due squadre mentalmente “libere”. Grinta, determinazione e intensità gli strumenti attraverso i quali i padroni di casa sono tornati al successo tra le mura amiche, evento che non si verificava dallo scorso 14 febbraio (3-1 contro il Napoli). Il messaggio più importante, al di là di tutto, è che la squadra è viva e che fino all’ultima giornata proverà a “superarsi” cercando di valorizzare quelle risorse utili anche in prospettiva futura.
Per la prima volta in questo campionato Iachini conferma la stessa formazione della domenica precedente. Anche in altre circostanze il tecnico rosanero avrebbe voluto realizzare questo “progetto” vanificato, tuttavia, da fattori contingenti (squalifiche e infortuni) o strategie legate a questioni di natura tattica. Il tabù è stato sfatato oggi in occasione della gara contro il Grifone nella quale è stato riproposto l’undici vincente di Udine disegnato, dunque, con il 3-5-1-1. In cabina di regia Jajalo preferito ancora una volta a Maresca. Sulla corsia di sinistra spazio, come da copione, a Lazaar sul quale erano puntati i riflettori di una delegazione dell’ambasciata marocchina invitata al “Barbera” dal numero 7 rosanero come gesto di cortesia nei confronti del console contattato in settimana dal giocatore per sbrigare alcune pratiche burocratiche. In casa rosanero, il vero osservato speciale era comunque Dybala, monitorato in tribuna dal “Tata” Martino, ct dell’Argentina, seduto non lontano dall’uruguaiano Abel Hernandez e da Pierpaolo Triulzi, agente del gioiello rosanero in giro per l’Europa in questo periodo alla ricerca, in ottica futura, di una soluzione funzionale alle esigenze del suo assistito. E il numero 9 ha lasciato subito il segno ispirando i due gol di Chochev che, nei primi 45 minuti, hanno dato al match un indirizzo preciso: la “Joya” è salita in cattedra dopo sette minuti con un suggerimento in verticale per Rispoli nell’azione culminata con la prima marcatura del centrocampista bulgaro (a segno con un tap-in a porta sguarnita in seguito ad una respinta del portiere Lamanna) e al 31’ fornendo l’assist per il 2-0 siglato ancora dal numero 18 complice un errore del portiere rossoblù. Acuti che confermano la tradizione positiva di un Palermo particolarmente efficace nella prima frazione di gioco. E’ una caratteristica della squadra di Iachini: i rosanero hanno spesso delle partenze-sprint e, incanalando il match sui binari giusti, riescono a spostare l’inerzia dalla propria parte. Il trend si è manifestato per tutto il primo tempo nel quale i padroni di casa, al di là dei gol, hanno imposto la propria superiorità nei confronti dell’avversario mostrando contestualmente buone trame di gioco e mantenendo un alto coefficiente di pericolosità (da segnalare le chance capitate a Dybala, impreciso da ottima posizione su assist di Chochev, e Rispoli con un destro neutralizzato dal portiere avversario). Sul versante genoano, una delle principali fonti di pericolo per il Palermo è l’imprevedibilità di Perotti, argentino stimolato dal confronto a distanza con Vazquez e Dybala. La partita contro i liguri, rientrati in corsa per un posto in Europa, ha ribadito un concetto importante emerso più di una volta in questo campionato: Dybala e Vazquez (negativa oggi la prestazione del “Mudo”, molle e poco ispirato) sono i due giocatori più rappresentativi ma il Palermo è anche altro. La squadra ha altre risorse come ad esempio il feeling con il gol dei centrocampisti ribadito ad inizio ripresa da una girata al volo di Rigoni (imbeccato da Dybala) terminata di poco a lato. Il copione del match è chiaro ma, con la complicità del Palermo, il Genoa è rimasto in partita. I rosa anche oggi hanno accusato dei cali di concentrazione presentando delle sbavature che nella ripresa hanno consentito agli ospiti di alimentare le speranze di rimonta. Il gol al 52’ realizzato da Iago Falque è stata la conseguenza di una flessione dei padroni di casa che, forti del doppio vantaggio, sono rientrati dopo l’intervallo con minore intensità convinti probabilmente che il 2-0 maturato nel primo tempo sarebbe stata un’ipoteca sul risultato finale. Un errore di valutazione da parte degli uomini di Iachini che, invece, hanno dovuto “sudare” per conquistare i tre punti facendo i conti con la reazione degli ospiti e anche con la sfortuna, una variabile che continua a perseguitare i rosanero abbonati ai legni della porta avversaria (con una splendida girata di sinistro, Dybala nel secondo tempo ha centrato il diciottesimo legno stagionale del Palermo). La “fatica” con la quale i rosa hanno centrato la vittoria, in ogni caso, ha premiato anche il coraggio di Iachini che nell’ultima quarto d’ora ha tenuto alto il baricentro schierando Belotti al posto di Chochev e chiudendo l’incontro con il 3-4-1-2 con un trequartista e due punte. Gasperini, espulso nel finale per proteste, ha provato a sfruttare le proprie carte ma le sue mosse non hanno sortito effetto.